Fusione: la volontà sembra esserci, ma bisogna lavorare molto

di SERAFINO CARUSO

fusioLa fumata bianca coriglianese sulla fusione con la vicina Rossano ha riacceso i motori dell’entusiasmo.
Il territorio della Sibaritide ha bisogno, essenzialmente, di una rappresentatività che non ha mai avuto. Né a Roma né a Catanzaro o Reggio Calabria. Inutile girarci intorno: i rappresentanti politici di questo territorio sia a livello nazionale che regionale hanno miseramente fallito. Se questo territorio ha perso tutto, lo si deve a questa assenza di “peso” politico nelle stanze che contano.
La delibera sulla fusione approvata da Corigliano ha destato, dicevamo, nuovo entusiasmo.
«Adesso – dice il Sindaco di Corigliano, Geraci – inizia il percorso più importante per tutte e due le comunità e per le rispettive classi dirigenti: quello cioè in cui bisogna dimostrare nei fatti, prima e in attesa del referendum, che l’approvazione dell’atto di impulso non era perché non poteva essere un solo momento procedurale per licenziare un atto meramente tecnico, ma che era e resta invece un momento squisitamente ed eminentemente politico al quale ci si deve sentire condizionati nel percorrere con lealtà, equilibrio e lungimiranza tutti i passi intermedi e necessari per convincere le due popolazioni che i loro rappresentanti istituzionali hanno fatto sul serio».
È un Geraci carismatico quello che parla.
Rappresentante autorevole di una comunità che merita di essere traghettata verso una consapevolezza maggiore della propria forza. Che, da sola, ha un certo valore. Con la vicina Rossano ne ha un altro.
Chi ha creduto sin dall’inizio nel “progetto fusione” tra Corigliano e Rossano è l’ex Primo cittadino di Rossano, Giuseppe Antoniotti. Defenestrato anzitempo per i motivi che conosciamo. Ma che ambisce a ritornare a guidare la sua città.
«Si compie – dice Antoniotti – un primo passo storico verso l’unificazione amministrativa di un territorio strategico per lo sviluppo della Calabria. Da sindaco, prima, e da cittadino, oggi, guardo con grande interesse a questo processo. Al quale ho creduto, con coraggio e perseveranza. E sono orgoglioso di essere stato il primo amministratore ad aver acceso la scintilla di questo processo. Che, ne sono certo, una volta andato in porto con il suffragio dei cittadini delle due comunità, potrà portare solo benefici non solo a Rossano e Corigliano ma all’intero territorio della Sibaritide e della Valle del Trionto. È apprezzabile, infatti, anche se al momento secondario rispetto all’idea netta di fusione delle due municipalità, aprire ad un’area vasta, direi anche metropolitana, al comprensorio cassanese-sibarita a nord e di Crosia e della Valle del Trionto a sud. Lo dissi un anno fa, il 15 gennaio 2015 in occasione dell’approvazione all’unanimità della delibera da parte del Consiglio comunale di Rossano, lo ribadisco oggi: la fusione dei Comuni di Rossano e Corigliano è l’unica via perseguibile per rilanciare le aspettative di sviluppo e per rafforzare la strategicità politica di questo territorio, ma è soprattutto l’unica strada da percorrere con responsabilità e lungimiranza per ridare speranza e un futuro certo alle nuove generazioni».

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