La delegittimazione del progetto Fusione

geraci e mascaro

Lo dice la storia di questo territorio: guerre intestine, invidie e servilismo politico ne hanno segnato, da sempre, il destino.In maniera negativa, purtroppo. L’area urbana Corigliano-Rossano, che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere prossima alla fusione, deve ancora imparare molto. Innanzitutto a essere più unita. Ma i muli si possono convincere? No. Fanno quello che vogliono. Lo si è dimostrato per le candidature delle prossime elezioni provinciali di secondo grado (una cosa buona la riforma Renzi, di sicuro l’aveva prevista: l’abolizione totale di questo carrozzone chiamato Province): ci si aspettava una candidatura rappresentativa dell’area urbana. Che non è arrivata. Perché questo territorio soffre, sin dai tempi della possibile Provincia Corigliano-Rossano, di invidie e divisioni. In maniera atavica e perversa. Oltre a non essere arrivata una proposta unitaria per la candidatura alla presidenza della Provincia (per quel che ne rimane, peraltro), anche grazie alle colpe degli altri Comuni limitrofi, si continua a dividere in ottica della fusione Corigliano-Rossano. Ora: se questo processo è stato avviato già quattro anni fa soprattutto grazie al lavoro del “Comitato delle 100 Associazioni” e se in questi ultimi due anni si è giunti, con fatica e a distanza di un anno l’una dall’altra, alle delibere consiliari dei due Comuni per il via libera al progetto Fusione, arriva, puntuale, la spinta centrifuga che non tende ad altro che ad allungare i tempi. Se non ad altro. La proposta del Sindaco di Cassano, Gianni Papasso, di inglobare anche Cassano e Villapiana in questo progetto non è opportuno. Va bene parlare di Area Vasta, ci mancherebbe. Ma desso stiamo parlando di qualcosa di diverso: parliamo di fusione di due Comuni. E se Rossano non risponde a questo appello, Corigliano si. E con entusiasmo. Bene: la domanda è unica e definitiva. Geraci e compagnia vogliono davvero la fusione con Rossano? Parlino chiaramente, una volta per tutte. Perché se da una parte dicono di si, dall’altra, anche rispondendo positivamente alla proposta di Papasso, ci sembra chiaro che l’intento è un altro. Sappiamo bene chi si nasconde dietro queste spinte centrifughe. E’ Cosenza con tutto l’apparato partitico centralistico che tende a sopprimere ogni sorta di autonomia di quest’area urbana. Ormai relegata ai minimi termini. Bene ha fatto il Sindaco di Crosia, Russo, che si è detto contrario, almeno per il momento, ad ampliare il discorso fusione a Cassano e Villapiana. Prima si faccia la fusione Corigliano-Rossano. Poi si può sempre pensare a un discorso di Area Vasta che parli di Sibaritide. Ma adesso si lasci lavorare le due città in maniera tranquilla. Senza disturbi istituzionali dettati dai poteri cosiddetti forti. Si porti avanti un concetto di responsabilità. Che manca da ormai troppo tempo. Si pensi ai problemi del territorio. Ai tanti disoccupati. All’emigrazione dei quarantenni e dei cinquantenni con figli. Che se ne vanno in Germania. Proprio come negli anni ‘60. Questa classe politica sta dimostrando una grande incapacità di ascolto. Pensano alle beghe e divisioni. Intanto da qui si emigra.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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