Editoriale. Nomine dirigenziali, quali i criteri adottati dal commissario?

Poche ore fa, il commissario prefettizio del nuovo comune di Corigliano Rossano ha conferito due mandati dirigenziali con contratto a termine. Preliminarmente formulo gli auguri ai due alti burocrati poiché chiamati a un compito importante, di transizione, fino alla definizione dell’iter amministrativo che ci porterà alle elezioni del 2019. Sui burocrati e sulla burocrazia ci sarebbe tanto da dire, pregi e difetti, come per tutte le categorie. L’aspetto che più dispiace è che alcuni, forse, non diano il necessario valore a ciò che significa godere di uno stipendio pubblico a queste nostre latitudini. Ed è  forse maturato il  tempo che qualcuno glielo faccia comprendere. Detto ciò, pur lamentando atteggiamenti spesso ostativi in certa burocrazia, lenta e lumacosa, non certo al fianco di quella imprenditoria che presenta progetti e programmi, mi vorrei soffermare sui criteri che hanno indotto l’attuale commissario Bagnato a effettuare queste nomine che tengono conto del quadro normativo e si attestano su valutazioni prevalentemente fiduciarie, pur richiedendo i curriculum a chi ha partecipato al bando. Qui la norma presenta dei limiti: che senso ha pubblicare un avviso, chiedere i curriculum, essere sottoposti a colloquio da una commissione preposta se poi anche chi ha meno punteggio può essere comunque nominato? La solita Italia dello sperpero e del perditempo.

Poco si conosce del dott. MOIO, proveniente da Bagnara Calabra, qualcosa in più si sa dell’Ing. Amica, coriglianese, ritenuto vicino agli ambienti geraciani. Probabilmente, ma è solo una supposizione, il commissario Bagnato si sarà orientato verso principi compensativi considerato che, quel che è rimasto delle dirigenze attualmente in dotazione è prevalentemente rossanese. Il mio augurio è che non sia stato questo il criterio di valutazione, ma auspico siano prevalsi aspetti meritocratici. Detto ciò, mi soffermerei sulla nomina all’Ing. Amica che con la giunta Geraci ha avuto anche la delega alla Viabilità. Bene, uno dei drammi della ex città di Corigliano è proprio la viabilità. Ancora oggi nelle principali vie cittadine si rinvengono crateri tali da determinare danni alle autovetture, con gravi ripercussioni sull’ente in quanto molti automobilisti giustamente chiedono il risarcimento. Via Provinciale, contrada S. Lucia, Via Nazionale, Via Locri, contrada Giannone, sono solo alcune delle vie in cui puntualmente l’asfalto è da rifare.  Quali sono le ragioni tecniche? Si difetta in manutenzione? E perché ripetutamente è necessario riasfaltare di anno in anno il manto stradale? Di chi le responsabilità? Problema atavico, nulla dunque contro l’Ing.Amica, né è possibile attribuire  responsabilità se sprovvisti di una valutazione complessiva, ma qualcuno iniziasse a rispondere politicamente e amministrativamente del perché le strade a Corigliano siano impercorribili! Eppure la pubblica amministrazione ha l’obbligo di manutenzionare e mettere in sicurezza le strade! Quasi quasi sarebbe auspicabile a questo punto, dare in concessione a società private la gestione delle strade comunali, tanto per quanto ci si spende tra gare, appalti, bandi, mutui e interessi, probabilmente si risparmierebbe. Almeno il privato è chiamato a rispondere, mentre nel pubblico non solo nessuno fornisce spiegazioni, ma addirittura in taluni casi si viene persino  premiati.

Matteo Lauria – Direttore Responsabile I&C

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