Editoriale. Fondi a Castrovillari e Cosenza. E qui?

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Si è scritto molto della chiusura ingiusta del Tribunale dell’allora città di Rossano, soppresso con l’intento di risparmiare e che probabilmente ha portato una lievitazione dei costi (diretti e indiretti) per la fruizione della giustizia; ho rilevato che  di recente il Comune di Castrovillari ha ottenuto oltre all’accorpamento del comprensorio dell’ex nostro Tribunale, anche un finanziamento di 3,9 milioni di euro per la demolizione e la ricostruzione del suo vecchio Tribunale, che si aggiunge al rilevante finanziamento per la costruzione dell’attuale nuovo Tribunale.

Nello stesso tempo Cosenza, città con la quale occorrerebbe rapportarci non per inutili primazie sugli abitanti o sull’estensione del territorio, ha ottenuto oltre il finanziamento meno recente di circa 20 milioni per costruire il ponte di Calatrava (credo meno utile di un Tribunale), altri 90 milioni per costruire e/o ristrutturare immobili pare nel centro storico e con il concorso della Provincia di Cosenza, per posti letto per studenti e coppie, parcheggi e percorsi meccanizzati, oltre l’adeguamento delle strade esistenti etc.

Al di là della natura dei finanziamenti, vi è da evidenziare una vivacità negli uffici preposti, attenti alla crescita della città con progetti ritenuti adeguati, e che danno il senso di mirare a dare nuove infrastrutture alle città.

Sarebbe gradita in questo frangente una parola dei potenziali candidati a sindaco e dei rappresentanti dei partiti o associazioni di riferimento, sul seguente quesito: a prescindere da responsabilità politiche, non è che bisogna mettere mano nella burocrazia del nuovo Comune nato dalla fusione.

Contestualmente, è di questi giorni la discussione sulla cosiddetta «autonomia differenziata».

Essa produrrebbe, lo ha detto la Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) danni che si rischia di scaricare irrimediabilmente sul Sud.

Di conseguenza, il Comune di Corigliano/Rossano si ritroverebbe abbandonato a se stesso già nella sua gestazione; perché sarebbe evidente il ridimensionamento dei finanziamenti per il mezzogiornoe di conseguenza per il nostro territorio; poiché un pezzo del paese, quello più ricco e forte anche socialmente potrebbe essere messo contro quello più debole, così da smantellare il tessuto unitario favorendo le regioni centrosettentrionali e portando grave nocumento a quelle meridionali; con discriminazioni e ricadute, in primis, sul diritto alla salute e all’istruzione, e sul rischio di chiusura di altre postazioni dello Stato, altro che riaprire i Tribunali.

Nel frattempo, le tariffe delle addizionali regionali e comunali potrebbero impennarsi dopo lo sblocco della leva fiscale da parte del governo che negli ultimi  anni teneva a freno proprio le tasse locali. 

A svelare le cifre della stangata che ormai è imminente è uno studio, come riporta il Sole 24 Ore, di Confprofessioni che traccia tutti i rincari nelle addizionali. La previsione sugli aumenti deriva da una analisi delle serie storiche degli ultimi anni prima che entrasse in azione il blocco. 

La politica senza ideologie e principi imprescindibili e fondanti, produce l’unione di sigle che non hanno quasi nulla in comune, se non la velleità di cercare di vincere le elezioni; ma dopo inevitabilmente le contraddizioni esplodono, portando alla paralisi amministrativa e con il tirare a campare senza risolvere i problemi,  ovvero nel sottoscrivere iniziative e/o leggi che possono andare contro il territorio che ha eletto i propri rappresentanti, e noi non possiamo permettercelo.

                                                                                                           Avv. Luigi Fraia

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