Fusione. Linea dura di Geraci sulla revoca. Dardano chiede responsabilità

Corigliano – Prevale la linea dura al Garopoli. Dopo la nota del sindaco di Rossano Stefano Mascaro e del presidente del consiglio comunale Rosellina Madeo che hanno respinto la richiesta del sindaco Giuseppe Geraci circa la necessità di giungere a un consiglio comunale congiunto al fine di chiedere al presidente Oliverio una proroga di 90 giorni, il sindaco Giuseppe Geraci sarebbe intenzionato a riportare all’attenzione del civico consesso coriglianese la revoca dell’atto d’impulso, probabilmente entro il prossimo 5 ottobre. I rapporti a questo punto sono pressoché interrotti tra le due amministrazioni. Un epilogo che questo territorio non merita per le sue tradizioni storiche e culturali. Geraci, questa volta, avrà la maggioranza in consiglio? Sarebbe la terza volta che ci prova. Intanto Giampiero Dardano, consigliere comunale di maggioranza, accusato di svolgere su questa vicenda un ruolo altalenante, mette al corde il sindaco Geraci e lo invita ad assumersi le responsabilità, non solo in termini di semplici dichiarazioni ma attraverso atti consequenziali concreti. Dardano pone due aspetti: “Il primo è di natura giuridica, è inutile prenderci in giro la revoca della delibera non blocca l’iter referendario il 22 ottobre si voterà; il secondo è di natura politica”. Una volta revocata la delibera chi dovrebbero essere i destinatari dell’atto di revoca? “Alcuni dicono alla Regione Calabria, e se la Regione Calabria rispondesse, ma l’atto di impulso te lo abbiamo chiesto e/o costretto noi a farlo? Secondo me onestamente la risposta sarebbe no!!!!.

Altri dicono il messaggio va inviato alla Amministrazione Comunale rossanese e se gli amici di Rossano rispondessero, dicendo ma cari amici coriglianesi, i consigli comunali congiunti sono stati convocati nella stessa ora e nello stesso giorno per puro caso? La risposta sarebbe no!!!!.

Altri ancora dicono che il messaggio deve essere inviato a chi ha proposto la legge ed anche alle 100 associazioni che troppo spingono sul percorso da fare. Ed io dico la legge regionale è stata fatta in Corea il proponente è coreano, le 100 associazioni sono tutte formate da uomini e donne che appartengono a poteri forti, massoni, opus dei ed altro ancora, quindi non sono riconoscibili, non hanno una casa, un telefono, non mangiano pizza, usano indumenti simili ai nostri o usano clamidi cilicio e girano le città con il volto coperto o con le piaghe sulle proprie carni. Anche questa risposta ahimè!!!!!! E’ no. Il messaggio che dobbiamo inviare e recepire è uno soltanto- conclude Dardano – in politica quando si sbaglia non basta assumersi le responsabilità nonostante è un grande atto di umiltà, ma qualcuno che oggi mi definisce ondivago mi ha insegnato, quando ricopre il ruolo di colomba, che quando si è governo “t’agghiuttiri i ruospi” e quando sbagli paghi assumendoti le responsabilità politiche della azione politica errata. Altrimenti devi dire la verità dicendo di chi sono le responsabilità, ma non come atto di accusa, ma come atto politico questo si è che ha valenza politica, qui quando invece il maestro diventa aquila.

Bisogna prendere atto degli errori e salvarsi dalla deriva, sono caduti i governi nazionali per cose veramente ridicole(avviso di garanzia Berlusconi), hanno iniziato la procedura di impeachment per i Presidenti degli Stati Uniti d’America per un rapporto orale( caso Lewinsky), l’ultimo governo nazionale cade nonostante qualcuno rassicurava il Primo Ministro, con la celebre frase “Enrico stai sereno”. Vuol dire che ogni mandato politico si può interrompere se non si vuole mettere la barra dritta, se il capitano vuole e ne ha tutti i poteri ordina all’equipaggio di seguire la direzione, ma se il mozzo di bordo si accorge perché’ meno stanco che il capitano sta portando la nave incontro ad un iceberg, badate bene l’iceberg è da tutt’altra parte il capitano vi sta andando incontro perché’ pensa che la sua nave è inaffondabile, il mozzo di bordo con garbo e rispetto per la carica che ha davanti lo fa presente, dopo che lo ha detto e ridetto ed informato anche gli altri ufficiali di bordo , i sottufficiali, marinai semplici e ciurma, il mozzo dice, ma perché’ schiantarsi da fessi non è meglio che il capitano cambi rotta, sicuramente lo farà ed anche in fretta è troppo intelligente, proprio ora che siamo quasi approdati al porto della “giustizia” quasi raggiunta con molte difficoltà, ma con la consapevolezza che lì vi saremmo giunti sicuramente, perché l’onestà del capitano è inconfutabile ora che la crociera sta per finire degnamente e con la possibilità di riiniziare un bel viaggio con mare sereno, il capitano vuole portare il mozzo di bordo a prendere un iceberg in pieno, capitano sveglia!”. “Che ben venga l’atto politico forte ma ciò presuppone che si riconoscano le vere conseguenze. Il mio ondivagare è legato alla nave che vuole andare per forza contro l’iceberg, badate bene il mozzo ha detto che non è necessario prenderlo in pieno, possiamo salvare tutti anche il mozzo, l’importante che il capitano cambi rotta, altrimenti se ciò non dovesse avvenire, il mozzo si salverà perché’ l’iceberg lo ha visto e lo ha detto a tutti, ognuno poi faccia come meglio creda.

Poi per cortesia nel profano, non mettiamoci San FRANCESCO di PAOLA che è stato un grande politico, non per niente andò a Napoli è si mise di traverso al RE e poi proseguì per la Francia in quel periodo non proprio una Francia pacifica e li morì”.

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