Editoriale. Protesta operai, moralmente tutti corresponsabili

Corigliano Rossano – La protesta degli operai ex addetti al verde pubblico rappresenta il punto di non ritorno. E’ il frutto della degenerazione gestionale del territorio, della politica clientelare e affarista, dei rapporti da “pacca sulla spalla”, dei protettorati che si instaurano tra chi governa e sedicenti imprenditori che detengono proprietà talvolta improduttive ma su cui nulla si deve fare o realizzare.  Tempo fa, a una specifica domanda l’ex sindaco Stefano Mascaro alcuni di costoro li qualificò “conservatori”. Alcune aree del territorio costituiscono un polmone occupazionale che,  se gestite con cultura turistica manageriale, potrebbero rappresentare una grande occasione di rilancio della Calabria Citra. Proviamo, ad  esempio, ad immaginare tutte le zone sulla costa, oggi in larga parte irresponsabilmente occupate da insediamenti residenziali (che nulla producono in termini di indotto, se non disagi poiché chi vi risiede legittimamente rivendica il diritto al riposo quando si presuppone il rischio dell’inquinamento acustico), cosa potrebbero costituire in materia di sviluppo, ricezione, lavoro? Ampi prati verdi con strutture amovibili ricettive capaci di ospitare migliaia e migliaia di turisti e, di conseguenza, residenze alberghiere stracolme, negozi, boutique, ristoranti e tutto quanto ne consegue. E invece siamo costretti a sorbirci l’arroganza di chi vive di rendita e tiene aree ferme in zone strategiche! E la politica dove sta? Che senso ha avuto demolire le case abusive (se non per un fatto di legalità) sulla costa se non è partito un progetto alternativo progettuale capace di evitare l’esasperazione di oggi? Ma non è tutta colpa della politica, la rassegnazione e il concetto di delega di noi tutti cittadini ci mette il resto. In queste ore, sotto quel tetto, solo tanta curiosità ma nessuna indignazione di massa. Ieri, sabato sera, una desolazione. Qualcuno passava in viale Luca De Rosis quasi come se ci fosse qualcosa di attrattivo da ammirare, per il resto solo indifferenza. Che è la stessa che ci porta a parlare di latitanza quando si tratta di fare una battaglia per il tribunale, per l’ospedale, per la 106, etc etc etc…  E’ tutto concatenato. Non si può pensare che l’economia sia sganciata da certi meccanismi. La desolazione del centro storico, l’emorragia di via Nazionale, di Viale Michelangelo. I commercianti sono con l’acqua alla gola. Chi è nei Palazzi d’altronde ha il proprio stipendio, spesso oneroso, e poiché in Italia i sistemi di controllo sono praticamente inesistenti si fa quel che si vuole, tanto  “chi risponde a chi”? Questo è il contesto sociale in cui ci troviamo. Moralmente siamo tutti corresponsabili, nessuno escluso. Qualora questa vertenza dovesse risolversi sarà grazie allo sforzo di singoli, ma il problema, in quanto strutturale, rimarrà a lunga vita.

Matteo Lauria – Direttore responsabile I&C

Una risposta

  1. Caro Matteo, condivido con te … e pensare che sul lato turistico basterebbe soltanto vincolare la prima fascia a SOLO Costruzioni ricettive turistico/alberghiero … in modo da attrarre finanze private ed anche far riavvicinare imprenditori che hanno/dovuto andare via dalla propria terra!!

    Un grande abbraccio solidale ed un in bocca al lupo di cuore a chi in questi giorni sta attuando una protesta estrema.

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