Itg Rossano, La Terra di Yll e la ricchezza della diversità

itg rossano

itg rossano

Si è svolto nei giorni scorsi presso l’Auditorium dell’Istituto Tecnico per Geometri di  Rossano  un  interessante  appuntamento  attinente  al progetto “Invito alla Lettura – anno scolastico  2017-2018”. E il “Falcone-Borsellino”, tale è la sua denominazione, distintosi negli anni per la sua marcata linea sulla tutela della legalità, per esplicita volontà del lungimirante dirigente ing. Alfonso Costanza, ha voluto dare ai ragazzi in crescita uno sguardo chiaro e deciso    sulla tutela delle lingue e delle culture diverse presenti nel territorio con la presentazione del romanzo “La Terra di Yll” dello scrittore albanese Pino Cacozza, edito dalla Casa Editrice Ferrari.

Il  progetto,  curato  dalle  professoresse  Patrizia  Zeppetella  del  Geometra  e  Antonella  Marchianò  e Giovanna  Laino  della  Scuola  Secondaria  di  Primo  Grado “Roncalli” dell’I.C  Rossano  3,  diretti entrambi  dal  dirigente  Alfonso  Costanza,  per  un  intero  secondo  quadrimestre  ha  coinvolto  gli studenti delle due realtà scolastiche nella lettura del romanzo e nella ricerca e disamina di spunti di riflessione sulla conoscenza della “diversità” della minoranza linguistica storica albanese in Italia, concentrata soprattutto nella provincia di Cosenza e particolarmente nelle colline attorno al nuovo assetto urbano di Corigliano-Rossano.

itg rossano

Ha aperto i lavori il Dirigente Scolastico Ing. Alfonso Costanza, citando i riferimenti legislativi sulla tutela delle minoranze linguistiche e soffermandosi sul ruolo della scuola nel compito educativo per la costruzione non solo di una società dei diritti, ma anche di una società basata sul rispetto, sulla conoscenza e sulla multiculturalità.

Di  seguito  il dott.  Salvatore Bugliaro,  presidente  del  club  del  libro  della  Sibaritide,  ha  tracciato  le linee storiche essenziali che hanno portato gli insediamenti albanesi nell’Italia centro-meridionale, sottolineando che molte volte poco o nulla si sa di questa ricchezza aggiunta della Calabria. Bugliaro si è soffermato sulla cultura del sapere, apprezzando il ruolo della Scuola nel portare avanti simili progettualità,  anche  fuori  dai  luoghi  di  appartenenza.  L’ Arbëresh,  infatti, è  presente  nella  vita quotidiana di tutti in ogni dove, come vicino di casa, come vicino di banco e insieme  a tutti collabora alla costruzione e allo sviluppo della società.

Il prof. Adriano Mazziotti, giornalista ed esperto di tradizioni e riti albanesi, ha concentrato il suo intervento sui rapporti tra San Nilo di Rossano e San Demetrio Corone, dando spazio, con l’ausilio delle immagini, allo splendore della cultura bizantina con i capolavori artistici presenti nel territorio e soffermandosi in modo particolare sulla Chiesa di Sant’Adriano, fondata proprio da san Nilo prima dell’anno mille. Il romanzo infatti parte e si chiude attorno ad uno dei mosaici più suggestivi della antica abbazia.

Il professore emerito Giuseppe De Rosis ha sviluppato con magistrale argomentazione la tematica sentimentale che dall’inizio alla fine pervade l’opera del Cacozza. Il romanzo è ricco di luce, afferma, perché l’amore è luce e allontana l’oscurità della morte. Con una sequenza di citazioni letterarie classiche e moderne il professore ha elevato le figure dei due protagonisti Milòs ed Erina, giovani e teneri amanti, al superamento dell’amore materiale e terreno per giungere al legame possente del sentimento, che li porta, pur non più insieme, alla presenza eterna. La chiave materiale che Milòs porta  al  collo  come  ultimo  dono  di Erina  è  la  chiave  del  cuore  che  unisce  per  sempre  i  due protagonisti. E l’autore usa la forza della parola per esprime tali sensazioni.

All’incontro ha partecipato l’editore dott. Settimio Ferrari che ha ribadito quanto  sia  difficile  tale ruolo  nel  mondo contemporaneo,  ma  quanto  sia  gratificante  essere  portatore  di  cultura,  della cultura fatta di libri e di fogli da toccare, leggere e sentire.

Lo scrittore Pino Cacozza, noto in tutta l’Arberia, e non solo, come aedo  cantore  del  popolo arbëresh, con l’accompagnamento  al  piano  del  prof.  Serafino  Madeo,  ha  deliziato  il  pubblico  con l’interpretazione di due canti della tradizione italo-albanese  e  la  lettura  di  un  racconto  con  la partecipazione della giovane attrice Denise Sapia.

La parte più suggestiva dell’incontro  è  stata  quella  degli  interventi  degli  studenti  con  le  tante domande rivolte ai relatori e all’autore come testimonianza di una presenza attiva, di  una  scuola laboratoriale capace di aprire la mente e costruire convivenze pacifiche e produttive. La  molla  che  muove  il  mondo,  e  così  anche  il  mio  romanzo, ha concluso

l’autore Pino Cacozza, è l’Amore, quell’Amore  bello  e  profumato  come  un  fiore  a  primavera, che  resiste  solo  se  ha  due essenzialità: la terra e l’acqua; tale è l’Amore che pervade la vita dell’uomo, che dura nel tempo solo se ha sete di Conoscenza e di Curiosità.

(comunicato stampa)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: