Editoriale. Poli Covid? Dobbiamo solo ringraziare il Padreterno…

Le rivelazioni contenute in un articolo del Corriere della Calabria e attribuite al responsabile dell’Asp Igiene e Prevenzione della Sibaritide Martino Rizzo (https://www.corrieredellacalabria.it/regione/cosenza/corigliano-rossano/item/240884-covid-19-la-denuncia-di-rizzo-sibaritide-abbandonata-a-se-stessa/?fbclid=IwAR35CallzC3j4XA2d9ACVSplMMWnNWFuQmMQadaXy5aeiSm-nKv7reB0FJk) confermano quanto da più tempo si sostiene anche da questa testata OnLine. Una precarietà nella gestione della organizzazione  del Covid che sa di pressapochismo, di superficialità, di sciatteria. Elementi che assumono una connotazione ancor più grave se si pensa che è in gioco la vita delle persone! Pezzi della società civile hanno  chiesto  persino la revoca del commissario Asp all’indomani di una video-intervista senza sortire alcun effetto né suscitare indignazione in una comunità che, però, si risente se Feltri parla di “inferiorità”! Si è chiesto l’intervento dei Nas e del Ministero della Salute, ma a nulla è valsa tale richiesta. C’è chi è anche a lavoro per  la redazione di un esposto denuncia da depositare in Procura…  Fiumi di inchiostro, comunicati stampa (che molte testate puntualmente censurano), interventi in trasmissioni televisive e sui social, ma niente, nulla si muove. Tutti in silenzio, appollaiati su posizioni neutre. Anzi, da alcune bacheche social alcuni personaggi illustri continuano a dire “tutto bene”, nonostante la consapevolezze di cui cui sopra e l’arrivo degli esiti dei tamponi con notevoli ritardi ( ¾ giorni d’attesa). Ed ora arrivano le esternazioni del dott. Rizzo, apprezzabile e coraggiosa la sua denuncia in un mondo di omertà, i cui contenuti non sono altro che la conferma di quando andiamo dicendo, non da giorni, ma da mesi. Dobbiamo forse ringraziare il Padreterno se in Calabria e nella Sibaritide in particolare non si sia consumata la tragedia della pandemia con numeri ben più voluminosi. Probabilmente sarà diminuita l’aggressività del virus, altrimenti non si spiega il contenimento dei numeri. Che comunque tra morti e contagiati ha prodotto esiti poco rassicuranti. Quel che è accaduto ieri al “Guido Compagna” è la cartina di tornasole di come vengono gestiti in riva allo jonio i sospetti Covid. Un paziente psichiatrico in attesa da più giorni dell’esito del tampone, quindi sospetto Covid, sostava nei pressi del pronto sotto soccorso del “Guido Compagna” (ospedale non covid) aggredendo successivamente un malcapitato poi trasferito d’urgenza a Cosenza. Cosa ci faceva un sospetto covid al pronto soccorso di Corigliano? Si suppone che quanti hanno assistito alla scena, dal personale sanitario ai carabinieri relazioneranno agli organi di competenza…  

E quanti sospetti covid vengono trattati nel pronto soccorso di Rossano seguendo percorsi definiti dedicati ma promiscui ( tensostruttura-pronto soccorso- tac)? Ora qualcuno ha ingegnato le figure USCA  (unità speciali di continuità aziendali), 11 delle quali  opereranno nella provincia di Cosenza, la più colpita dalla pandemia nel contesto calabrese. Tali professionalità si occuperanno dei sospetti Covid e dei Covid che non necessitano di ricovero. Ovviamente – da quel che si legge sulla stampa – la prima città della provincia di Cosenza ossia Corigliano Rossano ne è stata esonerata. In base a quale criterio? E’ una città sicura? Chissà! Ma poi l’asintomatico per la società è meno pericoloso?L’asintomatico, per alcuni versi è più pericoloso in termini di contagio di chi invece è costretto a stare in intensiva. Ed è per questo che bisognava creare negli HUB un unico polo Covid che trattasse sintomatici e asintomatici fino a negativizzarli. Ma gli HUB non si possono svuotare, determinati poteri non lo consentono! Viene da chiedersi: il personale USCA cosa farà? Provvederà a negativizzare gli affetti da coronavirus? Quanto costa all’erario quest’altra genialata?  

Nel frattempo a Cetraro il  polo Covid è stato chiuso e sono stati riattivati i reparti ordinari. La cambiale in bianco che andrà onorata è che forse rimarrà qualche posto letto di pneumologia. E con ogni probabilità il contentino verrà dato anche a Rossano. Questo è il modo di gestire la sanità pubblica? Non una visione di sanità nel suo complesso ma la prevalente mentalità di chi baratta? In ultimo verrebbe da chiedersi: tutte le spese sostenute per i lavori di realizzazione di poli covid negli spoke, contravvenendo alle disposizioni ministeriali e alle direttive della stessa Regione Calabria, chi le paga? Se fossimo in uno stato di diritto giusto dovrebbero sostenerle a titolo personale tutti colori che hanno concorso nella esecuzione di tali scellerate scelte. Ma così non sarà, altrimenti non saremmo italiani…   

Matteo Lauria – Direttore I&C

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