È quanto ribadiscono i consiglieri comunali Vincenzo Scarcello, Gennaro Scorza e Raffaele Vulcano (UDC), Costantino Baffa (Lega Salvini) e Adele Olivo (Il Coraggio di Cambiare l’Italia) precisando rispetto all’ultima nota stampa diramata dal gruppo consiliare Corigliano-Rossano Pulita a nome e per conto dell’intera Maggioranza.
«In realtà – aggiungono i cinque consiglieri – vorremmo capire se si sia trattato di uno sfottò o di altro. Vorremmo sapere se le parole scritte in quella nota stampa rispecchino davvero la coscienza di ognuno dei consiglieri di Maggioranza. Non è ammissibile dover sopportare così tanta arroganza e supponenza. Sarebbe stato dignitoso e decoroso scrivere che si è giunti ad un risultato grazie ad un proficuo e costruttivo confronto con le Opposizioni. Che, a loro volta, hanno dato un contributo essenziale affinché la Commissione statutaria, quella che dovrà occuparsi di redigere il nuovo Statuto di Corigliano-Rossano, diventasse realtà. Perché diversamente, per come impostata, si sarebbe rilevata un organo delegittimato da tutte le regole che al momento normano la vita istituzionale della città. E la dimostrazione di quanto stiamo dicendo sta nei fatti e nelle registrazioni del consiglio comunale. Per ben due volte si è dovuta sospendere la seduta proprio per le macroscopiche inesattezze che erano state riportate nella bozza di delibera. E per ben due volte, abbiamo messo a disposizione della Maggioranza le nostre competenze e la nostra esperienza. Non entriamo nella questione politica, di quella ne discuteremo ampiamente nel momento in cui la nuova commissione si insedierà. Ma nei tanti difetti di forma che non avrebbero consentito l’approvazione unanime del deliberato. O qualcuno è disposto a smentire che molti dei componenti della maggioranza si sono trovati in imbarazzo davanti alle incalzanti obiezioni che abbiamo posto dai banchi della minoranza? Noi ci appelliamo sempre al buonsenso ma capiamo che, spesso purtroppo, la voglia di apparire e prevalere di questa classe di governo la vince su tutto. Salvo, poi, fare figure barbine come questa. Collaborare non significa mettere il giogo all’avversario. Se così fosse si innescherebbe il meccanismo perverso dell’eterna polemica che non farebbe altro che penalizzare l’intera comunità». (comunicato)