Editoriale. Si spara in pieno centro… E tutto scorre …

Corigliano Rossano – A poche ore dal tentato omicidio al 37enne Domenico Russo, senza perdersi nei meandri di più o meno veritiere ricostruzioni di matrice malavitosa, ci si aspettava una attenta valutazione di quel che è accaduto, al dì là della qualificazione dell’atto e ai fatti ad essi correlati. Aspetti questi in capo all’autorità giudiziaria. E’ venuto meno  un dibattito serio sulla pericolosità sociale che trasmette quest’evento e la vulnerabilità del sistema. Basti pensare che un giorno prima era approdata una nave di crocieristi anglosassoni al Porto di Corigliano Rossano. Proviamo a immaginare se tale episodio fosse accaduto mentre i turisti erano al Castello? Bel ritorno d’immagine avremmo avuto! C’è un problema di ordine pubblico e di sicurezza in questa città che non si vuole vedere né affrontare. La politica locale è distratta da altro, evidentemente.

Il messaggio che giunge da questo episodio è drammatico e allo stesso tempo sottovalutato dall’opinione pubblica. Eppure il numero dei morti ammazzati in questo ultimo anno è davvero impressionante. Alla magistratura il compito di indagare, ma alla politica la competenza di rendere la città sicura. Non è possibile che da un momento all’altro, in zone centrali possa spuntare chicchessia con un’arma in mano e scaricare colpi di pistola per dare attuazione a un piano omicidiario. E’ questa disinvoltura che preoccupa, in una città che sembra sguarnita di presidi dello Stato. Eppure oggi siamo la terza città della Calabria. Le forze dell’ordine fanno quel che possono in questo contesto, ma si tratta pur sempre di personale sottodimensionato, se si considera la vasta area di competenza territoriale. Entro aprile 2020 dovrebbero essere espletate le procedure per la elevazione della compagnia di Corigliano a reparto territoriale mentre la compagnia di Rossano sarà declassata a stazione. Cosa si ottiene sul piano dell’incremento del personale? Nulla! L’unico beneficio è che si avrà ai vertici del reparto territoriale un tenete colonnello e due tenenti per la radiomobile e il nucleo operativo. Ma nessun incremento di personale è previsto. E parliamo di un’area che va da Rocca Imperiale a Cariati. Un problema analogo, seppure con forme diverse, riguarda il commissariato di pubblica sicurezza (da anni di parla di elevazione a Distretto) e la guardia di finanza anch’essa da implementare.  La partita è di tipo rivendicazionista ma l’interlocuzione è con lo Stato e con i ministeri di competenza. In questo, sarebbe auspicabile la convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il coinvolgimento del sindaco Flavio Stasi e dei quattro parlamentari della zona nonché l’intervento della Regione Calabria a supporto. Il cittadino non si sente sicuro, ha paura finanche di uscire di casa. E ciò comporta una contrazione anche per gli incassi, già sofferenti, dei commercianti.  Infine, la questione del tribunale, la cui presenza fisica costituiva un elemento di garanzia quale presidio fisico. Le allora relazioni ministeriali configuravano la realtà corissanese quasi fosse un’isola felice, nonostante fosse da poco stato sciolto un consiglio comunale per mafia e nonostante le numerose operazioni antimafia del passato. Un solo dato: nell’ultimo anno nella sola città di Corigliano Rossano 6 morti ammazzati, due ipotesi di lupara bianca e un tentato omicidio. Per Roma, invece, noi saremmo un’isola felice….  

Matteo Lauria – Direttore I&C

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: