Il tragico 1945 per l’Entroterra Jonico, racconto di Martino A. Rizzo

Calabria – Il 1945, che segnò il ritorno alla democrazia, fu un anno molto tormentato. Il popolo, che
usciva da un periodo di miseria, sosteneva le proprie rivendicazioni con ogni mezzo. I partiti, a loro volta, lavoravano per la conquista del predominio locale e l’azzeramento dei precedenti posti di  comando. Contemporaneamente, all’interno degli stessi partiti, si vivevano divisioni nate da personalismi e antichi odi, familiari e di gruppi, che tornavano a galla. In questo contesto suscitano interesse alcuni rapporti di polizia presenti nell’Archivio Centrale dello Stato.

Corigliano Calabro, 11 novembre 1945
In occasione di un comizio monarchico i dirigenti del partito fanno affluire dal circondario
oltre 1.000 persone per fare applaudire l’oratore. I partiti di sinistra, intuito che si tratta di
una provocazione fanno piantonare le loro sedi da militanti. Da parte dei comizianti parte
un grido offensivo contro i partiti di sinistra, i quali a loro volta rispondono con i canti di
«bandiera rossa». Un altro gruppo, che si trova all’interno della Camera del Lavoro, dal
balcone sventola una bandiera rossa. Successivamente i militanti di sinistra organizzano un
corteo che si muove in direzione della piazza per bloccare la provocazione, ma ben presto
si arriva allo scontro frontale con i monarchici. Durante lo scontro si usano armi da fuoco e si lanciano bombe a mano, ma senza causare feriti. Intervengono i carabinieri per sedare gli scontri.

Rossano, 15 agosto 1945
Circa 200 persone, aderenti al partito comunista e socialista, si recano davanti alla porta del municipio e chiedono l’immediato allontanamento del segretario comunale accusato di essere responsabile del  passato regime fascista. Non ci sono incidenti.

Bocchigliero, 22 aprile 1945
500 contadini occupano la terra incolta dei proprietari del luogo. Intervengono i carabinieri
disoccupano e arrestano 2 persone. Nello stesso giorno le autorità giudiziarie emettono
200 mandati di cattura contro gli autori dell’arbitraria invasione di terra. Il secondo giorno
si riorganizza un corteo che si reca davanti alla caserma dei carabinieri e chiede la
liberazione dei compagni arrestati. Al diniego della richiesta, i dimostranti iniziano una
fitta sassaiola contro la caserma e, nonostante che i carabinieri rispondano con il fuoco dei
fucili, la folla invade la caserma e libera gli arrestati. Verso sera arrivano rinforzi di
carabinieri e agenti di P.S., mettono a soqquadro il paese, con perquisizioni, identificazioni
e arresti di persone che secondo la versione dei CC.RR., hanno partecipato alla sommossa
e interrotto la linea telefonica. Arrestano il «pregiudicato Pantuso Giuseppe capeggiatore
della rivolta». Gli arrestati insieme agli altri colpevoli vengono denunciati all’autorità
giudiziaria per i delitti previsti dagli art. nn. 336, 337, 339, 340, 341 e 451 del C.P. Dopo tali
arresti l’ordine pubblico viene ristabilito.

Longobucco, 19 agosto 1945
Circa 400 persone, aderenti al partito comuniste e socialista, manifestano contro il nuovo
sindaco di orientamento di centro-destra. L’intervento dei carabinieri disperde i dimostranti
e la nuova amministrazione si può insediare.

Campana, 10 marzo 1945
Un gruppo di contadini occupa la terra incolta dei proprietari del luogo. Non ci sono
incidenti gravi.

Calopezzati, 10 marzo 1945
I contadini occupano la terra incolta dei proprietari del luogo e precedono di pochi giorni le decisioni della Commissione Provinciale per l’assegnazione delle terre. La Commissione il 31.8.1945 emette 75 decreti di assegnazione di terre a favore delle cooperative di contadini.

Vaccarizzo, 4 luglio 1945
20 donne manifestano davanti alla porta del comune e denunciano la mancata distribuzione
della farina relativa alla seconda e terza decade del mese di maggio. Non ci sono incidenti.

Vaccarizzo, 5 luglio 1945
20 donne invadono il comune per impedire all’applicato di segreteria Franco Pasquale e alla guardia comunale Marrango Giuseppe, sottoposti a giudizio di epurazione, di riprendere la loro funzione. Contro le dimostranti intervengono un gruppo di democristiani, qualunquisti ed un gruppetto degenerato di socialisti, favorevoli alla ripresa del lavoro dei dipendenti  comunali. L’Arma dei CC.RR., d’accordo con il Commissario prefettizio, non potendo dominare la situazione per l’esiguo numero dei carabinieri, chiude il municipio e consegna le chiavi al «pregiudicato» comunista Coscarello. Verso sera all’arrivo dei rinforzi l’ordine pubblico viene ristabilito. Non ci sono feriti.

Martino A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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