Editoriale. Fusione, la politica come servizio

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Come è notorio, in seguito al referendum del 22 ottobre 2017, il consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge n. 2/2018 che ha istituito a decorrere dal 31 marzo 2018 il nuovo comune di Corigliano-Rossano.

Il comune ha circa 78.000 abitanti, e dopo una parentesi commissariale la popolazione nella prossima primavera (probabilmente nel mese di giugno) sarà chiamata ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale.

È un appuntamento storico che impone che le migliori risorse ed intelligenze dell’intero nuovo territorio si mettano a disposizione ed al servizio della politica.

Basti pensare che il nuovo comune conta oltre 30 frazioni, alcune molte popolose che abbisognano di un interessamento fuori dal quotidiano, nello stesso tempo in cui i consiglieri comunali e gli assessori non saranno la somma dei due ex comuni, ma saranno dimezzati.

Non serve, quindi, gridare al lupo al lupo anche su questioni di risibile interesse per la nuova città o il litigare tra opposte fazioni, ma occorre cercare di risolvere i problemi non soltanto elencarli con comparsate che non lasciano niente o quasi e di cui ci si dimentica nel volgere di pochi giorni, ergo serve un mix tra esperienza-competenza e umiltà, per andare verso il governo dei migliori al di là di vecchie logiche che non hanno portato bene al territorio, e mettendo da parte dilettanti della politica che non hanno una visione generale.

C’è chi sostiene che la politica sia in crisi, che più passa il tempo e più la gente e soprattutto i giovani si allontanano da essa, ciò non è vero in assoluto, ma un fondamento di verità in chi sostiene tale tesi c’è.

Tale sensazione è aiutata dall’assistere a esternazioni che di politico non hanno niente ovvero se i comportamenti non sono consoni, alla nuova realtà territoriale.

Così si nota un clima politico intriso di personalismo e spesso di scadimento della proposta politica, che sono il segnale palese della mancanza di progettualità e argomentazioni politiche.

Su alcune vicende si evidenzia il pressapochismo, che è l’unico bagaglio di personaggi che si autoproclamano leader, alcuni pensando di farsi scudo con un simbolo partitico e/o politico ritenuto, a loro dire, potenzialmente forte, gente assurta agli onori della cronaca politica, non si sa per quali meriti o per quale azione meritoria fatta per il bene della città.

Certo per chi crede che occorre riscoprire il gusto di fare politica, a chi crede che occorre emarginare chi pensa che la politica sia un’arte che si apprende senza preparazione, si esercita senza competenza e si attua con furberia, il contesto storico impone di evidenziare la vacuità e il lapalissiano di personaggi che nulla hanno da dare e premiare quelli che (e sono la stragrande maggioranza) vogliono che il territorio progredisca, in primis riavendo gli uffici che sono stati tolti ingiustamente.

Basti che si pensi alle grandi opere realizzate, di recente, in comuni vicini e si tratta di infrastrutture importanti come strade, ponti e metropolitana leggera, che sono  costati e costeranno milioni di euro, quando invece  a Rossano per una potenziale spesa di 400.000 euro all’anno si è lasciato chiudere il Tribunale, e del nuovo ospedale si è ben lontani dalla sua attuazione.

Quindi i fondi (europei, nazionali e regionali) vi erano e vi sono, il problema è che chi doveva veicolarli in questo territorio ha pensato ad altro e non ha fatto niente o peggio: non ha saputo fare niente.

Quindi è giunto il momento di alzare il tono, premiando le professionalità e la gente corretta, monitorare e veicolare con competenza e capacità le risorse e capire i bisogni, ponendo problemi concreti e impegnandosi a risolverli, rifuggendo dalle primogeniture e dalle chiacchiere.

Gestire la res publica non è cosa né semplice né facile, parlare costa poco e le parole vanno e vengono mentre le storie restano (se ne ricordassero gli elettori al momento opportuno), come inutile e dannoso è lo strisciante scetticismo sterile.

In definitiva bisogna mettersi a disposizione della politica e della nuova città per il futuro e per le gravose sfide che sicuramente ci saranno, per dare a questo circondario quello che merita anche in riconoscimento della nuova realtà territoriale che i cittadini hanno voluto democraticamente, e che per legge usufruirà di ingenti contributi previsti dalla normativa regionale e nazionale, poggiando su una vasta cooperazione sociale di ispirazione solidaristica e tutelando in particolare chi è più svantaggiato.

Servono uomini liberi e non pacchetti muti di voti, auspicando un importante a autorevole impegno dei cattolici nell’agone politico, e chiamando a raccolta chi crede in alcuni ideali.

Su ciò si deve aprire un dibattito politico e non necessariamente partitico, per verificare insieme il cammino da fare nel prossimo futuro.

 

                                                                                 Avv. Luigi Fraia    

(già assessore alle finanze, e presidente del consiglio comunale della città di Rossano)

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