Crotone. Truffa Bonus Scuola, senatrici M5S studiano correttivi

Crotone – L’esecuzione, questa mattina, di un sequestro preventivo da quasi 1,5 milioni di euro, disposto dalla Procura di Crotone ha svelato la truffa che nel 2017 e 2018 ha assicurato ad una società di capitali e ad altri sei soggetti l’indebita percezione dei contributi messi a disposizione dal Ministero Beni Culturali per il bonus cultura “18app”. A parte l’entità del danno erariale scoperto dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, fa specie leggere che l’86% delle erogazioni relative ai poco più di 4.000 giovani sottoposti a controllo siano risultate irregolari. Significa che a beneficiare dell’opportunità offerta dallo Stato ai neo-maggiorenni nella speranza, mentre escono dalla scuola dell’obbligo, di generare o incentivare i loro consumi culturali, cioè di dare soddisfazione a bisogni spirituali capaci di incidere positivamente sulla loro maturazione e farne cittadini migliori, sono stati dei truffatori. E i truffati chi sono? Complici, non vittime. Crotone, con la disoccupazione al 29%, quasi 2 punti sopra la media calabrese, è senza dubbio una provincia economicamente depressa, dove 500 euro possono fare gola ad una famiglia per esigenze primarie. La natura, però, dei beni acquistati in luogo di quelli previsti autorizza a dubitare dello stato di necessità dei beneficiari: oltre ai classici smartphone e playstation, sono stati acquistati frigoriferi, forni a microonde, asciugacapelli, servizi di bicchieri, tovaglie… La disinvoltura con cui tanti giovani e i loro genitori si sono prestati ad approfittare dell’occasione offerta dagli esercenti disponibili alle false attestazioni è il dato più censurabile e preoccupante. Il malcostume portato a galla nell’occasione non è tuttavia nuovo alle cronache né prerogativa dei soli studenti, perché casi assimilabili, e moralmente persino più gravi, si registrano in tutta Italia anche tra i docenti, non sempre corretti nell’impiego del bonus loro riservato dal Ministero dell’Istruzione. In qualità di portavoce M5S nella Commissione “Cultura” del Senato, ci proponiamo di studiare dei correttivi da proporre sia al MiBACT sia al MIUR per rendere più arduo e meno conveniente tentare truffe simili, particolarmente odiose anche perché contraddicono le ragioni stesse dell’incentivo statale (Comunicato stampa).

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