Editoriale. Giustizia e alluvione. Le situazioni note e i silenzi d’un tempo…

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Quando si leggono sui giornali o si ascoltano nei filmati televisivi o internautici notizie improvvise e clamorose come l’indagine che ha colpito ben 195 cittadini calabresi in merito agli abusi edilizi e urbanistici del nostro comune bisogna prima leggere bene le carte e capire di cosa si tratta. Ringrazio il procuratore della Repubblica di Castrovillari per avere messo al corrente tutti i cittadini di una realtà che da troppi anni va avanti e sulla quale molte amministrazioni hanno continuato tranquillamente a governare. Ma andiamo a noi. Questo scritto ha due scopi:

  • Capire bene cosa mette sotto accusa la magistratura calabrese.
  • Cosa fare per risanare i guasti che la crescita incontrollata e illegale ha procurato in questi anni.

COSA  CONTESTA  LA PROCURA DI CASTROVILLARI  A 195 PERSONE

I FATTI DELL’AGOSTO 2015 L’indagine durate ben tre anni da parte dei magistrati ha accertato che  in quella data  non vi fu una precipitazione atmosferica “ eccezionale”, nel senso tecnico del termine, cioè al di fuori delle  normali precipitazioni che si possono considerare negli archi storici almeno dei trenta-cinquanta anni, Anche se  a noi che l’abbiamo vissuta quella pioggia sembrò un fatto  assolutamente eccezionale per quantità e durata delle precipitazioni, in realtà analoghe o paragonabili se non peggiori  piogge si ebbero  nel 2000, e in altre episodi precedenti, a frequenze statistiche varie. Il magistrato sostiene pure che nella città di Rossano e Corigliano non ci siano strumenti affidabili ufficiali che  raccolgano le precipitazioni  da tempi non inferiori ai 30 anni. Pertanto ricorrendo a modelli di calcolo statistici si verifica invece che la precipitazione non si può definire  in senso tecnico  eccezionale. La norma statistica delle precipitazioni si basa su lunghi periodi non inferiori ai trenta anni.  Il magistrato riferisce pure di situazioni ricorrenti di allagamenti, straripamenti, inondazioni che hanno interessato vari corsi d’acqua negli ultimi venti anni. Quindi ravvisa  una certa frequenza che si ripete di situazioni alluvionali che interessano gli abitati.

Le illegalità  nei territori  COMUNALI Il magistrato sostiene che i letti e gli alvei di vari corsi d’acqua nel territorio sia di Corigliano che di Rossano sono stati ristretti dalle opere edilizie o stradali autorizzate dalle amministrazioni comunali rispettive, oppure occupati in modo illegale da privati senza alcun controllo, da parte delle autorità che avrebbero dovuto farlo, compresi gli attuali responsabili della pulizia dei torrenti. Ecco l’elenco delle illegalità: a) restrizioni arbitrarie e illegali  o sproporzionate, per esempio a  Corigliano con restrizioni anche superiori al 50% degli alvei e in maniera minore ma sempre illegale a Rossano; b) condotte di raccolta delle acque bianche senza la larghezza dovuta che permetta l’accesso di opportuni mezzi meccanici per la pulizia di manutenzione; c) autorizzazioni a costruire in zone segnalate come R4 (ad alto rischio) e R3 o R2 o anche R1 senza rispettare le norme di legge che impongono il divieto assoluto di edificazione in queste zone. Addirittura le autorità di bacino  della regione Calabria sono accusate di avere falsificato o comunque alterato arbitrariamente diverse regole attinenti  zone  in cui poi sono stati autorizzati costruzioni o fabbricati di vario genere  in modo illegale; d) condoni o sanatorie di vario genere emesse da autorità amministrative comunali contrarie alle leggi vigenti; e) case costruite o richieste di condono per edifici abusivi costruiti al di fuori di ciò che è condonabile dalle leggi della Repubblica Italiana e della stessa Regione Calabria. A questo proposito i giudici ricordano sia il divieto della  Regione Calabria, molto recenti, sia i più datati, ma ancora validi, regi decreti risalente agli anni trenta e quaranta che impongono divieto assoluto di edificazione  a meno di dieci metri dai corsi d’acqua; f) mancata opera di adeguata pulizia dei torrenti, dei fossi, dei canali di scolo da parte delle autorità competenti, e affidamento di questo compito a soggetti non previsti dalle leggi vigenti.

AUTORITA’ MESSE IN STATO D’ACCUSA DALLA MAGISTRATURA

  • AUTORITA’ DI BACINO DELLA REGIONE CALABRIA
  • 20 tecnici, TRA GEOLOGI, INGENGNERI, PERITI ecc. Costituenti il COMITATO TECNICO DI QUESTO ENTE, tra questi cittadini residenti a Rossano o in paesi vicini o comunque calabresi
  • 33 funzionari amministrativi di questo ente (tra questi un rossanese  e un cittadino di Crosia)

In tutto come si vede ben 53 Persone tra tecnici e funzionari.

  • PRESIDENTI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI COSENZA (N. 2)
  • SINDACI DI ROSSANO E CORIGLIANO (N. 4)
  • Uffici tecnici di Corigliano (funzionari 5) Rossano (funzionari 2)
  • Uffici di controllo delle acque pubbliche (funzionari 5)
  • Presidente Consorzio di Bonifica Alto Jonio( 1 ancora in carica)
  • Comandante polizia provinciale (n. 2)

PRIVATI E DITTE DENUNCIATE

  • DITTE che hanno eseguito lavori edilizi Corigliano (14) Rossano (9.)
  • PRIVATI CITTADINI Corigliano (70) Rossano (23)

Ovviamente ognuno ha  le accuse  che lo riguardano  e  le più gravi (disastro ambientale o falsificazione  di alcuni dati, o mancati controlli sui torrenti) sono imputate agli organi istituzionali, mentre ai privati viene contestato soprattutto l’edificazione abusiva o comunque non autorizzata o autorizzabile in zone a rischio R3 o R4 o anche minori, e ad alcuni anche l’aver semplicemente chiesto l’autorizzazione in zone  ove la legge non consente autorizzazione edificatoria  di nessun genere.

LE PROVE DEI REATI In merito a questo che è materia strettamente legale ci penseranno gli avvocati a esprimere pareri fondati sulla legge. Io posso solo dire che molte delle cose che il magistrato afferma le ho viste anche io nel corso degli anni varie volte, e molte situazioni sono ancora  lì.  Il lavoro dei magistrati si è basato sulla consulenza di tecnici specializzati nominati dalla procura che hanno utilizzato sia rilievi sul campo che indagini da satellite, ma naturalmente trattandosi di una mole di lavoro che è durata ben tre anni di indagini preliminari  ci possono essere  prove  più o meno ottenute con velocità e prove ottenute con metodo ultrarigoroso. I fatti, come ben sappiamo hanno un fondamento certo che a me personalmente non permette di rispondere con sicurezza alla domanda posta nel titolo: ma CoriglianoRossano è abusiva o no? Secondo me mancando prescrizioni di carattere ambientale nei diversi piani di fabbricazione o piani regolatori è molto facile che visti i numerosi corsi d’acqua in tate occasioni, anche al di là di questa indagini si siano commesse azioni che oggi le leggi non consentono, ma che trenta anni fa le leggi tolleravano o non prendevano in considerazione.  Quindi  la mia risposta è che la nostra città, come tante altre in Calabria ha una buone dose di illegalità nella sua struttura urbanistica. Ma spetta alla magistratura accertare i fatti.

CONCLUSIONI: Questo in estrema sintesi il quadro  d’insieme  dal quale si ricava  una completa inadeguatezza di istituzioni come quelle controllate dalla Regione Calabria (autorità di bacino, settore difesa del suolo, controlli sui corsi d’acqua), la Provincia di Cosenza, il consorzio di bonifica, una polizia municipale, e il coinvolgimento di privati cittadini e ditte di costruzione  in merito agli abusi edilizi al di fuori delle norme. Naturalmente queste sono le accuse che il GIP (il giudice preliminare) dovrà vagliare e confermare o anche rivedere. Ma il quadro d’insieme ci mostra una Calabria  incapace di rispettare le regole  di rispetto del territorio e urbanistiche. L’aspetto più nefasto  è l’aver lasciato in eredità alle generazioni problemi seri come condotte sottodimensionate  o edifici costruiti in zone a rischio anche grave che in qualunque momento possono costituire fonte di serio pericolo per la città mdi Corigliano Rossano.

COME RISANARE LA SITUAZIONE CREATA Premesso che il sottoscritto per almeno quindici anni si è interessato a questi problemi denunciando spesso sia privati che comuni che Regione Calabria, e in qualche caso anche la Provincia di Cosenza e alcuni suoi enti, ma  ricordo con  precisione di essere sempre  stato bollato come “ ambientalista” ,”integralista “contrario al dialogo” ecc  ecc, mentre semplicemente dicevo quello che vedevo con chiarezza commentandolo in base alle poche conoscenze di cui disponevo. Diverse  volte mi sono recato dalla procura della repubblica di Rossano, ma su questi punti non ho avuto mai il piacere di vedere né una denuncia  né avviso di garanzia o provvedimenti del genere, se non in rarissime occasioni in cui piccolissimi abusi sono stati super sanzionati da istituzioni  che hanno dimostrato tutta la loro  inefficacia, provocando anche  critiche feroci da parte dei singoli cittadini che subivano questi abusi edilizi. E infatti devo dire con sincerità che al momento della chiusura del tribunale di Rossano notai  nella pubblica opinione un atteggiamento duplice: gli avvocati e i loro  seguaci arrabbiati e pronti alle barricate, e una buona parte della popolazione silente e in qualche caso sentii anche con le mie orecchie consenziente alla chiusura di un tribunale definito in modo che non si può riportare su carta scritta, perché troppo offensivo. Non per questo il tribunale deve restare chiuso, dovrebbe però funzionare come  adesso quello di Castrovillari. Sarebbe  facile per me incontrare uno ad uno i responsabili di questi sfasci e disastri, o almeno accusati ora di questo da due magistrati e dileggiarli davanti alla pubblica opinione, chiedendo il conto delle offese che ricevetti anche da parte loro( minacce di querela anche in pubblici comizi,  telefonate o incontri per strada  minatori e quant’altro) , ma siccome ho sempre preferito  dire la verità senza guardare in faccia nessuno non sarà certo ora che cambio atteggiamento.

Il punto è cosa possiamo fare per evitare altri guai o disastri?

  1. INFORMAZIONE PUBBLICA DEI CITTADINI La prima cosa da fare è informare tutta la popolazione dei rischi veri che si corrono o si fanno correre agli altri se si fanno abusi edilizi, ostruzioni op occupazioni dei letti e quant’altro, A tuttora molti dei privati che sono stati accusati non conoscono  davvero  come funzionano il sistema ambientale e i rischi che ancora oggi possono correre trascorrendo un’estate vicino al mare e ai corsi d’acqua ristretti. Dicono: “ Ma per una piccola  casetta, o per due stanze  che cosa vuoi che sia?” dimenticano che una casa singola non fa testo o fa pochissimo, ma diverse case, strade, piazze che ostruiscono i letti  messe insieme  sono sempre una bo9mba ecologica in attesa delle piogge. Dimenticano pure che bruciare i boschi come fu fatto prima dell’alluvione,  costituisce serio rischio  in caso di pioggia per chi sta a valle; dimenticano pure che  andare a realizzare fabbricati o strutture  nei pressi delle foci fluviali restringendole o comunque limitandole costituisce gravissimo rischio che in caso di piena o di maltempo, o il fiume o il mare invadano  le zone edificate e le distruggano insieme a chi ci abita. Insomma ci vorrebbe un bel corso di aggiornamento ambientale (x via televisiva o in modo semplice) per almeno la metà dei cittadini della nostra città di CoriglianoRossano, non che tutti abbiano fatto abusi, ma che ci sia ignoranza diffusa questo sì, sia in chi non ha studiato sia in chi ha studiato male o malissimo.  Questa sì che sarebbe una cosa che davvero sarebbe utile al futuro della città.
  2. APPLICAZIONE RIGOROSA DELLA LEGGE Chi sbaglia paga e subito: lavori interrotti dalla polizia municipale o chi per essa, lavori pubblici fermati o non autorizzati dalla regione o da chi per essa. Governo nazionale sempre attento al rispetto delle leggi nei territori locali.  La polizia municipale non può essere impiegata solo per fare multe a chi parcheggia in divieti di sosta! Deve esserci una squadra di vigilanza del territorio efficace e dotata di personale( non deprivata come fu fatto dal 1993 in poi)   sia per il territorio  costiero o pianeggiante, sia per quello montano. Io ricordo di persona che  gli addetti a questo servizio, in montagna sono stati eliminati, mentre in pianura praticamente non possono svolgere il loro lavoro o quasi perché sono troppo pochi rispetto elle necessità. Tra l’altro va ripristinato con gli addetti necessari il Corpo forestale dello stato e gli operai forestali debbono controllare le foreste non  pulire l’erba al mare!  Multe salate e sequestro dei beni per chi viola la legge! Incoraggiamento e detassazione per chi aiuta il comune  a fare ordine nelle strade o piazze pubbliche  o anche solo nei propri giardini , fa la raccolta differenziata dei rifiuti e rispetta le  regole.  Cioè colpire chi viola la legge e aiutare chi la rispetta.
  1. COME RIPARARE I GUASTI ED EVITARE I RISCHI Per il risanamento dei guasti e degli abusi  fare così:
  2. tutte le strutture pubbliche fuorilegge le distruggerei e le rifarei daccapo: i tubi dell’acqua piovana piccoli, le piazze abusive che restringono i letti fluviali, le strade sopra i torrenti . Queste strutture vanno secondo me semplicemente demolite, ricostruiti i letti e rifatte eventualmente in dimensioni non  tali da costruire pericolo.
  3. tutti gli edifici o  costruzioni di qualunque genere fatte da privati che costituiscono rischio grave , per me vanno abbattute senza  alcun dubbio; possibilmente col contributo anche dei privati stessi.
  4. Gli edifici o strutture che costituiscono pericolo non imminente vanno in qualche modo ridimensionati o comunque rivisti in modo che  il rischio  per l’incolumità pubblica sia attutito o comunque mitigato.
  5. Le istituzioni regionali, provinciali, comunali che hanno sbagliato con coscienza, vanno chiuse e per questo ci penseranno i magistrati giudicanti , non è nostra materia, anche se è di pubblico interesse. Mi riferisco all’autorità di bacino : questa va  chiusa nella sua forma attuale e  ricostruita in forme più legali  quando  ci sarà una nuova giunta regionale. Quanto agli uffici tecnici comunali oggi messi in condizione di non agire, perché i loro responsabili sono inquisiti dalla legge vanno in qualche maniera ristrutturati dalle   Chi ha sbagliato si pensionasse o si trovasse lavori più consoni alle sue inclinazioni, e invece si mettessero  tecnici  con studi recenti di tutte le discipline necessarie per le corrette valutazioni ambientali( il geologo, l’agronomo, l’ingegnere, l’architetto, il geomorfologico quando occorre etc).

IL COMPITO DEI CITTADINI A noi cittadini spetta il compito di aprire finalmente gli occhi: se non conosciamo le regole informarci meglio senza delegare a nessuno e pretendere che le istituzioni forniscano informazioni chiare e dettagliate. Poi mandare nelle istituzioni  persone nuove , competenti, che abbiano voglia di fare  rispettando la legge  della repubblica. Bisogna voltare pagina. Sono le clientele  pericolose che vanno spezzate  con la pronuncia dei cittadini tutti: è come se le pubbliche istituzioni locali e e regionali fossero  condizionate da intrecci  di potere che le hanno bloccate a senso unico per decenni. Ben è ora che ce ne liberiamo tutti andando a dare il nostro contributo non per avere un piccolo piacere, ma per fare progredire la nostra terra nel suo insieme secondo il nostro libero orientamento. Per fare questo occorre anche un nuovo senso civico  a partire dal coraggio semplice di richiamare il cittadino che sbaglia, o anche di non aver nessuna pura di denunciare a rischio di dovere se il richiamo non è sufficiente.

Voglio ringraziare i lettori di avermi sopportato fino a qui  nella lettura di questo scritto , ma vi assicuro che quando di notte mi sono letto con attenzione  tutte le accuse e i nomi degli accusati più volte sono saltato sulla seggiola della mia scrivania. Perché leggendo mi sono reso veramente conto del rischio che corriamo a stare in questa città  lasciando fare a chi governa e girandoci dall’altra parte quando vediamo storture. Ieri, agosto 2015 è capitato a tanti cittadini di S. Angelo, domani potrebbe accadere ovunque ci sono stati abusi e illegalità, questo non ce lo dimentichiamo mai, abbiamo figli da crescere e da sistemare e per il loro futuro dobbiamo risolvere  questi problemi cambiando la nostra mentalità e alcune volte anche i nostri comportamenti!

FABIO MENIN – già responsabile WWF “SILA GRECA”

 

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