Fusione dei comuni, referendum a rischio

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Sulla fusione s’innescano meccanismi trasversali che rischiano di far saltare il referendum. Il sindaco di Cassano Gianni Papasso va avanti spedito per la sua strada: ha convocato la conferenza dei capigruppo e per fine mese terrà un consiglio comunale all’interno del quale verrà licenziato un atto d’impulso a favore della fusione con i comuni di Corigliano e di Rossano. Tutto questo meccanismo determinerebbe, di fatto, l’annullamento degli atti deliberativi delle assemblee civiche di Rossano e di Corigliano, i cui consigli comunali dovrebbero tornare a riunirsi per deliberare una fusione a tre teste. E tutto questo quando si è a un passo dal referendum. Nelle ultime ore si è registrato il “pass” della commissione regionale affari istituzionali, e precedentemente sono stati sentiti in audizione i sindaci Mascaro (Rossano) e Geraci (Corigliano). Il primo cittadino ausonico in quella sede, invitava alla prudenza tenendo conto delle situazioni finanziarie. Nel caso di specie, si è fatto riferimento alla tenuta di cassa del Comune di Rossano, la cui stabilità è posta in dubbio e, il dato, potrebbe inquinare le casse comunali del Garopoli. Questa è la preoccupazione, secondo quanto emerge, del sindaco Geraci e del suo consulente prof. Ettore Jonio, che sul punto spinge e non poco. Una visione unilaterale, forse imprudente sul piano dei rapporti istituzionali, considerato che, si ritiene poco opportuno potersi esprimere su una realtà che non si conosce direttamente, se non attraverso i solito “sentito dire”. Ciò che tuttavia lascia perplessi, è il silenzio del Comune di Rossano rispetto alle ipotesi prospettate da Geraci e da Jorio. Nessuno contesta. A questo punto due sono le soluzioni: o Geraci ha ragione, o gli amministratori del Comune di Rossano vogliono evitare lo scontro. Anche la posizione del prof. Jorio risulta un po’ azzardata, se è vero come è vero, che non può conoscere le condizioni di cassa di un comune di cui non ne è consulente. Stupisce, ad ogni modo, l’atteggiamento dell’assessore al bilancio del comune di Rossano Nicola Candiano che sembra incassare il colpo senza nulla proferire. D’altronde sono dinamiche delicate. Il problema è che si rischia di andare allo scontro, determinando di fatto una definitiva rottura di rapporti tra le due municipalità. E allora ecco che spunta la diplomazia. Quel che appare ancor più grave, sul piano politico, è il comportamento del sindaco di Cassano Papasso che, autonomamente con la sua maggioranza, decide su una questione così delicata come la fusione di Cassano con altre due realtà. E tutto questo senza confrontarsi con la città, con le parti sociali, con le associazioni di categoria, con partiti e movimenti. Un vero e proprio strappo che offusca la democrazia. Una realtà, quella cassanese, che nel lontano passato si misurò circa la necessità di cambiare nome da Cassano in Sibari, la famosa proposta dell’allora onorevole Salvatore Frasca. Per i cassanesi quel territorio deve chiamarsi Cassano. Ecco quindi la forzatura del sindaco Papasso che propone la grande città di Sibari ai comuni di Corigliano e di Rossano, ma non ha incassato dai suoi concittadini l’ok perché Cassano possa cambiare denominazione. Una serie di contraddizioni verso le quali occorrerà porsi con estrema attenzione e altrettanta determinazione. Lo stesso sindaco Geraci su Corigliano prese un anno di tempo al fine di sensibilizzare la popolazione e il consiglio comunale. Dopo un anno, per l’appunto, arrivò la delibera. E si pensava che tutto fosse chiaro. E invece rispuntano le ombre…

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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