Editoriale. Corigliano Rossano, Covid: i silenzi della politica e della minoranza

Corigliano Rossano – Che debba essere, questo, un momento unitario per fronteggiare il virus è un qualcosa che abbiamo auspicato sin dalle prime battute, se non altro perché il caso lo richiede. Siamo stati, come testata giornalistica, convinti assertori, ancor prima del Covid, che sulle grandi questioni inerenti i temi della fusione Corigliano Rossano vi dovesse essere una unione d’intenti nell’interesse esclusivo della comunità per un rilancio effettivo della città nel contesto regionale e nazionale. Fatta questa premessa, è indubbio che una cosa è la collaborazione istituzionale tra le forze politiche, altra cosa sono i rapporti tra maggioranza e minoranza. Si ha percezione, da più tempo, di un pericoloso appiattimento delle forze di opposizione riguardo ai più svariati temi circa le scelte poste in essere. In pericolo la democrazia? No, esagerato pensarlo. Tuttavia un apparato amministrativo sprovvisto (o in parte)  di organi deputati al controllo e alla vigilanza politica deve lasciar riflettere gli elettori. D’altronde a nessun politico è stato ordinato forzatamente di candidarsi e quando lo si fa bisogna assumersi la responsabilità di dare continuità al mandato elettivo. Uno degli esempi calzanti è la totale assenza di una presa di posizione politica sull’ individuazione di Polo Covid al “Nicola Giannettasio” di Rossano. Tutti in silenzio! Finanche la maggioranza non si sbilancia, mentre il percorso dedicato va avanti. Eppure è un argomento piuttosto delicato, che ricade e richiede una visione di politica sanitaria. Qual è il problema? Perché non ci si espone? Cosa si cela dietro questo nascondersi? Non è dato sapere. E quando qualche parte politica decide di prendere posizione lo fa per la richiesta della riapertura di singoli reparti, nella consapevolezza che per sopperire alla “imposizione” del Covid occorra del personale. Ancor peggio sono gli interventi dai contenuti campanilistici protesi a difendere piccole esigenze di singoli camici bianchi che mal sopportano l’idea di scomodarsi da Rossano a Corigliano o viceversa. Saremo pure una città di 80mila abitanti, ma la mentalità continua a mantenere margini di profondo provincialismo! E mentre in altre realtà che ospitano ospedali spoke mal vestiti d’un tratto Covid il dibattito è acceso, come a Lamezia dove il Sindaco si è fatto sentire con ragioni piuttosto valide, a Corigliano Rossano la discussione verte sulla dipartita di singole divisioni tra uno stabilimento ed altro. Non sarà il momento delle polemiche, ma non è neanche il tempo né di nascondersi sulle questioni complesse, tanto meno di mettere in mostra il meglio della visione localistica…

Matteo Lauria – Direttore I&C

Una risposta

  1. Fino a quando non si arriva alla consapevolezza di essere cittadini e non sudditi, le cose non cambieranno. Io non biasimo i nostri politici di essere sempre in campagna elettorale, siamo noi che gli diamo questa possibilità ed è normale ma non giusto, che nessuno si prenda le proprie responsabilità e si è attenti solo alla propria individualità e non al bene comune. Purtroppo anche in questa situazione drammatica non vedo cambiamenti radicali ma solo voglia di apparire.

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