Esecutivo Geraci, la maggioranza fibrilla

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Il clima di tensione e di malessere che attraversa la maggioranza potrebbe avere risvolti a partire dalla fase post-natalizia. Il 2017 sarà un anno decisivo: il sindaco Geraci è chiamato a rincorrere margini di consenso che ha perso nel tempo, a volte per responsabilità diretta tal altra per responsabilità riflessa. E poi ci sono le amministrative del 2018 e c’è chi scalda di motori. Tra questi l’ex parlamentare Giovanni Dima, per nulla disposto a mettersi da parte. Tempi duri dunque per la destra coriglianese, un po’ sulla scia di quanto è accaduto nella vicina Rossano. A sinistra tuttavia non si sta meglio. Il coordinatore del Movimento Centro Storico, Giorgio Luzzi, parla di “dignità perduta”: “Coloro che una volta si riconoscevano nel Pd locale, tesserati, con incarichi politici rilevanti alle spalle, e che dal partito hanno avuto tanto, oggi – afferma Luzzi – lo rinnegano, non si riconoscono in questo partito, tanti sono quelli che si lamentano della situazione interna, imputano il disagio, il clima ostile, la scarsa democrazia interna ai cosiddetti veterani, (gli stessi di oggi, di ieri e dell’altro ieri) da sempre in una eterna lotta personale, una faida interna, una sfida in negativo sempre aperta, impegnati più che altro ad acquisire il controllo del partito, a fare collezione di incarichi alla regione Calabria, elargiti come regalie da Oliverio, ostacolando di fatto il dialogo interno e il rilancio della sinistra a livello locale tutto a vantaggio della sopravvivenza politica dei soliti personaggi noti ai Coriglianesi più che altro per la loro ostilità al rinnovamento. Stesso discorso, vale anche per coloro i quali si riconoscono nella sinistra, cosiddetta radicale, (in primis Rifondazione Comunista) sparita dalla scena politica locale e che fiorisce solo in occasione di periodi elettorali che con grande fatica, riesce a malapena a formare una lista di dieci persone, formata da perfetti sconosciuti, (se si escludono i soliti due o tre cosiddetti passionari) che si sacrificano, portando una manciata di voti al candidato a sindaco o magari al capolista. Stesso discorso, se non peggio per i cosiddetti Comunisti italiani, che hanno avuto in un politico locale il proprio riferimento, politico che appare e scompare a propria convenienza. In virtù anche di questo, non debbono lagnarsi se poi prendono delle sonore batoste colossali, questa è la realtà, piaccia o non piaccia. Secondo me, i soggetti che si lamentano, sono pochi coraggiosi, lo sono sempre stati, si vede da quello che hanno combinato con la complicità di molti miei concittadini che stanno”boni e zitti” convinti che i politici fanno bene e pensano per loro. Serve una spinta, orgoglio, una dignità della persona che si è persa completamente, non esiste da nessuna parte, dovunque ti giri, vedi solo corruzione e sfrontato clientelismo a dispregio del popolo che soffre. Come finisce questo film? Veramente non lo so. Spero che finisca con quello che a Corigliano non c’è mai stato: una bella botta di chi si mette di traverso, una rivoluzione. Ci vuole qualcosa che riscatti veramente il popolo Coriglianese che è stato sempre sottoposto a qualcuno, schiavo di tutti. Se vuole riscattarsi, la possibilità esiste, però comporta ed esige dei sacrifici, delle rinunzie. Se no andate alla malora, che è dove state andando, ormai da 20 anni grazie a politici bravi a sopraffarci, ad intrallazzare, vita facile la loro poiché non riusciamo a metterci d’accordi per superare le difficoltà, gli ostacoli che impediscono a questa realtà di crescere dignitosamente e civilmente”.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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