Editoriale. Muore a pochi passi dall’ospedale: il non ruolo della città di Corigliano Rossano

Sulla tragedia di questa mattina a Rossano dove una donna di 87 anni ha perso la vita perché travolta da un’auto tante le riflessioni. Si attende il magistrato che deve arrivare da Castrovillari, l’elisoccorso da Cosenza e l’ambulanza da Mirto. E a Corigliano-Rossano non c’è nulla?   

 

Giuseppe Passavanti

Una scena agghiacciante, superato il muro di gente che è assiepato ai lati di via Aldo Moro, un corpo esanime, composto a mo’ di salma, purtroppo, giace sotto un sole cocente. Più in là un’auto ferma, simboleggia un impatto che molto tempo prima ha richiamato l’attenzione di esercenti e passanti. C’è un’ambulanza, non la nostra, quella comprata con una colletta, una che viene da Mirto, l’ha allertata un centralinista di Cosenza che chiede mille cose prima di chiamare un mezzo, spesso senza medico, dunque inservibile. Passa il tempo e la donna, la madre, la nonna, la cittadina, uscita di casa per fare le sue commissioni è ora esanime sull’asfalto, i suoi sandaletti vicino all’auto che l’ha investita, i parenti che giungono dopo un tam tam che li porterà tutti ad osservare, prima i tentativi dell’elisoccorso di atterrare su quella via, poi l’arrivo dei personale medico e paramedico elitrasportato, con un’auto della Polizia locale. Scendono dall’auto, il Dottor Pasquale Gagliardi, quello che aveva protestato per lo scippo dell’elisoccorso a ridosso di ferragosto.

Uno in gamba con una enorme esperienza, un rianimatore di lungo corso. Con lui una equipe affiatata, si stringe attorno alla donna, tenta in ogni modo e lungamente di rianimarla. Passano i minuti ed il tifo silenzioso, la speranza disperata dei parenti, esplode in uno urlo di delusione, quando medico ed equipe alzano le braccia, coprono quel corpo composto che fa tenerezza, che indulge alla commozione. Piangono disperati figli, nipoti e parenti. Una disperazione composta per una morte vissuta in diretta sotto un sole estivo, con un traffico impazzito ed una popolazione che vorrebbe protestare, che vorrebbe gridare vergogna ai candidati alla regione a quelle foto con slogan che promettono di tutto e di più. Poi, in silenzio le due ali di folla si allontanano. La terza città della Calabria attende un Magistrato da Castrovillari, dopo aver atteso un’ambulanza da Mirto, chiamata da Cosenza e da Cosenza l’elisoccorso.

Alè, siamo cresciuti al contrario, siamo regrediti, perché prima di costruire l’ospedale unico hanno chiuso quelli esistenti o li hanno spogliati di medici e paramedici. Di Tribunale neanche a parlarne e per una tac o una risonanza, dal privato meglio se col proprio portafogli. Intanto Spirlì litiga con la Bruni su chi avrebbe dovuto spendere 250 milioni di euro non spesi ma ricevuti per l’emergenza Covid. Bravi raccontatelo ai parenti di quella nonna, mamma, cittadina, uscita di casa stamani per fare le sue commissioni, raccontatelo a quel ragazzo stretto al braccio del padre che piangeva per la nonna che non vedrà più. Diteglielo e poi chiedete il voto ai parenti, magari dicendo che la colpa di questo putridume è sempre di un altro.

Giuseppe Passavanti – Giornalista

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