Una corsa contro il tempo, ma nella sanità il tempo non c’è

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E’ da più tempo che stiamo denunciando la carenza strutturale di personale, medicinali, ausili, protesi e strumenti vari per garantire il lavoro quotidiano nel reparto e dare assistenza ai cittadini.

L’esodo, incentivato da un sistema pensionistico allarmistico che induce gli operatori ad andare in quiescenza il più presto possibile per evitare futuri e malefiche penalizzazioni e decurtazione dei diritti acquisiti con anni di duro lavoro.

La mancata assunzione di nuovo  sta mettendo a dura prova la tenuta degli operatori superstiti costretti ad operare in turni massacranti da soli, con gravi pericoli per la propria ed altrui responsabilità.

Anni di esperienza e di professionalità insiti in operatori storici e stimati del nostro reparto e della nostra città andranno in pensione nei prossimi mesi e tutto ciò non sarà di giovamento per i cittadini.

La burocratizzazione della sanità sta apportando in questi giorni un attacco letale ai requisiti minimali per poter svolgere il lavoro nel reparto.

Al razionamento occulto insito nelle politiche  sanitarie restrittive degli ultimi anni si sta sommando negli ultimi tempi il cretinismo burocratico che sta  determinando la scomparsa di medicinali, materiali  ed ausili vari  che  costringono gli ammalati a portarsi da casa molte delle cose che servono durante la degenza ospedaliera.

La burocrazia preferisce che il cittadino porti con se i medicinali in ospedale con l’utilizzo improprio ed inappropriato delle prescrizioni mediche ed   il ritiro da parte degli utenti dei prodotti in farmacia.

Oramai in ospedale si viene non più con il corredo di biancheria ed effetti personali, ma con il corredino di medicinali, garze, siringhe ed altro.

In questo modo la cervellotica burocrazia risolve il problema del badget  e trasforma l’ammalato in commesso viaggiatore ed in operatore informato della giungla in cui sta per immettersi.

I tempi della burocrazia ed i tempi della guarigione oramai camminano per strade diverse e molto spesso si scontrano con i diritti dei cittadini e degli operatori.

Il tempo non è un fattore neutro e non si può più vivere ad oras nella programmazione sanitaria e nella gestione dei servizi depauperati oramai dell’essenziale giornaliero per poter lavorare.

Vogliamo lanciare un grido di allarme e di preoccupazione per lo stato comatoso in cui versano i servizi ed i reparti in ordine alla carenza di medicinali e materiali ed in particolare del nostro reparto chiamato ad operare nell’ambito della urgenza emergenza sanitaria e con interventi chirurgici indifferibili ed improcrastinabili.

La continua spoliazione dei diritti e dei servizi espone il Sistema sanitario alle emigrazioni ed ai risarcimenti danni, diventati nella concezione burocratica atti dovuti per prendere soldi dal sistema.

La giravolte contabili hanno determinato la perdita di ogni controllo sulla spesa e l’aumento del deficit sanitario alla faccia del commissariamento e del piano di rientro.

In Calabria abbiamo bisogno di un piano di fuga da una situazione oramai insostenibile che da una parte vede aumentare il deficit ed i debiti e dall’altro diminuire diritti ed assistenza ai cittadini.

Per il nostro reparto urgono in senso letterale ed in senso medico sanitario avere immediatamente medicinali, protesi, ausili e materiali vari per poter dare risposte ai cittadini.

Ad ognuno la sua parte ed il suo carico di responsabilità.

Ai Dirigenti sollecitiamo un moto di dignità e di rispetto per le finalità ultime a cui il servizio sanitario deve rispondere.

Se necessario procederemo nei prossimi giorni a proclamare lo stato di agitazione e di allarme per grave offesa ai diritti dei cittadini e degli operatori.

(fonte: comunicato stampa)

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