Il Porto di Corigliano cambierà volto

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di ROSSELLA MOLINARI

porto di coriglianoPiù spazio alla diportistica e maggiore interazione con il territorio: il porto di Corigliano cambierà volto. Il nulla osta, da parte dell’Amministrazione comunale, al layout del Piano Regolatore portuale fa avanzare la procedura, in attesa della definitiva approvazione e della successiva adozione dello strumento che segnerà un nuovo corso per la struttura. Una struttura mai realmente decollata e sottoutilizzata rispetto alle potenzialità esistenti, che adesso potrà avere la propria occasione di riscatto con un Prp che ne valorizza le caratteristiche puntando a migliorare l’efficienza e a rilanciare lo sviluppo in più settori, dalla pesca al turismo, dal commercio alla nautica da diporto.
Tra le criticità che finora hanno frenato il decollo della struttura portuale, vi è soprattutto la carenza di infrastrutture e di collegamenti, anche ferroviari, unitamente a un utilizzo non ottimale dello specchio acqueo e delle aree a terra.
Eppure, le previsioni iniziali erano decisamente ambiziose, contando su una rete infrastrutturale e su opere che però non vennero mai realizzate. Era il periodo del famoso “Pacchetto Colombo” che voleva fare della Calabria una regione industrializzata e all’avanguardia, prevedendo una serie di investimenti tra cui, in questo territorio, l’istituzione della prima università in Calabria che si sarebbe dovuta chiamare «Università della Sibaritide»; la realizzazione dell’autostrada Taranto-Sibari e Sibari-Catanzaro che avrebbe dovuto chiudere l’anello autostradale italiano da Nord a Sud; la realizzazione dell’aeroporto della Sibaritide. Opere, appunto, naufragate e successivamente realizzate altrove.
I lavori che portarono alla nascita del porto, intrapresi dalla ditta Sparaco Spartaco di Roma, ebbero inizio nel 1978, quando si procedette agli espropri dei terreni, molti dei quali coltivati, e degli agrumeti preesistenti, in cambio di denaro o di altre terre in contrada Foggia. Prelibata, a quei tempi, era la produzione dei cosiddetti “meloni di Bricarossa” dal nome della zona che divenne poi sede della struttura portuale. Una risorsa non di poco conto per questo territorio, la cui destinazione prevalente è stata sempre al centro del dibattito politico. Con il Piano Regolatore approntato dall’Autorità portuale di Gioia Tauro, ci si apre alla nautica da diporto attraverso una darsena dedicata (l’approdo turistico della Zagara) e si punta a valorizzare il comparto della cantieristica, così come il comparto della pesca (darsena del Cupo); si prevede inoltre la specializzazione delle aree operative nell’ambito della Darsena Grande, con il ripristino della banchina n. 1 per attività commerciali, nonché il miglioramento delle vie di accesso alle aree portuali nord-occidentali. L’espansione della struttura avverrà in direzione nord, mentre ci si propone di giungere ad una compiuta integrazione della struttura con il tessuto urbano.
Su quest’ultimo punto, non ha dubbi l’assessore Raffaele Granata, con deleghe ai Lavori Pubblici, Urbanistica e Demanio: «Il porto deve inserirsi nel contesto urbano, non può più restare una struttura a se stante. Questa è la prima osservazione preliminare che abbiamo sempre fatto come Amministrazione comunale, richiedendo una serie di integrazioni che prevedano, ad esempio, la realizzazione di piste ciclabili e percorsi pedonali adeguati da destinare anche a servizio della diportistica». E su quest’ultimo punto, l’assessore non nasconde la soddisfazione di essere riusciti ad aumentare a circa 600 i posti dedicati alle imbarcazioni da diporto, con la struttura di Corigliano che affiancherà quella dei Laghi di Sibari costituendo un punto d’appoggio fondamentale in caso di insabbiamento del canale degli Stombi.
«Vogliamo puntare sul turismo e sull’indotto ‒ prosegue l’assessore ‒ con il diporto ci aspettiamo flussi maggiori a cui, ovviamente, offrire maggiori servizi. Per questo ritengo che il Piano Regolatore del porto debba necessariamente essere in sinergia con il redigendo Psa». Tra le osservazioni redatte dall’Amministrazione comunale in sede di conferenza dei servizi, l’ampliamento della zona verde, anche a protezione del torrente Malfrancato, e un collegamento ferroviario. «Esiste ‒ va avanti l’assessore Granata ‒ un vecchio progetto del Comune di Corigliano che prevedeva il collegamento ferroviario tra il porto e la stazione di Thurio.
Ho illustrato il tutto all’Autorità portuale portando anche la planimetria. Devo dire che c’è apertura per quel che riguarda la realizzazione di una stazione adiacente al porto».
Tra le attività da potenziare, infatti, per come contenuto nello stesso Prp, vi è anche il trasporto delle merci in modo da sottrarre quote di traffico a quello effettuato via terra. A tal proposito, è prevista pure la realizzazione di celle frigorifere per lo stoccaggio delle merci. L’auspicio è che i tempi non si allunghino eccessivamente, mentre l’assessore sottolinea la proficua collaborazione, in un clima di grande sinergia, tra l’Amministrazione comunale e l’Autorità portuale e suoi rappresentanti, tra i quali, in particolare, l’architetto Luigi Errante. Il porto rappresenta una risorsa per tutti ed è quindi interesse collettivo che si giunga al più presto al suo rilancio.
Alla conferenza dei servizi, nel corso della quale sono state prodotte le osservazioni, oltre all’assessore Granata per il Comune di Corigliano, ha partecipato anche l’architetto Pisani dell’Ufficio Lavori Pubblici. E dopo il nulla osta comunale al layout, si attende ora la definitiva approvazione da parte dell’Autorità Portuale che darà il via alla successiva procedura per l’adozione del Piano regolatore portuale. «Una volta che sarà approvato definitivamente ‒ conclude sorridente l’assessore ‒ il Comune è pronto a firmare la convenzione per le opere compensative».
E su questo si aprirà un nuovo capitolo…

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