Cosenza. Polizia, ufficio immigrazione a rischio malattie infettive

cosenza

«Secondo noi vi è un serio rischio di contagio di malattie infettive per gli operatori dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Cosenza e per tutte le persone che devono accedervi per svolgervi le rispettive pratiche.” Questo è il grido d’allarme lanciato da Renato Guaglianone, Segretario Generale Provinciale del sindacato di Polizia LeS (Libertà e Sicurezza) per la provincia di Cosenza, che abbiamo intervistato.

D.: Guaglianone, ci sembra che lei sia molto preoccupato per la possibile presenza del Coronavirus?

R.: In effetti noi poliziotti non siamo per nulla tranquilli perché in questo particolare periodo, in cui in tutto il mondo è stato lanciato l’allarme per la possibile propagazione del Coronavirus 2019-nCoV proveniente da alcune zone della Cina, gli operatori impiegati negli Uffici della Polizia di Stato della Provincia di Cosenza sono seriamente esposti ad un possibile contagio dovuto a questo virus».

D.: Scusi, Guaglianone, non sono state attivate particolari misure per la salvaguardia della salute delle persone?

R.: “purtroppo molti dei nostri uffici per ragioni logistiche, accolgono gli utenti in spazi angusti e privi anche di un adeguato ricambio d’aria, creando di fatto un luogo che la sanità pubblica consiglia di evitare” e, continua Guaglianone: “purtroppo, siamo venuti a conoscenza che già dalla fine di gennaio, alcuni Poliziotti, per motivi lavorativi hanno avuto contatti con persone provenienti da città cinesi, adesso isolate come Zhejiang, Sichuan. Tuttavia, dopo aver opportunamente segnalato il problema a chi di dovere non è stato ancora preso alcun provvedimento per quanto riguarda la protezione degli utenti e dei Poliziotti, né per la profilassi dei colleghi che sono stati a contatto con le persone potenzialmente contagiate dal Coronavirus. Le condizioni di lavoro in cui giornalmente i Colleghi degli uffici P.A.S.I. (Polizia Amministrativa e Sociale e dell’Immigrazione) della questura della provincia di Cosenza non assicurano nessuna protezione dal contagio. Infatti, a tutt’oggi non è stato previsto nessun protocollo di prevenzione per evitare il contagio; né c’è stata alcuna distribuzione di mascherine, guanti in lattice o altro dispositivo di protezione”.

D.: In conclusione, Guaglianone, cosa chiede LeS?

R.: «vorremmo che chi entra nei nostri uffici si possa sentire sicuro anche sotto l’aspetto sanitario, distribuire delle mascherine e posizionare dei dispositivi per la disinfettazione delle mani per gli avventori, non penso che sia cosi oneroso, ma anche se lo fosse, la salute delle persone non ha prezzo. Inoltre, andrebbe anche implementato un servizio di disinfettazione più accurato nei nostri uffici dove soggiornano per diverse ore cittadini che provengono da diverse parti del mondo e, spesso, per le loro pratiche si presentato con i propri figli a seguito, che giocano e toccano arredi e pavimenti. Sicuramente una situazione che desta preoccupazioni!”.

Roma, 10/02/2020 Ufficio Stampa Segreteria Nazionale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: