Insicurezza e incertezza al Tempo del Coronavirus di Domenico Mazzullo

Insicurezza e incertezza al Tempo del Coronavirus – Una frase, nei commenti che ho ricevuto, per iscritto e a voce, riguardo alla pagina del Diario di ieri, di cui ringrazio con sincera gratitudine, mi induce, a tornare sull’argomento , perché penso rispecchi il clima che si respira in questi giorni e purtroppo, a quanto posso vedere , non è un clima gradevole e rassicurante, ma anzi, al contrario, e oltre alla legittima preoccupazione per l’epidemia, si associa, anzi si erge, la sensazione di insicurezza e di incertezza imperanti, che forse è anche più deleteria e pericolosa  della stessa epidemia.
“Ha colto nel segno dottore la sensazione che.abbiamo nei confronti di chi governa é di insicurezza”.
Questa è la frase, il commento che ho letto ieri e che tanto mi ha colpito e preoccupato, lapidaria, concisa, sintetica, incisiva, netta, che va dritta al bersaglio e rende in un attimo l’atmosfera in cui viviamo.
Mi ha tanto colpito e preoccupato per il contenuto, naturalmente, ma anche, anzi soprattutto per la incisività nel rendere con poche brevi, ma dirette parole, il sentimento, lo stato d’animo in cui ci riconosciamo e con il quale conviviamo in questi giorni.
Che esista l’epidemia, che sia molto grave, anzi forse la più grave fino ad ora, che sia un pericolo incombente, subdolo, insidioso, minaccioso, tanto, al di sopra degli altri che incombono su di noi, proprio perché è ancora in gran parte sconosciuto, credo che ormai sia ben chiaro a tutti, anche ai negazionisti dell’immediato passato, che ottimisticamente lo paragonavano a quello di una banale influenza stagionale, e ritengo non ci possa essere ulteriormente discussione.
Ma un altro pericolo, forse più gravoso e ancora più subdolo e insidioso, incombe su di noi e ne fa fede il commento che ho letto e che ho riportato integralmente.
Credo, anzi sono sicuro, che la sensazione di insicurezza che si prova nei confronti di chi governa sia certamente più pericolosa, destabilizzante e inquietante della stessa pandemia che stiamo subendo in questo tempo.
Mi ricorda e mi fa rivivere la sensazione di panico, di smarrimento, di sgomento che provavo quando, bambino, ero malato gravemente e, nonostante le parole rassicuranti e confortanti, leggevo negli occhi dei miei genitori la seria preoccupazione, non esplicitata, ma, ancor peggio lasciata involontariamente trapelare, dagli sguardi, dal viso tirato, dal muoversi concitato, che ben al di là delle parole e dei sorrisi falsamente rassicuranti, svelavano una angosciosa preoccupazione e apprensione,
La stessa identica sensazione e preoccupazione la provo io adesso, e penso che con me la provino in molti, che, consapevoli di essere in pericolo, vorrebbero affidarsi ad una guida sicura e confortante, e invece, mutatis mutandis, si trovano a rapportarsi e confrontarsi, con Autorità che decidono e impongono linee guida, comportamenti, limitazioni e obblighi spesso impegnativi e stringenti, ma che non hanno, non posseggono due elementi, che in questo caso sono indispensabili ed inalienabili, ossia la evidente logica razionale cui si sono ispirati nelle loro decisioni, e una chiarezza nella definizione dei termini, dei contenuti, delle specifiche, da cui queste disposizioni sono composte e caratterizzate.
La assenza, la carenza di questi due elementi di chiarezza, fa si che si ingenerino fraintendimenti, dubbi, incertezze, cattive interpretazioni, ma ciò che è ancora più grave e deleterio, si insinua il serpeggiante sospetto che non ci sia detto tutto, che non ci sia rivelato tutto, ma che chi ha il compito e la responsabilità di decisione, sappia cose che noi cittadini non sappiamo, non conosciamo, di cui non siamo al corrente e che quindi certe iniziative e decisioni assunte, possano essere state determinate da elementi a noi ignoti e occultati.
Io sinceramente non credo a queste ipotesi, ma certe ambiguità di comunicazione, certi pareri discordanti di difficile spiegazione e interpretazione sono passibili di essere interpretati in questo modo.
In ogni caso è evidente il clima di sfiducia e di mancanza di affidamento alle Autorità, che serpeggia sempre più diffusamente e che rende ragione, a mio parere delle diffuse violazioni, soprattutto nei giorni di festività, che si sono verificate e si verificano, in assoluto conflitto con una banale e naturale attenzione alla propria salute.
Violazioni e previsioni di queste che hanno comportato un ingente spiegamento di Forze dell’Ordine, per prevenire e reprimere, ciò che ogni logica elementare avrebbe ritenuto impossibile.
Il secondo elemento cui accennavo prima e che anch’esso mina e inficia la fiducia della popolazione nei confronti delle Istituzioni e nel Loro operato, è la mancanza di facile comprensibilità, o meglio la difficile interpretazione dei decreti con i quali si prescrivono regole e comportamenti.
Ci rendono ragione di questo fenomeno i dubbi amletici che ci attanagliano quando ci chiediamo se questa o quell’altra cosa, prima assolutamente naturale e abituale, si possa o non si possa fare e credo purtroppo che il massimo della ambiguità si sia raggiunto con il famoso termine “congiunti”, adottato nell’ultimo decreto e che ha richiesto ulteriori chiarificazioni o spiegazioni, conclusesi poi con la salomonica sentenza di “rapporti affettivi consolidati”, che ha gettato ancora più nel panico i diretti interessati alla ricerca di chiarimenti su quanto tempo di frequentazione occorra perché i rapporti affettivi si possano considerare consolidati.
Al di là della facile ironia, per alleggerire il discorso, mi sembra chiaro che queste ambiguità e difficoltà di interpretazioni, non corroborino la fiducia che noi cittadini possiamo riporre nelle Autorità che hanno il compito di decidere per la nostra salute

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