Emigrati rossanesi realizzati in Argentina, racconto di Martino A. Rizzo

Agostino Carrozza e Antonia Caruso

Agostino Carozza, di Michele, muratore, era nato a Rossano l’8 febbraio 1873 e a vent’anni, nel 1893, emigrò in Argentina in cerca di fortuna. Tornato in Italia si sposò con Antonia Caruso, ed ebbero otto figli, tra cui Alfredo, nato nel 1907.

 

Agostino Carrozza e Rosa Mandaradoni

Dopo la prima guerra mondiale, Agostino e Antonia, per sfuggire alla fame e ai pericoli di un nuovo conflitto, decisero di ripartire insieme per l’Argentina con tutta la famiglia. Così a fine agosto 1922, da Genova, sulla nave Pincio, lasciarono l’Italia per sempre e il 21 settembre approdarono a Buenos Aires.

Agostino Carrozza

La voglia di riuscire, la tenacia e la perseveranza di Agostino presto diedero i frutti e il Rossanese prosperò nelle costruzioni con una sua florida impresa edile.

Alfredo Carrozza
Alfredo Carrozza

Il figlio Alfredo, invece, a 17 anni, appena due anni dopo il suo arrivo in Argentina, inaugurò un proprio negozio di scarpe, con 22 impiegati. Dopo qualche anno Alfredo si sposò con una ragazza calabrese, Maria Rosa Mandaradoni – originaria di Zambrone, Vibo Valentia – conosciuta in Argentina, dalla quale ebbe due figli, Osvaldo e Oscar. Comunque il negozio di scarpe fu solo l’inizio dell’attività di Alfredo e così, considerato che gli affari andavano bene, aprì una fabbrica di scarpe, “Calzature Carozza”, che tra gli anni ’30 e ’50 divenne una delle principali fabbriche di scarpe di Buenos Aires.

Martino A. Rizzo

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