Editoriale. Toghe al voto, gli avvocati jonici? Generalizzata finta indifferenza

Entro il 10 dicembre prossimo, il presidente dell’Ordine forense di Castrovillari avv. Roberto Laghi dovrà comunicare la data di fissazione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio. Un appuntamento importante che delineerà nuovamente le correnti interne alle toghe. Gli avvocati jonici, specialisti nel dividersi, come si presenteranno alle elezioni? Al momento prevale la più totale indifferenza  (in parte finta), unitamente a una generalizzata dispersione per mancanza di idee e di coraggio a esporsi. E’ inutile sottolineare che, questo mio affermare, non si apre a forme di campanilismo territoriale ma semplicemente prende atto delle politiche forensi portate avanti dal Consiglio uscente avvitato sull’idea che la giustizia nel territorio debba avere una visione Castrovillari centrica, incurante del calvario che vivono i tanti avvocati, giovani e meno giovani, nel dover fare fronte alle lunghe distanze ( aree della Sila Greca in particolare) da e per Castrovillari, con tanto di aggravio di costi.  Solo di recente, gli attuali assetti in una nota si sono presi cura del tema ponendo la questione delle lunghe distanze con riferimento ai professionisti che esercitano l’attività in luoghi come Longobucco, Campana, Bocchigliero, etc etc … Ma di concreto nulla si muove. Cosi’ come, gli attuali assetti, nulla dicono circa l’esigenza di riaprire l’ex tribunale di Rossano (atto che avrebbero dovuto fare almeno sotto il profilo etico e morale) o anche una sede distaccata al fine di favorire i professionisti colpiti dall’ingiustificato e ingiustificabile accorpamento. Le uniche preoccupazioni degli attuali assetti sono state quelle di farsi carico dei lavori di ampliamento interno all’attuale struttura castrovillarese. Per il resto, ordinaria gestione seppur rispettabilissima. A fronte di ciò, come si pongono gli avvocati jonici? Nessun dibattito è stato avviato, se non sommariamente. Non sussiste una visione da e per il territorio, non si ha consapevolezza che oggi è in discussione il ruolo e il prestigio della terza città della Calabria presa a schiaffi costantemente da vari poteri traversali. Sotto il profilo elettorale torna la “preferenza” e non più il voto di lista collegato al premio di maggioranza, favorendo il principio delle rappresentanza e colpendo il fenomeno delle maggioranze bulgare blindate. Chissà, questa volta, si potrà evitare qualche sciocca interpretazione della legge elettorale, ben studiata al tempo– e di questo gli va dato atto – dal presidente uscente Laghi.

C’è un evidente gap nelle toghe joniche rimaste forse stordite dall’inaspettato accorpamento, ma ora è tempo di reagire al tentativo continuo e costante di affossare un intero territorio. Vi è una parte di avvocati che guarda con favore alla presidenza Laghi sulla base delle gestioni forensi del passato (ex Ordine di Rossano), elemento divenuto alibi per giustificare il sostegno a politiche forensi che non aiutano né sostengono lo jonio. Occorre però metter mano alla modestia e all’umiltà, due valori che dovrebbero scalzare presunzione del sapere e spocchia. Ci riusciranno i nostri? La vedo dura. Riuscire ad arrivare ai vertici dell’Ordine significa anche battersi contro la porcheria di Stato imperante. Ancora oggi nessuno dice il perché sia stato chiuso il tribunale di Rossano, e l’aspetto ancora più triste è come tutti ne siano consapevoli dei metodi truffaldini utilizzati al tempo. Lo affermano finanche i parlamentari grillini, dediti al sano giustizialismo, ma si limitano solo ad affermare la consapevolezza, di concreto nulla! E magari non è da escludere che alla terza città della Calabria sia destinata la cosiddetta giustizia di prossimità. Solo in Italia possono accadere certe cose. E in Calabria in particolare…

Matteo Lauria – Direttore responsabile  I&C

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