Editoriale. Emergenza lavoro, dramma senza risposte

Emergenza “lavoro”: dramma senza risposte. Politica paralizzata dai veleni.

Emergenza “lavoro”. Il dramma di sempre, piaga endemica del sud, ancora più profonda alle nostre latitudini. E in che modo si affronta la questione? Paradossalmente, con indifferenza, negligenza e superficialità! Eppure, sono proprio gli amministratori locali la “spugna” di cotanto malessere. E’ accaduto che assessori e sindaci, al fine di evitare all’uscita persone disperate in cerca di lavoro, se la siano svignata dal retro o di nascosto, sottraendosi vilmente alle proprie responsabilità. Oggi si parla di città unica Corigliano-Rossano e, probabilmente, il SI vince per la bontà della proposta, ma prevalentemente perché tale progetto è visto come una speranza affinché ipotesi di sviluppo si traducano in occupazione. Ed ecco che ci ritroviamo al punto di partenza: IL LAVORO, che non c’è! Né si creano le condizioni per agevolare nuove occasioni, anzi spesso si va nella direzione opposta.

Gli effetti della spoliazione di uffici e servizi sull’indotto

Con la spoliazione di uffici e servizi è morto anche l’indotto. Bene fece la magistratura a colpire negli anni l’assistenzialismo mediante operazioni (falsi braccianti agricoli) tese a far rientrare nelle casse dello Stato svariati milioni di euro. Fondi che, in larga parte servivano seppure illegalmente, come sponda di sostentamento a famiglie bisognose. Da un lato quindi il ripristino della legalità, dall’altro il venir meno di flussi circolari di denaro. Tutto questo (ed altro) ha prodotto effetti a cascata di graduale recessione, a tal punto da generare una paralisi negli investimenti e ridurre al minimo il rischio d’impresa da parte degli imprenditori.

La crisi alimenta la delinquenza

La gente è ai limiti della disperazione: chi può prende la strada dell’illegalità. Non a caso sono in aumento i furti, il contrabbando, il traffico di droga, il lavoro nero. Nei giorni scorsi ci siamo chiesti come sia possibile che nelle due città di Corigliano e di Rossano non vi sia un apposito assessorato al lavoro in grado di supportare, di sostenere e di accompagnare i “senza lavoro” a costo zero nelle fasi istruttorie, al fine di partecipare a bandi e/o concorsi. Una struttura capace di individuare le attitudini del potenziale disoccupato e orientarlo verso attività di proprio interesse. Ciò non avviene, nonostante sia solo un problema di carattere organizzativo che non richiede quindi ulteriori oneri finanziari a carico dell’ente.

Progetti nel cassetto. Prevale la politica dei veleni

Al danno poi si aggiunge la beffa quando si tengono in stand-by quei pochi progetti che potrebbero aprire minimi spazi occupazionali. Oggi, a Rossano sembra quasi non si possa realizzare nulla. Si trasforma in accusa l’idea di realizzare in una zona come la nostra (ritenuta “turistica”) centri benessere, Spa, beauty farm o resort di alto livello. Si colpiscono piccoli ristoratori e giovani che tentano di aprire un semplice lounge bar.

E le motivazioni sono le più disparate: l’uno è perché è figlio di… l’altro è un raccomandato politico … o magari fantasiose ricostruzioni di comparaggi di varie forme e natura … E basta la pubblicazione di una lettera anonima, senza un minimo di filtro, magari inviata da chi ha interessi politici o personali perché tutto si fermi. Una sorta di psicosi paralizzante. Si può pensare di amministrare la cosa pubblica in questi termini? Se questo deve essere, allora si proceda all’annullamento di ogni bando o aggiudicazione. Magari saranno i protagonisti in campo, tra denuncianti e pubblici amministratori, a produrre posti di lavoro. Come? A chiacchiere… Il problema vero è che si gioca e si scherza troppo sulla vita degli altri, sui disoccupati, sulla povera gente. E sia ben chiaro, i proponenti dei vari progetti non sono certo persone con il cappello in mano o bisognosi. Possono permettersi anche di arrestare ogni forma di investimento. E non è da escludere che qualcuno lo possa fare. Quale sarebbe il risultato e chi ne paga le conseguenze? L’imprenditore che già di per sé ha le spalle larghe e può permettersi il lusso di andare avanti comunque e a prescindere anche senza la realizzazione di un Resort e di una Spa? O il danno lo si crea ai quei disoccupati che potrebbero vedere per la prima volta un posto di lavoro, lo stesso che né Stato né le amministrazioni locali riescono a garantire? L’auspicio è che si possa spezzare a medio termine la paura di affrontare ogni situazione, e andare avanti spediti nella concretizzazione di idee e progetti nell’interesse prevalentemente dei più deboli.

Matteo Lauria

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