Editoriale. Anniversario Giunta Stasi, anno fallimentare. Ritorno all’autonomia

Avv.Giuseppe Zumpano

Corigliano Rossano – Ad un anno dall’insediamento della Giunta Stasi riceviamo e pubblichiamo una lettera pubblica dell’ex amministratore nonché già presidente onorario della camere penale di Rossano, Avv. Giuseppe Zumpano.

Cari Coriglianesi e Rossanesi, tutti amatissimi Cittadini Italiani e Calabresi, oggi ricorre il primo anniversario di quella che avrebbe dovuto essere l’alba di una nuova era per le nostre comunità e, quindi, si sarebbe dovuto celebrare sia la fusione delle due città, entrambe di antica fondazione e di profonda cultura e civiltà, sia i “successi” amministrativi, se conseguiti  (eventi, questi, in cui Noi tutti avevamo riposto grandi aspettative e fiducia, pensando ad un nuovo Rinascimento).

Non c’è nulla da festeggiare e , dopo un anno, e la delusione e l’amarezza hanno preso il posto delle speranze, per cui si deve riconoscere almeno un minimo di civile indignazione. 

E’, quindi, il tempo di fare un bilancio, prendendo spunto dal titolo di un’opera letteraria di quel gigante del pensiero del XIX secolo, John Henry Newman, Professore a Oxford, Filosofo, Cardinale salito agli onori degli altari nel novembre scorso (l’opera è “Perdita e Guadagno”, scritta durante il viaggio di ritorno da Roma a Londra per rispondere a un’accesa polemica conseguente alla Sua conversione dall’Anglicanesimo al Cattolicesimo, nella quale l’Autore sosteneva il Suo arricchimento per l’adesione alla conoscenza spirituale  cattolica). 

Innanzi tutto la fusione delle due città, caratterizzate da differenze e particolarità che sono proprie e specifiche di un diverso patrimonio di grande cultura e di ricche tradizioni, ha fatto emergere una prematurità del tempo giusto per affrontare una tale complessa problematica. 

Ahinoi! Il bilancio perdita-guadagno, riassuntivo di un anno di amministrazione comunale., sotto tutti i suoi aspetti, è fallimentare. 

Questo giudizio, che ormai pervade l’animo di molti, è stato reso più drammatico dall’assoluta incapacità gestionale di un’Amministrazione comunale e del suo esecutivo, caratterizzati da scarsa cultura generale e di governo, da incompetenza e inesperienza, cui si associazione spesso saccenteria, arroganza e rifiuto a stabilire un colloquio e un confronto con il pubblico. Ovviamente non scalfiranno questa valutazione le inevitabili difese interessate da parte degli accoliti che soffrono di pregiudizio partigiano e ideologico. 

Certo è che nessun settore della Pubblica Amministrazione si salva e il disastro è di proporzioni inimmaginabili perché è sempre mancato un progetto, una linea di governo e un’onesta capacità di escludere interessi personali o particolari. 

La situazione è irreversibile e nessuna speranza c’è che la congrega molli l’osso del poter azzannato in modo del tutto fortunoso ed insperato. 

Il “nuovissimo” ha avuto facile presa sui cittadini più deboli ed acritici così come in precedenza è avvenuto in campo nazionale: lo sfacelo è sotto gli occhi di tutti. 

Per il momento noi assistiamo, ma notifichiamo subito a questi amministratori (si fa per dire) l’avvisa che non ci possono ritenere Pinocchio, così sprovveduto davanti al gatto e alla volpe. 

E ancora: non credano che possiamo inghiottire passivamente le loro parole (autotentiche supercazzole) e le loro opinioni, del tutto vacue. 

E’ pur vero che oggi anche in Parlamento, e poi al Governo, e poi nei Consigli Regionali, domina la mediocrità d’individui che chiamiamo onorevoli: questi traggono la loro forza da uno scarso bagaglio culturale, per cui esercitano il potere per vie che non interessano il cervello o i sentimenti o le idee. 

E’ vero, altresì, che grande colpa hanno gli elettori che hanno votato tali governanti. Ora tocca alla Cultura, chiusa tra salotti e accademia, uscire fuori per spiegare ai tanti ciò che fummo e che ci viene riconosciuto dalla Storia per spingerli a rifiutare fette, fettine e briciole di torta e a riacquistare l’antico buon senso e la saggezza che oggi manca e che nemmeno rimpiangono. 

Bando, quindi, alla rassegnazione e alla malinconia e, per non morire di malgoverno, prepariamoci a una rivoluzione silenziosa e incruenta per smaltire (anche) queste tonnellate di malgoverno e malaffare. 

Lo «spirito borghese» di cui parla il filosofo Bernard Groethuysen, “l’honeste home” che ha costruito il mondo moderno, non può essere distrutto degli attuali avventurieri, per i quali come diceva Wiston Churchill: «si considera la cultura come un solaio di cose inutili, ingombranti».

Registro quotidianamente il malcontento crescente dei Cittadini e sono pronto, con le mie modeste forze, a battermi con Voi per un ritorno all’autonomia dei due comuni e per un patto di alleanza tra galantuomini di vera e proficua collaborazione sia per gestire insieme i servizi della collettività e sia per una rinascita della Cultura, quale fermento vivo della realtà quotidiana, senza la quale non possiamo invocare le fondamentali strutture di cui abbisogna un popolo civile: sanitarie, giudiziarie, produttive, tecnologiche, sociali ambientali e di comunicazione. 

Il motto è: intelligenza, buonsenso, prudenza, operosità e, soprattutto, pretendere che l’università della Calabria, Unica, sia rappresentativa del territorio, e, quindi, svolga degnamente il proprio ruolo anche nei Nostri Comuni. Chiedo che vogliate accogliere l’augurio Giuseppe Zumpano. 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: