Editoriale. Elezioni, società civile se ci sei batti un colpo …

Corigliano Rossano – Si guarda al futuro, alle prossime elezioni direi “storiche” che eleggeranno il primo sindaco, la prima giunta e il primo consiglio comunale della nuova città di Corigliano Rossano. Sarà un momento importante, articolato e complesso, che dovrà essere gestito con grande senso di maturità e di responsabilità da parte di noi tutti cittadini e dalla classe dirigente. Questa fase di transizione, come ogni situazione nuova, sta presentando delle criticità significative che alcuni imputano, forse ingenerosamente, alla gestione commissariale altri al mancato lavoro preparatorio delle due ex amministrazioni comunali uscenti. A complicare il percorso una certa burocrazia che tende a porsi di traverso per ragioni di ordine culturale da un lato, ma anche per la tutela di miseri interessi dall’altro. Di certo i veri effetti della fusione, potranno arrivare con l’insediamento dell’organo politico, di qualsivoglia estrazione partitica, purché non sia pregnante la litigiosità, le spaccature, le divisioni. E soprattutto, le logiche di campanile. Ancora oggi, purtroppo, si odono ragionamenti del tipo “Corigliano succursale di Rossano o viceversa”, perdendo di vista la vera rivoluzione culturale a cui si è dato vita, osservata tra l’altro  con grande ammirazione in altre parti d’Italia.

Fatta questa premessa, mi preme sottolineare il ruolo e il compito della cosiddetta società civile in vista dell’appuntamento elettorale che non può essere di “osservatore silente” per poi giudicare chi si adopera conservando legittime ambizioni. I tempi sono maturi per avviare una seria discussione in tema di classe dirigente. I famosi “soliti nomi”, come si usa dire, hanno tutto l’interesse affinché si arrivi nel disordine alle fasi propedeutiche alla presentazione delle liste, in quanto nell’impreparazione generale sarebbero gli unici ad emergere. Atteggiamenti strategici che sarebbero da sconfessare, indubbiamente, ma è chiaro che l’immobilismo generalizzato delle masse presta il fianco a costoro. Trovo vile l’atteggiamento di chi sta alla finestra a giudicare gli altri per poi dire  “sono sempre  gli stessi”. E’ oggi necessario uscire fuori allo scoperto, esporsi, metterci la faccia come suol dirsi. I cosiddetti “soliti” piaccia o non piaccia sono persone che, seppure per  ragioni di gestione di un potere, si adoperano, si mobilitano, impegnano tempo e denaro. Forse è il caso di ricordare che nulla arriva per caso, né giungono regalie calate dall’alto. E allora, a partire dal prossimo autunno, tutte le forze sane che abbiano voglia di svolgere un ruolo nella gestione di un processo storico si assumano la responsabilità di uscire fuori dalla logica “armiamoci e partite”, dalla rassegnazione e dalla facile critica. A nessuno è impedito fare politica, tutti possono concorrere, a vario titolo senza infingimenti. La vera sfida e i veri distinguo saranno i programmi, non i famosi libri dei sogni. Oggi l’elettore non ha più l’anello al naso. La redazione di un programma non richiede solo idee e progetti ma anche scelte coraggiose, soprattutto da queste nostre parti dove l’abusivismo edilizio dilaga e compromette il turismo. In molte aree sarà necessario ricorrere alle “ruspe” se vogliamo davvero un turismo capace di intercettare i grandi flussi. In molti, da quel che emerge, mirano a candidarsi a sindaco, ambizione legittima perché segno di vitalità e voglia di partecipazione  ma non vi è traccia almeno per il momento, di grandi interventi che potranno stravolgere il nostro territorio e convertirlo in una vera California.  Occorre, quindi, coraggio e alto senso dell’etica. Senza questi due forti valori saremo costretti ad accontentarci dei soliti “democristiani” ( per modalità e condotte) nella più becera accezione.

Matteo Lauria – Direttore testata giornalistica I&C

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