Corigliano Rossano. Tribunale, Gratteri chiude un’epoca

Corigliano  Rossano (Cs) – Con le ultime dichiarazioni del procuratore capo della DDA di Catanzaro Nicola Gratteri in commissione parlamentare antimafia, che ha autorevolmente ribadito quanto questo territorio va motivando da anni, ovvero l’errore e l’assurdità consumatisi con l’ingiusta ed illogica chiusura del Tribunale di Rossano, possiamo considerare definitivamente chiusa una fase storica. Finisce cioè una lunga fase nella quale, a fronte di un sentimento e di azioni di protesta istituzionale e mobilitazione che non si sono mai interrotte, è comunque formalmente prevalsa di fatto la tesi istituzionale secondo la quale sull’argomento non c’era più null’altro da aggiungere, quando erano e sono la storia ed i dati ad affermare prepotentemente il contrario. Su tutto ciò oggisi apre una breccia importante ed autorevole.

È quanto dichiara il Sindaco Flavio Stasi esprimendo soddisfazione e riconoscenza per l’attenzione lucida che Gratteri ha voluto e saputo destinare a quella che era e rimane una evidentissima ferita aperta dallo stesso Stato rispetto alla tutela fondamentale del diritto alla giustizia su tutto il territorio nazionale.

Quelle affermazioni, che ripeto chiudono un’epoca, fatte in quella sede e lette alla luce sia della nuova realtà della Città di Corigliano-Rossano sia dell’oggettiva recrudescenza criminale che negli ultimi tempi sta interessando tutta la nostra area, tra vecchi problemi e nuovi appetiti, suonano – prosegue il Primo Cittadino – come una sveglia stridente rispetto a quanti in questo momento rappresentano, a vario titolo, le istituzioni di questo Paese.

La scellerata chiusura di quello che oggi dovrebbe essere il Tribunale della terza città della Calabria è una questione nazionale, che non può e non deve più essere relegata a semplice rivendicazione territoriale o incastrata da equilibrismi politici, ma che invece rappresenta una inaccettabile stortura istituzionale non degna di un Paese civile. Si tratta di dati incontrovertibili dai quali partire – conclude Stasi – chiamando a raccolta tutte le rappresentanze istituzionali del territorio e della Regione Calabria per esigere, in modo unitario un confronto urgente, diretto e risolutivo col Governo.

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