Detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, processo si conclude con assoluzione

cariati
Il Tribunale di Castrovillari

Corigliano Rossano – In data 19.09.2018, in seguito ad una segnalazione anonima relativa ad una presunta attività di spaccio, personale della Polizia di Stato del Commissariato di Rossano effettuava una perquisizione domiciliare a carico di Riforma Giovanni e Mihai Darisa Leontina, nel corso della quale gli stessi venivano trovati in possesso di 2,7 gr di sostanza stupefacente del tipo marijuana, dalla quale era possibile ricavare 2 dosi singole medie; nonché in possesso di un bilancino di precisione e di una busta di cellophane con ritagli circolari che secondo gli inquirenti erano tipici nell’utilizzo per il confezionamento della sostanza.
Per tale ragione entrambi i soggetti venivano rinviati a giudizio con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente finalizzata allo spaccio.
Nel corso del processo, la difesa degli imputati, condotta dagli Avv.ti Francesco Calabrò e Paolo Stabile, faceva emerge l’insufficienza probatoria in ordine ai fatti contestati, poiché, da un lato, il quantitativo di sostanza rinvenuto era esiguo, dall’altro, non vi era alcuna certezza che il cellophane venisse usato per il confezionamento della sostanza, non essendo stata condotta sullo stesso alcun tipo di analisi volta a determinare la presenza di stupefacente. Così come il rinvenimento del bilancino non era incompatibile con un uso personale della sostanza drogante, in quanto lo stesso ben poteva servire per pesare la quantità di sostanza da assumere.
Inoltre, elemento molto importante, nel corso della perquisizione domiciliare, condotta in maniera scrupolosa e che aveva riguardato tutti gli ambienti dell’abitazione, compreso lo scarico del water, non era stata rinvenuta alcuna quantità di denaro che potesse costituire il frutto dell’attività di spaccio.
In data 02.11.2020 il Tribunale di Castrovillari, in accoglimento delle tesi difensive assolveva gli imputati ai sensi dell’art. 530, comma 2, c.p.p. poiché carente, insufficiente e contradditoria la prova raggiunta in ordine alla sussistenza del fatto di reato contestato (Comunicato stampa).

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