Editoriale. Statale 106 jonica, bye Bye Sibari-Roseto

editoriale

 editoriale

Anche i meno disponibili dovrebbero capire che la prevista SS. 106 Ten-T, ancora in progettazione, probabilmente, molto probabilmente, non si farà. Non perché qualcuno ha denunciato la stupida avversità della “Pianificazione Regionale”/PRT, verso il Bacino Portuale della città Corigliano Rossano e le Comunità del suo Quadrante Geografico.

A-pianificazione, quella del PRT, che esclude il nostro territorio, tra i due o tre più capaci e popolosi della Regione, dai NODI delle arterie della Rete Commerciale TEN-T, anche ferrata. Neppure perché lo stesso additò la responsabilità della Soprintendenza per la mancata segnalazione ad ANAS e ad Astaldi (general contractor) del possibile luogo d’esistenza della Sibari Arcaica ed evitarne il nuovo seppellimento. Ancor di meno per aver criticato l’alto costo dell’opera “liberamente progettata” (come più è piaciuto a giustificazione della spesa pari a 791 milioni euro iniziali, per soli 38 km) dal Consorzio SYRIO (Astaldi 60% – Impregilo; + Anas?) e aver chiesto a Cantone la verifica della congruità dell’Appalto.

Nemmeno colpa/merito del M5S per aver fatta sue le mobilitazioni che sul territorio si svilupparono o per gli incontri che con questi ebbe nel rispetto dovuto verso la legittima difesa esercitata dai proprietari di quei terreni nel loro interesse, accusati con voce tonante di essere i soliti “padroni”. Benché Marx, nelle sue migliaia di pagine, al massimo usasse tre, quattro volte la parola “padrone” e non per diffamare ma a critica dell’economia e della diseguale distribuzione della ricchezza data, in particolare allora, da quel tipo di “mezzi di produzione”.

Bah! Novità rivoluzionaria dei seguaci dell’alta finanza contro le produzioni reali ma pronti a prendersela con l’estraneo alle strutture della corruzione dei Partiti nonostante il solo corrispettivo teorico più noto, prodotto da questi è: <<Piove! Governo Ladro>>.

Questo 3° lotto non si farà perché è destinato a replicare la storia della TECNIS con l’Ospedale Insiti, nei tempi e nei modi, altro che la sua realizzazione in sette anni e otto mesi. Astaldi, mandataria del raggruppamento consorziate è in grave crisi finanziaria, inoltre è impegnata nella SS. 534, nel “maxi”-Lotto 2 del catanzarese e nel “maxi”-Lotto 1 di Siderno (altri 800 milioni di euro). Impegnata nella Metrò 4 di Milano (Consorzio MM4), nella Galleria del Brennero; nella Metrò C di Roma (General Contractor) e in altre grandi opere che non ho voglia di faticare a individuare. Allo stato, il mandatario dell’opera è un più che capace monopolista in forte crisi, perciò l’Anas ne tragga le conseguenze, non si comporti come altri noti Uffici regionali, tragga le conseguenze e si attivi sin dalla prima scadenza non rispettata.

Il suo debito è di oltre 1,700 miliardi, prossimo a 2000 miliardi. Per salvarsi e fondersi ha attivato un aumento di capitale, rivelatosi insufficiente. Il quattro ottobre tuttavia, Borsa Italia decise di prolungare il divieto di vendite allo scoperto sul titolo perché sin dall’inizio dell’anno, nonostante l’ingresso dei Giapponesi, perse il 73% del valore, senza contare la perdita azionaria sul valore iniziale.

Salini-Impregilo, consociata con Astaldi in diverse opere, è corsa in soccorso per frenare il crollo azionario e facilitare il possibile Concordato in atto. E’ riuscita in un primo momento a far risalire il valore in Borsa di circa il 17%, a garantire i suoi interessi nel continuare la costruzione di alcune importanti opere, tra queste non appare la SS. 106. Salini-Impregilo ha pagato uno scotto rilevante per questo spalleggiamento, la perdita del proprio valore azionario di circa il 6%. Sacrificio a nulla valso. Infatti, il titolo Astaldi, il 12 ottobre ha perso terreno sino al 19,39%. Anche il titolo Salini-Impregilo continua la discesa. Come se ad annunciare una svolta nel modo di concepire lo sviluppo fosse il mercato stesso: la decadenza delle opere faraoniche basate sul grande commercio transcontinentale, non di quello culturale e politico. Ciò meriterebbe un mesto capitolo su Gioia Tauro.

Di là da ogni cosa, evidentemente la Regione Calabria ama affidare i suoi affari alle società che finiscono in crisi. Lo farà per masochismo? Interessante sarebbe leggere il rapporto contrattuale tra tempi e avanzamento dei lavori previsto in questi sette anni, da parte di Anas. Ciò succede in Calabria, eppure in Regione, a oggi, non vi è nel Governo o nell’opposizione la presenza di qualificabili come “Inesperti”. Che ci sia anche qualche problema oltre che politico di assetto burocratico? Non mancherà qualche indagine di Gratteri a fare luce e dare tranquillità ai malpensanti. Singolare è notare che ci sono tutti quelli che avrebbero voluto realizzare il famigerato Ponte sullo Stretto, in altre parole sul Sisma.

Le tante prese di posizione assunte sul tema 106 ormai fanno ridere. Ancor di più fanno ri wdere gli attacchi “interni” al M5S, elargiti con leggerezza e non solo.

Per finire, Astaldi ha chiesto il Concordato Preventivo in continuità al Tribunale di Roma nella speranza che la richiesta venga accettata per sospendere i pagamenti ai creditori, rendere impossibile ogni atto ingiuntivo per continuare a svolgere l’attività. Livorno Docet. Certamente il Governo interverrà a sostegno, il suo know-how lo merita e il portafoglio delle commesse è alto, ma con che cosa, la solita Cassa Depositi e Prestiti? Piacerà questa volta al traballante Presidente della Commissione Europea?

Credo che si possa concludere, con l’immagine di Astaldi del tipo “Ercolino sempre in piedi” e relativa bandierina con scritto: “Ai ‘m sorry, bye, bye Sibari-Roseto”, in attesa di tempi migliori.

Il Sindaco di Crotone e il Commissario Bagnato, facciano quanto avrebbero dovuto già attivare altri soggetti. Inizino, con i due “Quadranti Geografici”, a lavorare per prefigurare il percorso da progettare per la SS. Crotone-Corigliano Rossano-Roseto, prima che qualche altro PRT/Anas e “Consorzio”, visto quanto subito con le molte esperienze, ci danneggiano per interessi a noi estranei, anche per evitare di dover ascoltare il solito del villaggio gridare: “E’ troppo tardi”. Questo luogo, più di altri, deve pretendere la sua Strada a due corsie, più due e farsi la Rete TEN, è nell’interesse di tutta la Regione. I rappresentanti eletti del territorio, benché attaccati anche per le aspirine diano il loro fattivo sostegno.

I promotori della Nuova Città sullo Jonio non si perdano in inutili cose, puntino alla realizzazione solo dell’unità territoriale, a cominciare dalla costruzione del nuovo Polo Urbano. Specie dopo aver riconosciuto che è la saggia decisione di popolo quella che ha garantito l’elezione di quattro Deputati, la Sede Inps e può ottenere il Nuovo Tribunale.

La coerenza, abbiamo visto con la Sanità, che va ristabilita sul territorio comunale, in attesa del Nuovo Ospedale, è cosa difficile. La campagna elettorale del maggio/giugno prossimo renderà evidente chi è per la Città eguale e chi è per il pollaio. Coraggio! Chiedano, come faccio, il trasferimento della Nuova INPS al Polo Urbano di Insiti. Non è questo che è stato alla base dei provvedimenti votati dai due Consigli Comunali, gridato ai quattro venti e legiferato dall’On. G. Graziano? Magari mi sarò distratto ma non ho sentito proferire parola alcuna in merito. Le Biomasse? Amiche di un certo raggruppamento si lascino stare. Abbiamo bisogno di una essenziale, consistente ristrutturazione pianificatoria e urbanistica nel rispetto di quanto necessario e utile, a cominciare dalle Aree ex Consorzi ASI e Porto, altro che PSA da ingoiare. Non si pensi ad altro! Sarebbe un grave errore per tutti, vinti e vincitori. La fine del Progetto Città e l’arretramento del territorio.

Cosimo Montera

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: