Geraci a Graziano: richiami inappropriati

geraci

 Sulla mia richiesta al Presidente OLIVERIO di soprassedere, per almeno 90 giorni, all’indizione del referendum consultivo attraverso il quale verrà dato modo ai miei concittadini di decidere della fusione con il Comune di Rossano, si è scatenato il putiferio.

 

La mia intenzione era ed è quella di arrivare alla programmata fusione – ove mai allargata al Comune di Cassano all’Ionio che ha fatto specifica richiesta in tal senso – con la necessaria conoscenza dei dati che caratterizzano i due Comuni. Primi fra tutti, quelli riguardanti le condizioni dei rispettivi bilanci, da comparare in modo attento anche pubblicamente, e le dotazioni organiche del personale, della quali tenere conto per programmare al meglio quella unitaria.

 

Le ragioni di questa mia richiesta risiedono in una logica che è l’esatto contrario di quella cui hanno fatto riferimento i miei impropri traduttori.

 

La conoscenza di ciò che i due Comuni sono oggi è necessaria per meglio comprendere ciò che il Comune fuso sarà. Un dovere ineludibile per un primo cittadino, tenuto per obbligo rappresentativo, a garantire ai propri cittadini, chiamati a decidere del loro futuro nella prevista prova referendaria, l’esercizio cosciente del voto, il più consapevolmente possibile. Un compito non facile in assenza di un preventivo studio di fattibilità della fusione indispensabile ai cittadini per comprendere lo stato dell’essere del proprio e altrui Comune, dai quali desumere le reciproche convenienze collettive, senza le quali non v’è ragione neppure di tentare esperimenti referendari, perché destinati a registrare dissensi ostativi.

 

Nel caso che ci occupa, tutto questo non è stato fatto ed è necessario che si faccia oggi anche alla luce dei preoccupanti episodi, cui ho fatto riferimento nella missiva indirizzata ad OLIVERIO, che all’unisono sono dimostrativi dello stato di preoccupante precarietà dei conti del Comune di Rossano. Sul punto, il Governatore assumerà certamente come proprie le mie preoccupazioni, non fosse altro per non rendersi complice istituzionale di una fusione a così alto rischio di insuccesso.

 

Sono, infatti, numerose le dicerie da sfatare, soprattutto quelle riguardanti il continuo ricorso all’anticipazione di cassa per milioni di euro, la difficoltà di corrispondere a fine anno gli stipendi ai dipendenti, il recente differimento di pagamento a fornitori per evitare sprofondamenti di cassa, l’utilizzo di fondi vincolati, anche di tipo consortile, per effettuare spese correnti. Un dovere, quello di opporre la verità a prova contraria dei dubbi, che renderà facile ogni prosieguo a cominciare dall’esito del referendum!

 

A nulla valgono, pertanto, le illazioni e le offese perpetrate al mio indirizzo solo perché ho esercitato il dovere di fare la necessaria chiarezza per pervenire al migliore risultato nell’interesse generale delle due/tre comunità ioniche.

 

Evito in questa sede di sottolineare, così come però meriterebbero, la inappropriatezza dei richiami fatti dal consigliere Giuseppe GRAZIANO all’unificazione dei due Municipi piuttosto che dei Comuni, ovvero al richiamo legislativo che non c’entra nulla su ciò che lo stesso si sforza di provare, citando in proposito improprie norme. Invero, l’art. 14, comma 28, della Finanziaria c.d. d’estate del 2010 (d.l. n. 78/2010 convertito nella legge n. 122 dello stesso anno), cui fa richiamo il medesimo, nulla c’entra con gli strumenti agevolativi per rimuovere gli eventuali stati di squilibrio finanziario che dovessero insorgere a seguito della fusione de qua per le debolezze del bilancio del Comune di Rossano, che il GRAZIANO sembra così peraltro riconoscere. La norma si riferisce, infatti, a tutt’altra fattispecie, più esattamente all’obbligo e alle modalità di esercizio associato delle funzioni fondamentali dei Comuni c.d. minori (fino 5.000 e inferiori a 3.000 abitanti).

 

Dunque, due errori del nostro: il primo ad avere fatto riferimento, nel caso di specie, ad una norma che non c’azzecca nulla, tra l’altro superata dalla riforma DELRIO di quattro anni dopo; il secondo per avere individuato una soluzione che c’è, ad un problema che lo stesso di fatto riconosce.

 

Non solo. Lo stesso ha fatto altrettanto sottolineando l’esistenza di un sedicente chiarimento, sullo stato dei conti del Comune bizantino, che si afferma essere intervento in sede di audizione in prima commissione regionale. Tutt’altro. In quella sede, in difetto di risposte esaurienti alle mie precise domande, ebbi a presentare un ordine del giorno con il quale chiedevo di fare le chiarezze in relazione alla situazione finanziaria del Comune di Rossano. Un atto dovuto tenuto conto degli sforzi che ha fatto il mio Comune a recuperare dal 2013 ad oggi le rovine ereditate dalle precedenti conduzioni amministrative.

 

Il mio è pertanto un formale invito a fare le cose sul serio nell’esclusivo interesse generale delle collettività interessate in relazione alle quali si rende necessario un confronto, anche pubblico, funzionale a chiarire le condizioni di accesso alla fusione di entrambi i Comuni, estesa anche a quello di Cassano all’Ionio nel caso di condivisa estensione. Un invito sino ad oggi disatteso dal Comune di Rossano, nonostante le reiterate sollecitazioni mosse al suo indirizzo.

 

Il tutto in una logica costruttiva intesa a favorire un voto referendario consapevole e proprio per questo democraticamente favorevole all’auspicata aggregazione dei Comuni, altrimenti destinata ad essere bocciata sonoramente dalle rispettive comunità, solo perché mantenute da taluni volutamente all’oscuro

(fonte: comunicato stampa)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: