Editoriale. Sanità, si monta un caso sui piccoli problemi. E si tace sui grandi…

La sanità è materia seria, che non può essere trattata con superficialità dalla politica o da chi ha da tutelare comodi interessi. Occorre un senso di responsabilità che, al momento, a mio parere manca. La fase di gestione richiede tecnicismo, la politica detta gli indirizzi non entra nel merito delle scelte che richiedono conoscenza specifica  in materia. Principi che conoscono finanche gli scolaretti delle elementari e su cui ancora si persevera, speculando su questioni che invece richiedono semplicemente buon senso.  Si sospendono i ricoveri nella divisione di cardiologia sulla base di una nota allarmante in autotutela, giusta e legittima, inviata ai vertici da parte della direzione dello stesso reparto. Di conseguenza si assume la decisione di sospendere i ricoveri. Situazione tra l’altro riscontrata dai Nas nel corso di un sopralluogo. Le alternative a quel punto sono due: o trasferimento al quarto piano (da adeguare e quindi occorre del tempo) dello stesso stabile o al “Guido Compagna” di Corigliano. Qui scoppia lo scandalo! Pensate un po’! Nel frattempo il personale interno alla cardiologia rimane congelato e i pazienti smistati nelle varie strutture ospedaliere della provincia di Cosenza. In questi casi c’è poco da tentennare, si assume la decisione più giusta, che deve essere il frutto di una risultante che tenga conto di tempistica, costi, benefici, flussi e posizione logistica. Dalla sommatoria spunta fuori la decisione. E invece si fa prevalere il localismo, la territorialità, la speculazione, gli interessi, le divisioni politiche. E’ tempo di dire basta a questa ignobile pratica che paralizza le attività e produce disservizi ai danni della povera gente. Si monta un caso su un disagio che potrebbe essere risolto provvisoriamente in una manciata di minuti.  Negli anni abbiamo taciuto  sulla grave violazione della Regione Calabria quando decise di chiudere ben due ospedali (Trebisacce e Cariati) e di ridimensionare Corigliano e Rossano nella consapevolezza di noi tutti che tale intervento di smembramento avrebbe dovuto, per impegni assunti, avvenire solo dopo la consegna dei lavori del nuovo ospedale.  E magari ora si urla allo scandalo per il trasferimento di uno o più medici da Corigliano a Rossano o viceversa. Non si spende una parola sulla proposta di concretizzare una nuova provincia (Magna Graecia) con due capoluoghi (Corigliano Rossano e Crotone) che darebbe i numeri per ottenere un ospedale HUB, un’azienda sanitaria e un’azienda ospedaliera, e si grida a “lupo a lupo” per l’assenza di medici in singoli reparti. Se, dunque, da un lato abbiamo la politica nazionale e regionale che assume decisioni burocratiche sulla base di chi decide da una poltrona senza conoscere il territorio, dall’altra abbiamo una classe politica locale che non ha una visione complessiva in grado di ragionare in grande ma si avvita alla logica di chi si ferma a guardare il dito e non la luna.

Chi non ricorda  il decreto di riorganizzazione della rete ospedaliera  varato dall’allora  Commissario regionale alla sanità Massimo Scura che prevedeva anche la rimodulazione delle unità operative dell’ospedale spoke Corigliano-Rossano, distinguendo i due stabilimenti in  Dipartimento chirurgico presso l’ospedale “Nicola Giannettasio” di Rossano e in Dipartimento medico presso il “Guido Compagna” di Corigliano, sulla base dell’esistente, delle condizioni strutturali, della posizione logistica e delle vie d’accesso. Oltre alla possibilità di rendere agevole l’atterraggio dell’elisoccorso in area di pertinenza ospedaliera. Tale pianificazione non riesce a prendere forma per le solite logiche localistiche. E tutto questo a scapito dei criteri di efficienza e di efficacia del servizio sanità.  E’ ora di dare vita alle scelte di coraggio! 

Matteo Lauria – Direttore I&C

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