Affinché si giungesse alla convocazione della conferenza si è reso necessario pervenire alla fusione dei due ex comuni di Corigliano e Rossano, acquisire la titolarità di primo comune della provincia di Cosenza in quanto a entità demografica, e giungere alla determinazione cui è pervenuto il primo cittadino jonico. Tanto premesso, ciò che emerge con tutta evidenza è che su 150 comuni ne fossero presenti solo 56. Per essere oggi, la sanità, una grande emergenza mi sembrano pochini.
Per il Comune di Corigliano Rossano si tratta di una “importante partecipazione” anteponendo a motivazione la risultante del dato demografico piuttosto che i singoli comuni: hanno partecipato in sostanza i sindaci dei comuni la cui sommatoria di abitanti raggiunge i 370.067 abitanti, su 711.739 totali pari ad oltre il 50% degli abitanti della Provincia di Cosenza. Dei 56 presenti circa 20 sono ricadenti sull’area jonica. L’assenza che spicca con grande evidenza è quella del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, oltre agli altri 94 sindaci non presenti. Una grave latitanza, che offende le istituzioni stesse, si scontra con i reali problemi dei cittadini che costantemente ci sbattono il muso con la carenza di servizi e prestazioni. Cosa è successo? Quali dinamiche si sono messe in moto? Per quanto mi riguarda, seppure in chiave del tutto interpretativa, sussiste il tentativo di delegittimare il sindaco Stasi, quale espressione di una città che oggi è la prima della provincia di Cosenza. E non è un caso se, personalmente, guardo a Crotone e alla futura provincia della Magna Graecia.
Matteo Lauria – Direttore responsabile I&C