Editoriale. Fusione, inopportuno l’intervento di Abate a Sapia

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Le incertezze della politica ad un dibattito intorno su un libro che si occupa di fusione tra i due comuni, a parte alcune note polemiche tra i protagonisti, sulla paternità di questo evento, è emerso un dato  preoccupante: la classe politica del nuovo comune CoriglianoRossano  è impreparata a gestire con la modernità e la competenza necessarie questo evento. Questa   da molti anni è succube della politica cosentina. I politici di Cosenza da molti anni hanno saputo inglobare il territorio dello jonio cosentino in una gabbia di ragnatele politiche che ha portato anche conseguenze nefaste per le istituzioni sociali ( scuole, ospedali e tribunale) quando lo stato ha deciso di ridurre  il suo deficit. Questa sostanziale    egemonia della città di Cosenza sul nostro territorio però è dovuta anche alla notevole impreparazione e autonomia politica e culturale della stragrande maggioranza dei politici che questo territorio ha espresso.

LO STATO DELL’ARTE SUL PROCESSO DI FUSIONE

Ora di fatto ci troviamo con un referendum votato a larga maggioranza dai cittadini delle due città che ha sancito l’unione dei due comuni, ma tutti quegli atti che dovevano servire ed essere propedeutici all’unione non sono stati compiuti né dai due sindaci, né dai funzionari comunali. Tenuto conto che l’atteggiamento dei due sindaci è stato profondamente differente, Rossano e il suo consiglio pro fusione, Corigliano non altrettanto, però entrambi non hanno fatto ciò che era necessario per accelerare le pratiche di unione.   Ora alcuni funzionari  spalleggiati da qualche  politicoappartenente alla cosiddetta “vecchia politica” stanno nei fatti manifestando atteggiamenti campanilistici che di fatto boicottano o comunque ostacolano il processo di fusione.  Anche da parte degli ultimi arrivati i neo parlamentari cinquestelle si evidenzia qualche incertezza, specialmente da parte degli on.li Abate e Sapia ( che in fase di referendum manifestarono posizione contraria alla fusione) i quali secondo me, andando al di là dei limiti istituzionali loro concessi, hanno incontrato il commissario Bagnato chiedendogli di non toccare gli uffici comunali. Meglio sarebbe stato che gli altri due onorevoli Forciniti e Scutellà( favorevoli da sempre alla fusione) ,  si fossero fatti promotori di un incontro  per aiutare il commissario a risolvere gli intoppi e le difficoltà del momento attuale perché si realizzi l’integrazione dei bilanci e si avvii una pianificazione dei servizi comunali accentrati in maniera rispettosa del territorio ampio sul quale è costruito il comune di CoriglianoRossano.  Ora va anche detto che trattandosi di una esperienza nuova ci possono essere dubbi o interpretazioni  differenti, ma in assenza di una pianificazione amministrativa del processo di fusione che era compito dei due sindaci  prima che venissero sostituiti dal commissario è del tutto chiaro che i politici oggi non possono interferire col lavoro del commissario di governo.

PROPOSTE PER UN BUON AVVIO DEL PROCESSO DI FUSIONE

Sarebbe opportuno invece un’altra cosa molto più saggia:  la nomina di una commissione amministrativa formata da esperti  che s’incarichi di prospettare  delle soluzioni possibili alla politica  rispettando la geografia del contesto territoriale di Corigliano e Rossano.  Questo potrebbe e dovrebbe fare la politica, per aiutare il processo di unione tra le due città:  studiare come riorganizzare gli uffici comunali senza penalizzare i cittadini: il che significa come distribuire i vari uffici sul territorio in modo che siano funzionali. Quindi quali uffici indispensabili vanno mantenuti nei due centri storici, quali servizi possono essere decentrati nelle due frazioni di Rossano Scalo e Corigliano Scalo, quali uffici possono essere centralizzati. E’ cioè un lavoro tecnico di studio sul territorio che deve essere fatto da persone esperte e che sappiano leggere il territorio. Questa commissione indipendente potrebbe studiare il problema e offrire le soluzioni possibili, senza condizionare il lavoro del commissario, ma anzi semplicemente offrendogli supporto non vincolante. Sarà la nuova amministrazione che nascerà dopo le nuove elezioni comunali a decidere meglio in via definitiva, anche dopo un periodo di necessario assestamento, una strutturazione definitiva degli uffici comunali. Guai se la politica si presta ad atteggiamenti di campanilismo che invece la popolazione ha bocciato. Sarebbe anche opportuno per evitare questo che si avvii un dialogo tra forze politiche differenti per sostenere o la formazione di questa commissione di supporto e di studio, oppure di altri strumenti organizzativi che aiutino il processo di fusione.

PROF. FABIO MENIN

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