Fusione Corigliano-Rossano, udienza al Tar il 22 agosto

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Martedì prossimo 22 agosto il Tar Calabria prenderà in esame il ricorso, presentato il 23 giugno scorso, da cinque cittadini coriglianesi (tra questi il consigliere Angelo Caravetta) attraverso il quale chiedono la sospensiva del decreto del presidente della regione del 26 aprile scorso con il quale è stato indetto il referendum consultivo per la fusione tra Corigliano e Rossano, che è in programma per il 22 ottobre. Ad una ventina di giorni dall’udienza ancora il comune di Corigliano non ha comunicato ufficialmente cosa vuole fare, se costituirsi o meno in giudizio. Ricordiamo che in proposito nei giorni scorsi sono stati anche alcuni consiglieri di maggioranza a chiedere al sindaco, Giuseppe Geraci, di costituirsi in giudizio per impedire che il Tar possa decidere per la sospensiva che, di fatto, bloccherebbe l’iter referendario. In questo scenario alquanto incerto si inserisce una dichiarazione di Sergio Paciolla, Coordinatore cittadino di Sinistra Italiana, il quale parla di fusione consapevole. “Seguiamo da tempo, con grande attenzione, – afferma Paciolla – il dibattito attorno alla fusione, tema ormai assolutamente ineludibile mentre si avvicina, giorno dopo giorno, la data del referendum consultivo del 22 ottobre prossimo. Assistiamo al contempo al progressivo abbassamento del livello del dibattito politico, chiuso tra slogan pseudoelettorali e tifo da stadio. Gli aspetti spiccatamente populisti che ha assunto il dibattito sulla fusione sono preciso contraltare del vuoto politico attuale: ne è un esempio lampante uno degli ultimi interventi sul tema del sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci che, in forma di lettera aperta all’omologo rossanese, tratteggia il processo di fusione come se ne fosse un mero spettatore e non uno dei promotori. Intendiamoci: le perplessità normative ci sono – sottolinea il Coordinatore di Si – ma è abbastanza singolare che chi dovrebbe dare risposte ai cittadini e governare politicamente il progetto, faccia appelli invocando chiarimenti salvifici su quelli che dovrebbero essere dei punti cardine del passaggio referendario. Il punto non è questione meramente formale, perché è proprio da questa mancanza di chiarezza che derivano da un lato lo svuotamento del momento democratico e dall’altro l’impoverimento del dibattito. Detto più chiaramente, è impensabile che si vada a votare senza una parola definitiva sulla questione della maggioranza complessiva potenzialmente in contrasto con un eventuale no di una sola delle due città: il punto è troppo importante perché lo si lasci alle pur autorevoli interpretazioni di esponenti dei vari comitati, a fronte di una norma oggettivamente non univoca almeno in prima lettura. Appare necessario fugare i dubbi sull’articolo 44 della LR del 1983 inerente ai processi di fusione, poiché la modifica normativa del 2016 con l’abolizione dei termini “intero bacino elettorale” non aiuta a comprendere se effettivamente le volontà dei due Comuni vadano intese singolarmente o meno. Facciamo perciò nostra la richiesta del compagno Daniele Torchiaro – così termina Sergio Paciolla – per richiedere una interpretazione autentica alla regione Calabria affinché possa essere lo stesso organo legislativo regionale a far comprendere quale sia il tenore semantico dell’articolo 44 per come modificato. È inoltre necessario che le due amministrazioni provvedano finalmente a far redigere uno studio di fattibilità, che non può certo essere demandato alle iniziative dei singoli comitati o essere invocato in chiave ipotetica a favore dell’una o dell’altra parte. Si proceda ed allora cittadini e comitati potranno discutere sui numeri e non sulla fantapolitica.”

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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