Crisi di governo, Corigliano Rossano Domani esce allo scoperto: le accuse al sindaco

Chiesto un patto di legislatura ma allo stesso tempo messa in campo la scarsa attenzione rivolta a una parte della città

Claudio Malavolta (Corigliano Rossano Domani)

L’area che ha messo in crisi la maggioranza di governo esce allo scoperto con una lettera pubblica rivolta al sindaco Flavio Stasi a cui propone un patto di legislatura improntato sulla verità e sulla lealtà. I temi contestati al primo cittadino ruotano attorno alla sanità, all’ambiente, alla gestione del personale, e sono concentrati prevalentemente alla scarsa attenzione che il primo cittadino avrebbe prestato all’area di Corigliano. I rappresentanti del movimento Corigliano Rossano Domani (tre consiglieri comunali e due assessori) ammettono la difficoltà in cui versa la città aggravate da «problemi atavici quali l’inefficienza dei presidi ospedalieri, la carenza di personale e la disorganizzazione degli uffici, la crisi del settore produttivo. Tante problematiche unite al processo di fusione il cui progetto ha presentato molte lacune che la «maggioranza, in questi due anni, non ha mostrato di saper gestire come ci si aspettava. «Questa è una responsabilità che abbiamo tutti, ammettono nella lettera, e che non possiamo far finta di non vedere: commetteremmo un errore enorme che avrebbe come unico epilogo la fine di questa esperienza e del sogno Città Unica. Non vogliamo questo. Al contrario, crediamo fermamente nel progetto di Fusione e nelle nostre capacità di farlo decollare ma bisogna agire con coraggio, chiarezza e collegialità».

Tra le accuse le minori attenzioni all’ex città di Corigliano

I movimentisti si pongono con la logica del confronto ma evidenziano ciò che il primo cittadino non ha fatto:«L’azzeramento della Giunta non è mai stato tra le nostre priorità, per noi è importante tornare a dare risposte ai cittadini ma capiamo che Lei in primis, con i suoi più intimi Consiglieri, da diversi mesi ormai ne avvertivate l’esigenza. Rispettiamo la Sua scelta e siamo pronti al dialogo, non prima però di aver sottoposto a lei un nuovo patto di legislatura. Bisogna mettere in chiaro i contenuti, partendo da un presupposto molto importante: le due ex municipalità di Corigliano e di Rossano non sono ancora una Città Unica, lo sono solo formalmente, e la nostra amministrazione è demandata a costruire questo processo considerando gli interessi “di area” sempre al di sotto degli interessi della Città nel suo insieme. E certamente in questo non aiuta l’ormai consolidata e demonizzata etichetta del “bilancino” che forse nasconde la nuda volontà di taluni (inclusa una certa stampa) di lasciare le cose così come sono per soddisfare oggettivi interessi campanilistici, che contraddicono lo stesso progetto di fusione. Va da sé che un progetto di fusione presuppone che nessuno resti indietro e qui c’è un generale disinteresse per una parte della Città, la stessa che oggi mette in discussione non solo Lei nella qualità di Sindaco ma lo stesso progetto di Fusione».

Calpestati i principi di pari dignità territoriale

Corigliano Rossano Domani elenca i punti di disattenzione del Sindaco Stasi rispetto alla città di Corigliano. Sull’ambiente si parla della riduzione del 20% della raccolta differenziata, del conseguente aumento TARI e della presenza di circa 40 mini-discariche in giro per Corigliano che rendono l’area impresentabile. Ammettono i movimentisti, nella nota, che la crisi del sistema rifiuti in Calabria condiziona e non poco la gestione effettiva. La proposta di un nuovo contratto d’appalto, da condurre insieme alla ditta appaltatrice, per meglio disciplinare le attività di spazzamento (delle contrade specialmente), e al potenziamento dei centri di raccolta. Altro filone intrapreso è la manutenzione che «presenta dei grossi disagi sul piano manutentivo, basta fare un giro nei centri storici o a Schiavonea per rendersene plasticamente conto. Il tutto viene accentuato nell’area urbana di Corigliano a causa di una carenza enorme di personale dipendente. Attualmente nel settore “reti e manutenzione” sono in forze 63 dipendenti, cui solo 20 operano nell’area urbana di Corigliano, fornendo inevitabilmente un servizio pessimo.  Sull’organizzazione degli uffici «c’è una delibera consiliare appesa, la cui mancata attuazione sta arrecando forti disagi all’utenza in particolar modo dell’area tecnica divisa in 3 parti, a sua volta tripartita fra palazzo Ghiacciaia, ex Mattatoio ed ex Tribunale». A parere dei dissidenti questa impostazione «non risponde all’indirizzo politico dato e genera un grande disagio all’utenza e agli stessi operatori». Così come non è stato formalizzato lo sportello al cittadino a Palazzo Garopoli. Sul fronte dell’equità fiscale, nel rilevare l’ottimo lavoro sul regolamento generale delle entrate, sottolineano la necessità di formalizzare la revisione delle rendite catastali considerando Corigliano-Rossano per quello che è un’unica grande Città. Bisogna superare i tentennamenti della maggioranza ed andare spediti. Denunciano il caos interno alla polizia municipale «diviso e disorganizzato». E anche qui si registra uno sbilanciamento del personale a beneficio di Rossano.  Era stato chiesto, poi, un intervento di manutenzione straordinaria per il Quadrato compagna e per il “water front” (Schiavonea) ma di tutta risposta sono state ricevute solo «rassicurazioni salvo poi far cadere tutto nel vuoto».

Sulla sanità c’è chi vuole la chiusura dell’ospedale Compagna

Ultimo punto trattato e ritenuto tra le priorità è quello della sanità. Ci sarebbe una parte della maggioranza che è per la chiusura dell’ospedale di Corigliano perché ritenuto superfluo. «Non sappiamo se Lei la pensa allo stesso modo, a noi ha più volte riferito il contrario, ma constatiamo nell’ultimo periodo un inaccettabile silenzio suo e della maggioranza ogni qual volta si presentano problemi riguardanti l‘ospedale Compagna». Il riferimento è alla chiusura del pronto soccorso e anche alla problematica della commistione dei reparti Covid. «Noi non rifuggiamo dal confronto, la aspettiamo sul terreno della verità e del rispetto, del dialogo e della conciliazione. A meno che lei non abbia già fatto la Sua scelta, ossia quella di crearsi una nuova maggioranza, con elementi meno “rognosi” e facilmente accontentabili. In quel caso, le auguriamo un sincero in bocca a lupo. Noi staremo dall’altra parte».

 

 

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