Corigliano Rossano. Rapani: L’oscurantista Stasi ostacola lo sviluppo di Corigliano Rossano

CORIGLIANO ROSSANO • «Immaginavamo la terza fase di rilancio della città a trazione “fusione”, il motore per lo sviluppo dell’intero territorio della Sibaritide, ed invece siamo fermi al palo. L’economia è in ginocchio e l’imprenditoria succube dell’ostruzionismo, con l’Amministrazione Stasi in regia».
È quanto dichiara il dirigente e membro dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, nell’evidenziare una spirale negativa ormai vicina al collasso.
«Si inverta la rotta prima che sia troppo tardi per tamponare la regressione già in atto», dice Rapani. Che poi ricorda: «La prima fase di sviluppo della città è avvenuta grazie alla centrale Enel che ha rappresentato per il territorio la rampa di lancio per l’espansione e per l’economia locale. Lo sviluppo urbanistico comunque improvvisato e dettato dall’esigenza, senza una programmazione a lungo termine e senza un disegno di città, però c’è stato».
«La seconda fase è riconducibile all’approvazione del Piano regolatore generale. Uno strumento datato al momento della sua approvazione, ma che con una grossolana rivisitazione ha consentito lo sviluppo della città programmato, più ordinato, con la realizzazione prioritaria delle infrastrutture e dei servizi, attorno al quale l’economia fatta dal reinvestimento dei risparmi e dai proventi del turismo e dell’agricoltura venivano impiegati in quel “mattone” che, non solo ha messo un tetto sulla testa di migliaia di famiglie, ma ha fornito anche un lavoro a molte di queste».
«Per la terza fase avevamo immaginato la fusione. La prima città della provincia di Cosenza, la terza della regione, avrebbe dovuto fungere da volano per la Sibaritide e per quei comuni ricompresi nel Piano strutturale associato, che per qualche saccente dell’Amministrazione è solo un atto di indirizzo e non di programmazione. Il Psa (una strumentazione di programmazione dello sviluppo del territorio attraverso la realizzazione delle infrastrutture e la valorizzazione dei settori trainanti l’economia), rimane chiuso in un qualche cassetto e non è dato sapere che fine farà. Della cittadella amministrativa del comune unico da realizzare in zona baricentrica, come previsto nella legge di istituzione di Corigliano Rossano non vi è traccia ed anzi è osteggiata dal ducetto Stasi. L’obbligo di dotarsi dello Statuto Comunale entro sei mesi dall’insediamento, ancora, per questi amministratori è solo una facoltà e sarà scopiazzato chissà dove e quando. Ci ritroviamo, inoltre, una centrale Enel in disuso, in fase di smantellamento e definitivamente dismessa nel 2022. L’edilizia a completamento di aree già oggetto di programmazione esecutiva è bloccato e congelato da una relazione definita “Tansi”, che non dovrebbe avere alcun valore ed efficacia, ed invece la si utilizza come se fosse una legge o un piano contemplato dalla normativa urbanistica».
«Per non far mancare nulla all’oscurantismo voluto scientemente da Stasi – prosegue Ernesto Rapani – non bisogna dimenticare l’ostruzionismo nei confronti di quegli imprenditori che potrebbero stare tranquillamente a girarsi i pollici ed invece si ostinano ancora a voler contribuire alla movimentazione economica del territorio e che sono costretti ad adire le vie legali, con aggravio di spese, per vedersi riconosciuti dei legittimi diritti da un giudice amministrativo anziché dalla macchina burocratica».
«Corigliano Rossano ha bisogno di un’Amministrazione che sia capace di far crescere il territorio e che abbia una visione, un’idea di sviluppo da qui ai prossimi 50 anni, ed invece – conclude il dirigente di Fratelli d’Italia – ci troviamo di fronte ad un’Amministrazione comunale in preda al delirio di onnipotenza». (Comunicato stampa)

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