Crosia, commercianti sul piede di guerra per l’aumento della Tari. Tavernise (M5S) contro il sindaco Russo

Mirto – Crosia, 3 GEN. 2022 – “Nel 2014 l’Amministrazione comunale di Crosia, a guida Antonio Russo, avrebbe dovuto chiedere il dissesto, piuttosto che il predissesto, come da me suggerito. Da un lato, i 10 milioni di debiti a bilancio, dall’altro l’imponente evasione dei tributi, pari al 40%, elementi conclamati e rafforzati nei dettagli dalla Corte dei Conti, rendevano evidente la gravissima situazione finanziaria, in cui si trovava il Comune. Una situazione che richiedeva una soluzione, si dolorosa ma, necessaria e temporanea. Una scelta, invece, quella operata all’epoca dall’attuale amministrazione, che comporta ancora oggi tasse locali al massimo.” E’ dura la presa di posizione di Davide Tavernise, capogruppo per il M5S, presso il Consiglio regionale della Calabria, nei confronti dell’attuale Amministrazione comunale di Crosia, per l’aumento notevole della tassa sui rifiuti, con punte fino al 130%. Aumento che mette in serio rischio soprattutto le attività commerciali, oggi sul piede di guerra.

“Secondo il Sindaco Russo, la responsabilità dell’aumento della tassa sui rifiuti sarebbe del lockdown, che avrebbe provocato l’aumentato della spazzatura indifferenziata. Sarebbe un’anomalia tutta locale, se si pensa che secondo Arpacal, nel 2020, in Calabria la produzione dei rifiuti urbani è leggermente scesa, registrando invece un aumento della raccolta differenziata, che a Crosia si attesta, tristemente, appena sopra il 50%. Molto sotto, il Comune capofila, che è Frascineto, con la sua quota di raccolta differenziata pari all’ 85%.

Secondo Russo – prosegue ancora Tavernise – l’aumento della tari riguarderebbe tutti i comuni anche in ragione della nuova normativa di Arera. Peccato che secondo le analisi di Confcommercio il 60% dei comuni, rispetto al 2019, ha mantenuto invariata l’ammontare della tari, mentre solo il 23,4% dei comuni l’avrebbe aumentata, e il restante 17% addirittura l’avrebbe diminuita.  Secondo Arera, nel corso del 2020 sarebbe dovuta diventare operativa l’adozione del nuovo Metodo Tariffario Rifiuti (MTR) con l’obiettivo di evitare voci di costo improprie, inefficienze e una maggiore aderenza tra le tariffe pagate dalle utenze e la reale produzione dei rifiuti nel rispetto del principio europeo “chi inquina paga”.  Ma secondo i dati dell’Osservatorio su 110 capoluoghi di provincia e Città Metropolitane, quasi l’80% dei Comuni non ha ancora definito questo nuovo metodo e nel 21% dei Comuni che, invece, lo hanno recepito, in più della metà dei casi (il 58%) il costo della TARI risulta, paradossalmente, in aumento mediamente del 3,8%. Decisamente lontani dagli aumenti del Comune di Crosia”.

L’Amministrazione comunale spinta dalle proteste dei cittadini si è detta al lavoro per rimodulare le tariffe. “Era, quindi, possibile avere una tari a tariffe inferiori? Perché non è stata rimodulata prima di inviare le cartelle di pagamento ai crosioti?”, si chiede, infine, Tavernise, che poi rimarca:

“Forse quindi, come afferma Confcommercio, molto spesso le amministrazioni comunali sforano i propri budget e per rientrare applicano aumenti alle tariffe locali, compresa quella sui rifiuti?” (comunicato stampa)

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