Il sistema del welfare calabrese è a rischio

Gallo

Stesso ambito, organismi doppi, tanta confusione.

Il sistema del welfare calabrese è a rischio paralisi non solo per le controriforme della giunta Oliverio, tutte puntualmente bocciate anche dai Tribunali, ma pure per la duplicazione di organismi che si pestano i piedi a vicenda, finendo col non decidere e, soprattutto, con il perdere ogni reale rappresentatività.

Lo sostiene il consigliere regionale Gianluca Gallo, in un’interpellanza depositata nei giorni scorsi. Il ragionamento del capogruppo della Cdl prende le mosse dalla legge regionale 23 del 2003, istitutiva della Conferenza Regionale Permanente per la programmazione socio assistenziale regionale, composta dalla Consulta delle autonomie locali e dalla Consulta per il Terzo Settore. «Tale Conferenza – chiarisca Gallo – non è l’unica: nel 2004, con la legge regionale 11, è stata creata anche la Conferenza Regionale permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, composta dall’Assessore regionale alla Sanità, dai presidenti delle conferenze dei sindaci e delle aziende sanitarie, dai sindaci delle città capoluogo di provincia e due rappresentanti dell’Upi Calabria». Due Conferenze, tante competenze in comune. «Identica – sottolinea Gallo – è anzitutto la finalità, ovvero il coinvolgimento degli Enti locali nel processo di programmazione degli interventi in materia di salute e assistenza dei cittadini. Ma la questione è principalmente di merito: il sistema integrato degli interventi presuppone l’adozione di un unico strumento di programmazione sanitaria. Ad oggi, invece, ha avuto luogo l’istituzione di due Conferenze Regionali Permanenti, senza alcun punto di contatto tra loro e nessuna interrelazione reciproca». Una separazione, osserva l’esponente della Cdl, «che di fatto determina l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo dell’integrazione degli interventi alla persona, compromettendo sensibilmente il risultato della programmazione degli interventi». Da qui la richiesta al governo regionale di «unificare le due Conferenze Regionali permanenti per la programmazione socio-sanitaria e socio-assistenziale, al fine di consentire una programmazione unica e coerente su il territorio regionale, e di sapere se esistano o siano state previste forme di concertazione dell’attività di programmazione delle due Conferenze».                                                                 (fonte:comunicato stampa ) 

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