Discarica Pipino, a Scala Coeli cresce il clima di tensione

differenziata

Clima di tensione nel piccolo centro presilano. La parola d’ordine è un secco “no” alla proposta di ampliamento della discarica “Pipino”. Un progetto di cui poco si sa circa il merito ma che ha fatto scatenare l’ira di ambientalisti pronti a dare battaglia. Tra questi, però, ve ne sono alcuni che tendono a usare metodi poco ortodossi pur di estorcere firme per una petizione contro la realizzazione dell’infrastruttura a servizio del territorio. È delle ultime ore la notizia secondo la quale in uno dei luoghi di ritrovo della piccola comunità, alcuni avrebbero finanche aggredito un 30enne, affetto da disabilità intellettiva, pur di incassare l’adesione contro il progetto. Il giovane si sarebbe comunque opposto, senza apporre la firma. E non sarebbe il primo caso. È in atto, insomma, una sorta di “porta a porta” senza precedenti. Secondo talune fonti, a Scala Coeli si sarebbe attivato un meccanismo di matrice politica contro il sindaco Giovanni Matalone reo di strizzare l’occhio al progetto poiché lo ritiene vantaggioso per il territorio. Contro di lui tuttavia si stanno mettendo in moto una serie di meccanismi perversi che di politico avrebbero ben poco. Sembra prendere corpo la solita macchina del fango. Comprensibili e legittime le varie posizioni, anche diversificate sulle questioni ambientali, ma ricorrere alla violenza verbale o all’ingiuria è segnale di profonda inciviltà. D’altronde si tratta di una proposta, di cui al momento poco si conosce sul piano dei contenuti, sui criteri previsti circa la messa in sicurezza, sulle tutele e i vantaggi per il territorio. Di una proposta che, tra l’altro, ha fatto registrare la posizione di chiusura dell’assessore regionale Antonella Rizzo, nelle ultime ore a Cariati. Nonostante tutto è in atto una campagna denigratoria contro chi tende ad approfondire l’argomento. Altra cosa è l’ambientalismo spontaneo disinteressato. Che c’è, esiste, ed è riconoscibile. Non si mimetizza né utilizza l’ambiente per carriera politica, così come fanno in tanti. Poi c’è chi alza il prezzo in sede di contrattazione, chissà da questa operazione si possa ricavare qualcosa. È quella parte di Calabria, insomma, deleteria che non aiuta a crescere e che vive di interessi di singoli. L’obiettivo è raccogliere almeno 5000 firme. Mentre per il 28 luglio è prevista una marcia lenta lungo la statale 106 jonica. La stessa statale che per potenziamento e ampliamento, da Sibari a Crotone, non gode di copertura finanziaria. Bene dunque la diversità di vedute, le prese di posizioni differenti, soprattutto se sane e senza secondi fini; da stigmatizzare al contrario le forme di violenza e di aggressione lontane dai metodi democratici che la società civile impone. Un cittadino deve poter dissentire o viceversa aderire a proposte e/o progetti e non per questo essere additato, denigrato o aggredito. Tanto più se si è di fronte a situazioni legittime sul piano legale. È in atto una forma di terrorismo psicologico che mette in difficoltà chi la pensa in maniera diversa sul punto. È tempo di uscire forse allo scoperto e di far capire di cosa si sta parlando, senza infingimenti, timori o paure. Bisogna tuttavia creare le condizioni culturali affinché ciò possa avvenire. Il clima che si è creato attorno alla proposta di realizzazione dell’ampliamento della discarica non favorisce i processi di democrazia partecipata. Il tentativo di estorcere firme a Scala Coeli con fare minatorio è la conferma che c’è qualcosa di diverso sotto. Chi è realmente animato da spirito ambientalista avrebbe ad esempio partecipato, così come hanno fatto tanti cittadini e alcuni componenti dell’amministrazione in carica, alle operazioni di spegneimento delle fiamme di un incendio scoppiato nelle ultime ore a Scala Coeli. E invece neanche l’ombra.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: