I nomi dei 100 garibaldini rossanesi. Racconto di Martino A. Rizzo

Il 5 maggio 1860 da Quarto, vicino Genova, si imbarcarono con Garibaldi alla volta di Marsala 1150 uomini e tra loro c’era il rossanese Luigi Minnicelli, insieme ad altri otto calabresi: Luigi Miceli di Longobardi, Domenico Damis di Lungro, Domenico e Raffaele Mauro di San Demetrio, Vincenzo e Francesco Sprovieri di Acri, Stanislao Lamenza di Saracena, Ferdinando Bianchi di Bianchi.

Successivamente, man mano che Garibaldi dalla Sicilia risaliva la penisola, le fila del suo esercito si ingrossarono fino a raggiungere il numero di 50.000 uomini. Gli apporti arrivavano sia da fuori il Regno delle Due Sicilie sia dai territori che l’esercito attraversava. Sbarcato il 19 agosto 1860 a Melito Porto Salvo l’affluenza di volontari calabresi e lucani fu massiccia e così Garibaldi chiamò la sua armata Esercito Meridionale.
Per fare uscire dall’anonimato questa massa di volontari l’Archivio di Stato di Torino ha realizzato il Progetto “Alla ricerca dei garibaldini scomparsi” con lo scopo di dare loro un nome.

Pertanto il gruppo di lavoro, basandosi sui documenti che ha potuto consultare, fino adesso ha fatto emergere 35.000 nominativi, spesso trascritti male dalle antiche carte, con molti casi di omonimia, con molti cognomi alterati, ma che comunque rappresentano una fonte rilevante per avere indicazioni sugli uomini che indossarono la camicia rossa.
Tra questi ce ne sono circa cento di Rossano, pur mancandone sicuramente tanti altri di cui si ha la certezza della loro partecipazione grazie alla “Storia di Rossano” del Gradilone e agli Archivi pubblici e privati locali. Così come per altri garibaldini sono stati riportati solo il cognome e il nome che spesso tornano familiari a un rossanese, senza però avere la possibilità di risalire alla loro provenienza in quanto non è indicato il luogo di nascita. Quindi tanti sono gli elementi che fanno presumere che i Rossanesi siano stati realmente molti di più. Il fatto inoppugnabile è che comunque Rossano offrì a Garibaldi un numero importante di volontari. Per avere un termine di paragone, rispetto al centinaio di Rossanesi che risultano all’Archivio di Stato di Torino, bisogna tener conto che nello stesso Archivio ce ne sono solo 13 provenienti da Corigliano.

Comunque ecco i nominativi dei garibaldini rossanesi presenti nel Progetto “Alla ricerca dei garibaldini scomparsi”:

Acri Leonardo di Cataldo, Amedeo/Amodeo Antonio di Domenico, Artisani Giovanni,  Basile Pietro di Giuseppe, Belsito Gennaro, Bivaqua/Beragna Salvatore di Francesco, Bono/Bone Raffaele di Salvatore, Calabro Giuseppe di Luigi, Calagiuli Pasquale di fu Domenico, Capicollo Rafaele di Antonio, Caracciolo Gregorio di Leonardo e Barbara Graziano, Carcavallo Raffaele di Francesco e Vita Mingrone nato il 7 ottobre 1840,  Casacchio Giuseppe di fu Nicola, Casacchio Francesco, Castelli Ferdinando di fu Filippo, Castrovillari Salvadore di fu Antonio,  Castrovillari Antonio di Salvadore [Salvatore], Celico Michele di Carmine, Cerrella  Antonio, Cervilo  Giuseppe di Francesco, Ciculo  Giacomo di Antonio, Cirelli  Giovanni di fu Giacinto, Coriati Pietro nato a/in Rossano, Corrade Natale di fu Francesco nato a/in Rossano, Corrado  Francesco di fu Saverio, De Gennaro Pasquale di fu Stefano, De Gennaro Pietro di fu Vincenzo, De Gennaro Giuseppe di Pietro, De Luca Leonardo fu Pietro e Carmela Vitale, Federico Vincenzo di fu Giacomo, Federico Giuseppe di fu Gennarino [Gennaro], Felice Pasquale di Giuseppe, Felice Vincenzo di Giuseppe, Ferro Bruno di fu Luigi, Fiorentino Pasquale di Natale, Florio Gaetano di Ingerlo [sic], Focaraccio Francesco di fu Michele, Focaraccio Giuseppe di fu Pasquale, Fogarazzo Giuseppe di fu Raffaele, Fontana Antonio di Giuseppe, Fontanelli Antonio di Giovanni, Galati Luigi di fu Antonio, Gallucci Giuseppe di fu Antonio, Gervino  Nilo di Francesco, Grillo Angelo di Giovanni, Grillo Pasquale di fu Vincenzo, Guarini Gabriele, Labonia Raffaele di fu Antonio, Linza Antonio, Lopis Francesco di fu Giuseppe, Macchia Pasquale di fu Fedele, Maletti Nicola di fu Vincenzo, Manaco Vincenzo di fu Michele, Mandara Francesco di Francesco, Marino Domenico di fu Giuseppe,  Martino Giacinto,  Martino Vincenzo di Raffaele, Martino Antonio di fu Gaetano, Mingrone Chilo di fu Gaetano, Minnicelli Luigi di fu Gennaro e Pirillo Maria nato a/in Rossano il/nel 13 agosto 1827, Mirabelli Antonio di Giuseppe, Natale Bruno di fu Francesco Antonio, Nigro Antonio di Sione [Simone?], Orlando Leonardo di Raffaele, Pane Bruno di Raffaele, Paoleo Pasquale di Giuseppuzzo [Giuseppe], Paternò Francesco di fu Giuseppe, Pellegrini Cesare di fu Biaggi, Pellegrini Cesare di Giuseppe, Pelusio Giuseppe di Vito, Pignataro Giuseppe di Raffaele, Placonà Antonio di fu Luigi, Preconà Gaetano di fu Berardino [Berardo],  Rizzi Antonio, Rizzo Tommaso di fu Silvestro, Rizzo Giuseppe di Antonio, Rizzo Gennaro di fu Filippo, Romanelli Francesco, Romeo Giovanni di fu Nicola, Rosito Gennaro, Russo Pietro di fu Giuseppe, Russo Luigi di fu Vincenzo, Salaro, Francesco di Giovanni, Sarto Nilo di fu Antonio, Scalise Giuseppe, Scalise Francesco, Scalise Pasquale di Vincenzo, Scino Francesco di Giuseppe, Sellaro Domenico di Giovanni, Sproviere Tommaso di fu Francesco, Strafaccio Antonio di Natale, Tallarico Domenico di Nicola, Terano Eugenio, Zammarella Vincenzo di Ferdinando.

Infine, nel sito: https://archiviodistatotorino.beniculturali.it/garb_src/ è possibile consultare direttamente i nominativi che interessano per avere su di loro ulteriori indicazioni.

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

Una risposta

  1. Forse se fossero restati a casa loro , la Calabria non sarebbe diventata la regione piu’ povera d’Europa dove e’ vietato di morire perche’ mancano anche i cimiteri

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