IONIO ISOLATO. IL PARTITO DEI MENDICANTI FRENA LO SVILUPPO

cappello

Tutto fermo: dalla questione tribunale alla fusione, dall’ospedale alla statale 106, dalla elettrificazione della tratta ionica al futuro della centrale Enel. Una serie di tematiche che potrebbero rappresentare la chiave di svolta della Sibaritide. E invece la paralisi regna. In tutto questo ragionamento viene meno il sostegno della rappresentanza politica bruzia che pure, dallo ionio, alle ultime regionali ha attinto ben 5000 preferenze contribuendo alla elezione di “notabili” della politica che conta. Tuttavia, in alcuni casi, non solo la deputazione bruzia non sostiene le esigenze dell’intero comprensorio ma talvolta si pone anche di traverso, come nel caso del progetto di fusione di comuni di Corigliano e di Rossano il cui iter ha subito uno stop a causa della mancata deliberazione d’impulso che avrebbe dato vita al referendum. E’ accaduto nel centro ausonico, non a caso nella città dove ha vinto il cosentinismo politico. Tale tesi trova riscontro nel fatto che se dovesse andare in porto il progetto di fusione, la politica bruzia potrebbe subire un livellamento dei rapporti con l’area ionica nel contesto regionale e nazionale. Un timore sciocco, tipico di chi dimostra scarsa lungimiranza politica. Il potenziamento dell’area jonica infatti significa rafforzamento dell’intera provincia di Cosenza e dell’intera Calabria. Un passaggio questo che fa fatica ad entrare nella testa di una classe politica abituata a guardare solo al Tirreno. Idem per il sistema della mobilità pubblica: negli anni si sono inventati il famoso “snodo” di Sibari che, chissà perché, è concepito per dirottare il traffico proveniente dall’Adriatico su Cosenza. Non a caso la statale 106 prevede il potenziamento fino a Sibari per poi riversare l’utenza sulla Sa-Rc. Idem per il traffico su rotaia : elettrificazione fino a Sibari, poi si svolta per Cosenza. Da Sibari in giù esistono i figli di nessuno, gli stessi che però pagano le tasse in egual modo come i cittadini residenti nei capoluogo di provincia. La differenza è che nelle grandi città si hanno i servizi sotto casa e mobilità pubblica garantita, qui per un certificato del casellario giudiziale occorre fare almeno 160 chilometri, con tanto di aumento di costi per tutti i cittadini. Una sperequazione intollerabile che solo una politica stolta e di basso profilo può avallare con i silenzi. L’alleanza tra la dirigenza bruzia e luogotenenti del posto con la cultura del cappello in mano determina il crollo del territorio.(garantista)

Una risposta

  1. Ottima analisi ma bisogna aggiungere al lungo elenco mortale, la scandalosa situazione del sito archeologico di Sibari che a detta di insigni studiosi è tra i siti più importanti e imponenti d’Europa! Se sibari venisse portata completamente alla luce (oggi è visibile solo il 10%) Pompei a confronto sarebbe un piccolo sito!
    Inoltre non viene esaminata la penosa situazione dei partiti politici locali. I “capibastoni” delle sezioni della fascia jonica cosentina, proni e servili ai loro boss cosentini “di fatto” hanno reso questo straordinario territorio un landa deserta….. dove i cittadini da tempo rassegnati alla “nullità” dei loro rappresentanti hanno un unico credo <>!

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