Jonio, l’invasione dei turisti nordeuropei

di SAMANTHA TARANTINO

pietrapaola 2Ci sono paesi che conoscono l’emigrazione da sempre.
Il centro storico di Pietrapaola e le sue contrade, nel tempo, non sono stati immuni al lento svuotamento di abitazioni e rioni. In un documento antico della fine del XIV secolo, il re Carlo d’Angiò «ordinava di verificare se veramente la terra di Pietrapaola fosse rimasta quasi disabitata per l’emigrazione di quelli che vi dimoravano», istituendo una sorta di “condono” per incoraggiare il ripopolamento del paese.
Chissà quanto piacere oggi avrebbe Carlo D’Angiò nel vedere che il semidesertico centro storico di Pietrapaola abitato da circa 200 anime, negli ultimi tempi, sta conoscendo una nuova primavera.
Un vero e proprio assalto di cittadini di nazionalità inglese, tedesca e australiani al patrimonio immobiliare pietrapaolese. Non parliamo di turismo mordi e fuggi, o da villaggio,che poco lascia dal punto di vista economico al nostro territorio.
Si tratta, invece, di veri e propri investimenti fatti di acquisti di ruderi per essere ristrutturati e diventare dimore da sogno.
Così, nell’arco di vent’anni, si è arrivati a circa 12 nuclei familiari innamorati della quiete del borgo antico di Pietrapaola. Non è più il tempo del giretto turistico della durata di un mese, al caldo delle coste calabresi.
Il turismo dei cittadini nordeuropei è caratterizzato dalla ricerca di aria pura, lontano dall’inferno caotico delle metropoli. Uno di loro è Helmut, ingegnere meccanico dall’operosa Germania giunto nella Calabria jonica con la scelta e la volontà di restare anche dopo l’estate.
Novembre, marzo, aprile i mesi preferiti oppure le festività natalizie e pasquali che diventano l’occasione per passarle nella suggestiva cornice di un borgo messo a nuovo, una bomboniera all’ombra dell’immensa rupe di pietra.
Sono persone così ben integrate da sentirsi parte della popolazione stessa, da sempre accogliente e ospitale.
Il turismo inglese, tedesco e da ultimo quello australiano sono diventati un vero fiore all’occhiello per le piccole realtà del nostro Sud.
Le grandi città d’arte sono da sempre abituate alle file dei turisti nordeuropei, insieme agli immancabili giapponesi e, da poco, ai cinesi più facoltosi.

Ma vederli investire nei centri storici della nostra Regione è una vera novità e un’ottima opportunità che fa bene all’economia del territorio.
I ruderi diventano case arredate con mobili su misura prodotti da artigiani locali o bed&breakfast con 10/12 posti da fittare ad altrettanti turisti che scelgono di villeggiare alla ricerca di tranquillità e del buon cibo. Il web è il mezzo di conoscenza e promozione preferito, necessario per pianificare la vacanza e poi la conoscenza del luogo da visitare.
L’unico neo sono, come sempre, le infrastrutture, che penalizzano la Sibaritide. Spesso le abitazioni dei centri storici sono difficili da raggiungere, effettuare lavori diventa un’impresa, figuriamoci poi quando la strada di competenza provinciale, che collega il centro storico di Pietrapaola con la marina, frana a causa di intemperie e assestamenti del terreno, abbandonata da anni, come se i residenti non avessero diritto ad una adeguata viabilità.

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