La Festa del Primo Maggio nella Rossano postfascista, racconto di Martino A. Rizzo

È interessante leggere sulla “Nuova Rossano” la cronaca delle giornate del Primo Maggio a Rossano nel 1944 e nel 1945, in una città finalmente liberata dal fascismo in cui la festa assumeva il ruolo oltre che politico anche quello di liberazione interiore, psicologica, rispetto agli anni di oppressione, con la gioia pertanto di potersi finalmente ritrovare in piazza, sfogarsi delle frustrazioni subite e parlare e manifestare liberamente.

Era dal 20 aprile del 1923 quando il fascismo eliminò la Festa, giudicata troppo sovversiva, che i lavoratori non potevano più permettersi di festeggiarla. Pertanto con la Liberazione tornarono a riempirsi le piazze e così avvenne anche a Rossano.

«Vieni o Maggio t’aspettan le genti / ti salutano i liberi cuori / dolce Pasqua dei lavoratori / vieni e splendi alla gloria del sol». Con questi versi del canto anarchico e socialista, scritto da Pietro Gori nel 1892 nel carcere milanese di San Vittore, si apriva l’articolo della Nuova Rossano del 15 maggio 1944 che parlava della Festa. Erano passati pochi anni da quando il giornale aveva assunto la denominazione di “Nuova Rossano Fascista” ma, con l’Italia liberata, celebrava la Festa dei Lavoratori ricordando che «Dopo vent’anni di ostracismo il maggio dei Lavoratori, che impernia la loro festa, è ritornato! Ha risposto all’invocazione accorata di milioni di uomini oppressi; all’invocazione contenuta nell’inno di Gori che conoscemmo nelle lontane Americhe: inno che, con quello del Turati, facevano vibrare l’animo giovanile di delirante entusiasmo e che, per oltre vent’anni, abbiamo custodito nel cuore e nel cervello gridandoli, ad ogni primo maggio, sui nostri colli al cospetto della Natura in fiore». Era evidente in questa dichiarazione del Direttore la volontà di riscattarsi da un passato vissuto asservendo il giornale al clima di costrizione e violenza voluto dal Partito Fascista.

L’articolo continuava affermando che «Oggi la festa del primo maggio, la festa del Lavoro, è tornata libera …». E poi continuando raccontava che «… nel pomeriggio del 1 maggio una massa di lavoratori si riunì nei pressi della sezione Socialista perché sentivano il bisogno di consacrare pubblicamente e apertamente la loro festa dopo un ventennio di oppressione fascista. Poiché la massa dei lavoratori di ogni partito non accennava a sciogliersi, prendono la parola il vice segretario della sezione Socialista …», che era l’insegnante Donato Mungo segretario altresì della Camera del Lavoro, e il Commissario Prefettizio, avv. Domenico Rizzo.

Mungo nel suo discorso sottolineò come «l’unica, reale, vera fonte di ricchezza della Nazione è il lavoro, tale ricchezza dev’essere più equamente distribuita ai lavoratori che la producono …».

L’avvocato Domenico Rizzo, dopo aver parlato della ricchezza del lavoro, «impetuosamente e con calda vibrante parola minaccia tutti coloro che con un esoso aumento clandestino di prezzi circuiscono ed affamano i lavoratori». In effetti in quei mesi c’erano stati vari aumenti dei prezzi che avevano portato a manifestazioni di piazza con vibranti proteste dei cittadini. E pertanto avvertì che «tali speculatori, tali sfruttatori della Patria dolorante e dei loro simili saranno puniti senza pietà».

Il Primo Maggio del 1945 venne festeggiata, racconta sempre la “Nuova Rossano”, con «l’astensione completa dal lavoro di tutte le attività produttive e con un’imponente manifestazione, alla quale hanno partecipato i partiti, le associazioni e molto pubblico con i relativi vessilli e la banda musicale intonante l’Inno dei Lavoratori e inni patriottici. Il corteo dopo aver percorso le principali vie, si fermava in Piazza Cavour. Dove, dal piazzale del “Casino dell’Unione” ha parlato l’oratore designato, Ins. Donato Mungo, assessore comunale, del Partito Socialista. … Cessati i fragorosi applausi che hanno suggellato il suo dire l’assembramento si è compostamente sciolto».

Martino A. Rizzo 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

 

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