E ancora, centinaia di migliaia di migranti che da anni vivono e lavorano in Italia ma non in uno dei settori economici previsti dal decreto (pensiamo alla ristorazione o all’edilizia, in cui la manodopera impiegata è ormai prevalentemente straniera): queste persone erano e continueranno a restare invisibili.
Nella giornata di ieri è stato realizzato un sit-in di fronte alla prefettura di Reggio Calabria. Migranti, lavoratori, italiani e stranieri, depositando a terra cassette di frutta, a simboleggiare come il governo abbia voluto tutelare frutta e verdura che rischiavano di marcire incolte sui campi, su pressione della grande distribuzione organizzata, e non le persone. Ma gli esseri umani non sono braccia, e la regolarizzazione non è né un premio né un regalo: è il riconoscimento al lavoro che in questi anni centinaia di migliaia di migranti hanno compiuto a beneficio dell’economia italiana. La pandemia ha riportato l’attenzione sulle tremende condizioni in cui si vive nei ghetti e negli insediamenti della Piana. E’ arrivato il momento di riconoscere diritti e dignità agli invisibili delle nostre città. Non arretreremo di un millimetro e lotteremo affinché questo decreto truffa cambi radicalmente.
(comunicato stampa)