Crotone. Sede Sovrintendenza, Barbuto e Corrado (M5S): Ricorso al TAR è strumentale

Crotone – Impugnare al TAR la decisione di stabilire la sede della neonata Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Catanzaro e Crotone (SABAP CZ-KR), decisione che non può essere contestata in quanto attiene all’organizzazione interna del Ministero oggi a guida Franceschini, è mentire sapendo di mentire. Bisognerebbe chiedere i danni al sindaco Abramo, non solo perché alimenta il campanilismo più becero, evidentemente allo scopo di guadagnare facili consensi e distogliere l’attenzione dei cittadini catanzaresi dai problemi reali, non pochi, causati alla città che amministra, ma perché sperpera risorse del ‘suo’ comune e costringe quello di Crotone a fare altrettanto, coinvolgendolo in una battaglia legale che sa bene essere priva di qualsiasi legittimazione. Bisognerebbe chiedergli di pagare di tasca sua il professionista che il Commissario prefettizio ha designato per difendere gli interessi dell’Ente pitagorico. In realtà, gli interessi in gioco non sono dei due comuni/province ma dello Stato al più alto livello. Le soprintendenze ABAP, infatti, non sono uffici di rappresentanza del MiBACT sul territorio ma uffici di tutela e la tutela, diversamente dalla valorizzazione, non è materia concorrente con le Regioni ma spetta interamente allo Stato, che la esercita distribuendo uffici e personale in base alla quantità e qualità del patrimonio culturale stratificatosi nel tempo in un’area che può anche comprendere più province o parti di esse. Per questo le sedi delle singole soprintendenze e i loro uffici territoriali non ricalcano l’ordinamento amministrativo e men che meno tengono conto del rango di capoluogo in quanto tale, tranne che questo, come spesso accade in Italia, non spetti ad una città di fondazione classica. Non è così per Catanzaro, se ne facciano una ragione, perché non esiste una Catanzaro magno-greca o romana: la città nasce nel Medioevo, con un gap di 2000 anni rispetto a Reggio, a Crotone, a Locri, a Vibo. La storia non si cambia per mera demagogia.

La notizia alla quale prestare attenzione, se mai, e di cui compiacersi a Catanzaro come a Crotone, dovrebbe essere la pubblicazione, ieri, da parte del MiBACT, della circolare che per la prima volta bandisce l’interpello per assegnare la direzione della Soprintendenza ABAP di Catanzaro e Crotone. Si cerca, in altre parole, un dirigente ministeriale (in forza alle Soprintendenze ABAP o ai Poli Museali) che sia disposto ad assumere l’incarico di soprintendente della sede di Crotone, inaugurando la serie. E tuttavia anche questa buona novella nasconde insidie che devono essere motivo di preoccupazione: l’interpello riguarda, infatti, anche altre cinque soprintendenze ABAP (in Calabria, Umbria, Liguria) e per tutte l’incarico potrebbe non essere triennale ma ad interim, quindi a tempo limitato. Soprattutto, si legge nell’atto: “in assenza di istanze, l’Amministrazione per esigenze inderogabili di natura organizzativa e funzionale, si riserva, in ogni caso, di assegnare in via unilaterale la sede.” È la formula inaugurata con la circolare n. 342 del 31 ottobre 2019, alla quale avevo già pronosticato fortuna perché, complice la moria dei soprintendenti (l’ultimo concorso è del 2007), segna il passaggio dalla discrezionalità consentita dalla normativa vigente ai dirigenti pubblici all’arbitrio puro e semplice.

Ebbene, che non ci saranno istanze di dirigenti e che la Soprintendenza ABAP CZ-KR sarà assegnata ad interim (con questo o con un successivo interpello) è pressoché scontato. Facile quindi indovinare la gioia di chi, tra i soprintendenti del Sud Italia, si vedrà piombare tra capo e collo anche l’ufficio di Crotone, oltre a quello che già dirige, senza alcun incentivo né economico né di carriera, trattandosi di una soprintendenza piccola, defilata e niente affatto prestigiosa secondo i criteri in voga oggi al MiBACT. Una soprintendenza nata già carica di problemi, che vanno dalle difficoltà logistiche alla mancanza di personale (i dipendenti residui sono appena tre), fino alle beghe di “Antica Kroton”. Eh sì, perché non bisogna dimenticare “Antica Kroton”, che fa troppa gola alla politica regionale affaristico-malavitosa per essere lasciata nelle mani di uno sconosciuto… Da qui l’altro scenario possibile: che l’incaricato (ma sarebbe meglio dire l’eletto) non sia affatto uno sconosciuto, bensì persona di esperienza, cioè fidata e da sempre tacitamente prona agli interessi, confessabili e non, che si muovono intorno a quelle decine di milioni di euro ancora da distribuire agli affamati. Non chi ha realmente bisogno e dunque spera, legittimamente, nel miraggio di nuove opportunità lavorative, ma chi non sa ormai mettere freno alla propria ingordigia. E allora sì che Catanzaro, o meglio il Catanzarese, diventa (anzi rimane) la location ideale, poiché tutto avviene già da tempo alla luce del sole che bacia la città cassiodorea pendente dai colli come un grappolo e la landa desolata di Germaneto (Comunicato stampa).

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