Il Come saremo al Tempo del Coronavirus di Domenico Mazzullo

Il Come saremo al Tempo del Coronavirus – Ora che la fantastica Fase II è finalmente iniziata, su tutti i media di comunicazione, radio, televisione, quotidiani, rotocalchi, si affastellano le previsioni , i pronostici, non tanto di cultori dell’Oroscopo, che non sono mai mancati, ma di esperti sociologi, psicologi, scrittori, uomini di cultura varia e molteplice, cantanti, uomini dello spettacolo, sedicenti artisti, absit iniuria verbis, Che a vario titolo si ingegnano a prevedere, non tanto il nostro futuro, ma a spiegarci, come a Loro parere noi saremo, quando tutto sarà finito, quando la pandemia sarà domata e risolta, quando il “distanziamento sociale” sarà soltanto uno spiacevole ricordo, quando gli scolari potranno tornare a scuola, noi tornare al cinema e a teatro, si potrà andare liberamente in vacanza al mare a prendere il sole a distanza ravvicinata dagli altri bagnanti e i rapporti extraconiugali potranno di nuovo clandestinamente incontrarsi liberamente in luoghi consoni e adatti e non più solo al banco dei surgelati al supermercato, quando, in ultima analisi la vita riprenderà il suo ritmo normale proditoriamente interrotto dal virus maledetto.
Tornerà tutto come prima? Assolutamente no, pronosticano e affermano i nostri Esperti, altrimenti la Loro funzione verrebbe drammaticamente meno, e quindi si prodigano in previsioni e pronostici che traggono materia e lo “ubi consistam” dalle Loro specifiche competenze e scienze di cui sono riconosciuti cultori.
Le previsioni sono ovviamente diverse  e complesse, diversificate nei contenuti e nella forma, ma su un concetto di base, Tutti, nessuno escluso, sono unanimemente concordi: nulla sarà più come prima, la vita riprenderà, sì sicuramente, ma non certo eguale a prima, giammai, e su queste previste diversità si esprimono i vari ragionamenti dei nostri Esperti.
Se unanime è il verdetto che nulla tornerà come prima, sulle diversità si allargano a ventaglio e si contrappongono le previsioni, in un fantasmagorico caleidoscopio di un prossimo futuro immaginato e previsto.
Per dovere di sintesi le previsioni possono, però, essere raccolte in due schiere contrapposte, le une prevedenti un futuro, un dopo migliore, già iniziato con i proponimenti che dalle voci soprattutto della politica provengono, di fare finalmente tutti il proprio dovere, di ridurre il gravoso peso della burocrazia, di snellire e velocizzare l’iter della Giustizia, di rinascere ad una nuova visione della vita e della umana coesistenza, di essere tutti più bravi e più buoni. Propositi che ad ogni inizio di Anno si ripetono, anche senza Coronavirus.
Sul versante diametralmente opposto, sull’altro fronte, si direbbe in termini militari, si schierano invece i pessimisti, in altra epoca non più tanto recente si sarebbero detti “disfattisti”, che invece vaticinano un futuro crudelmente peggiore, in cui il “distanziamento sociale” diverrà una realtà, non più transitoria, ma consolidata e perenne, realtà in cui prevarrà un “sano egoismo” secondo una dizione universalmente riconosciuta, una realtà sociale ancora più negativamente individualista, competitiva e discriminante, materialista e dimentica del bene comune, cinica e arrivista, ancor di più priva di senso morale e di attenzione verso le legittime necessità degli Altri.
In poche parole una copia notevolmente peggiorata e abbrutita, di quanto già avevamo prima della pandemia.
Si evince quindi che i massimi esperti della Scienza del futuro abbiano sviluppato previsioni contrastanti e difformi, sulla base di proprie osservazioni e deduzioni, suffragate da comprovate teorie scientifiche e sociologiche.
Io, nel mio piccolo di psichiatra terra terra che procede osservando quanto accade intorno a Lui e lo confronta con quanto è accaduto nel passato, recente o remoto, traendone delle conclusioni, sono arrivato, modestamente e umilmente alla deduzione, forse semplicistica, che nulla cambierà e tutto, passato un primo momento di inspiegabile euforia, tornerà come prima, altrimenti non troverebbe spiegazione il fatto storico che dopo ogni guerra, conclusasi inevitabilmente con la vittoria di un contendente e la sconfitta dell’altro, ma anche con la solenne promessa di non fare più inutili guerre,  poco tempo dopo ne sarebbe iniziata puntualmente un’altra.
Quella che fino a ieri era solamente una ipotesi di probabilità è divenuta oggi una scientifica certezza, quando oggi nel mio studio è entrata una nuova paziente, regolarmente munita di mascherina a coprire naso e bocca, ma la suddetta mascherina, firmata da un famoso stilista era di stoffa pregiata, di gran qualità e leopardata, secondo i gusti moderni.

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