Editoriale. Le differenze ideologiche e le ammucchiate politiche

Corigliano Rossano – Ho partecipato piacevolmente, perché invitato, a una conferenza stampa organizzata per la presentazione di una nuova associazione nella nuova città di Corigliano Rossano. E, ancora una volta, mi sono imbattuto su una fenomenologia piuttosto curiosa secondo la quale si schifano i partiti per aprirsi, quasi fosse una ossessione, all’associazionismo civico. E sin qui nulla osta, considerato lo sdegno presente nelle comunità, soprattutto in questo territorio.  Ciò che però lascia perplessi è che se da un lato sussiste questo sentimento, dall’altro si è pronti ad accettarne un eventuale sostegno esterno.  Insomma, una sorta di raggiro nei confronti degli elettori che trae origine, evidentemente, dalla fregola di voler andare ad occupare un posto di potere a tutti i costi nel futuro Palazzo di Città.

Abbiamo, come I&C, nei giorni scorsi organizzato un apposito convegno allo scopo di lanciare un messaggio alla politica affinché anteponga i programmi alle persone.  E tutto questo al fine di garantire, nella fase postuma alla elezione, il principio della stabilità di governo. Quante amministrazioni sono state sfiduciate in passato perché è venuta meno la maggioranza?  A quanti ex “sindaci prigionieri” a gruppi interni alle maggioranze siamo stati costretti ad assistere? Degenerazioni che traggono origine dal fatto che nelle fasi elettorali ci si presenta con programmi da ultima ora, raffazzonati, fantasiosi e irrealizzabili. Insomma si presentano perché la legge obbliga a farlo, ma non perché si ci creda.

Un programma è però frutto di una ideologia, eccezion fatta per chi decide di dare vita a un contratto così come è avvenuto su scala nazionale tra Lega e M5s in cui si individuano i punti salienti, le priorità,  e si va avanti. Diversamente, una pianificazione seria richiede una convergenza di ideali politici.  Piaccia o non piaccia, esiste un distinguo tra una visione socialdemocratica e/o liberaldemocratico della vita. Ecco perché risultano pericolose le “ammucchiate” in chiave di stabilità governativa.  Tuttavia, poiché allo stato sussiste una situazione estremamente caotica su questo fronte pare non vi siano altre strada che dar luogo a un contratto tra “galantuomini” in cui si dia vita a una nuova stagione di regole statutarie e a programmi incisivi capaci di produrre lavoro. Non ultima l’interiorizzazione di un processo culturale che dia quel giusto segnale di autonomia e di indipendenza di questo territorio dal contesto politico provinciale e regionale.

Matteo Lauria – Direttore testata giornalistica I&C

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