Fusione, i comitati per il “Si” si costituiscono al Tar

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Referendum sulla fusione: si va avanti comunque, nonostante le strategie minatorie messe in campo da chi non vuole che l’elettore si pronunzi su questo progetto. Lo scontro è tra i “si” e i “no” questi ultimi mascherati dietro una prudenza al momento non giustificata. Il comitato delle cento associazioni continua la sua battaglia per il “si”. A supporto sorgono nuovi comitati su tutto il territorio dell’area urbana. Ieri si è strutturato un altro Comitato Referendario: Fabrizio Grande. «Non ci stanchiamo di ribadire che il movimento che si è creato intorno al Progetto di Fusione di Corigliano-Rossano poggia su due pilastri solidi costruiti dal Comitato- si afferma in una nota- Uno è rappresentato dalle tante ragioni Politiche, Sociali, Economico-Finanziarie, Tradizionali, Difensive e di Rivalorizzazione del Territorio la cui divulgazione abbiamo affidato, in primo luogo alle Istituzioni (Comuni e Regione), alla Stampa, all’Imprenditoria, al ceto Professionale, ai Cittadini, ai molti Documenti elaborati e alla presenza fisica crescente sul territorio dei Comitati. L’altro pilastro è il metodo di lavoro coinvolgente, di base, aperto a tutti i cittadini che abbiamo fin dall’inizio adottato e che questi ultimi hanno dimostrato di apprezzare, facendolo proprio. Ciò costituisce nell’ambito dell’esperienza di costruzione di un qualcosa di politico-istituzionale così importante come la strutturazione di una Città di 80 mila abitati, un esempio e un precedente di assoluta novità che se fosse accaduta altrove in questo Paese, avrebbe attratto quanto meno curiosità se non interesse scientifico. Qui dove scivola tutto come la pioggia sui vetri, lo diciamo senza ombra di risentimento, è come se nulla fosse ed è così che qualcuno si è potuto sentire in dovere, tra l’altro come sedicente <<cittadino comunitario>> – qualità per altro inesistente perché la cittadinanza è tuttora solo nazionale – di ricorrere al TAR di Catanzaro impugnando il Decreto del Presidente Oliverio di fissazione della data del 22 ottobre per il Referendum e quant’altro. Altri, invece, pare che abbiano depositato in Regione un’istanza per una moratoria della procedura di Fusione. Perché poi? Non è dato sapere. Dicono alcuni, il rinviare è lo sport preferito dagli Italiani e particolarmente dai calabresi. Noi, invece, non rinviamo proprio un bel niente. Contro quel Ricorso ci costituiremo al TAR come Comitato 100 Associazioni Fusione Corigliano-Rossano dando mandato ad un avvocato docente di Diritto Amministrativo il quale ne rileverà la carenza di giurisdizione e la carenza di legittimazione in capo ai ricorrenti. Suggeriamo poi che ciascun Comitato Referendario parimenti si costituisca per il tramite di difensore per ribadire l’opposizione al Ricorso». Insomma la battaglia ora percorre la pista della giustizia amministrativa. Domani intanto tutti i simpatizzanti del “Si ” si ritroveranno uniti e compatti in piazzetta Portofino a Schiavonea, al fine di ribadire l’importanza del progetto di rilancio non solo dell’area urbana “Corigliano – Rossano”, ma di tutta la Sibaritide e dell’intera provincia di Cosenza. Risultano al momento povere le ragioni del “No” tutte incentrate su una sorta di timore di pseudo dominio rossanese, in un momento difficile per la città del codex. Non si guarda oltre, né si ha voglia di cambiare o di ragionare in grande. Quasi come se il cambiamento facesse paura a chi è abituato a vivere nell’ordinario. La terza città è una grande sfida che dovrebbe essere accolta anche dai cosentini se solo avessero la lungimiranza dei politici d’un tempo.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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