Corigliano Rossano la città che non c’è! Cronaca di un disastro politico annunciato

Alessandra Capalbo

Tra una bomba giudiziaria come quella che è stata appena sganciata sul Palazzo di Città e una figuraccia istituzionale dopo l’altra, Stasi e i suoi si apprestano a compiere il secondo anno alla guida della città di Corigliano – Rossano. In questi due lunghi anni di Amministrazione coloro che si erano proposti come supereroi, hanno mostrato tutte le debolezze del loro essere umano e tutta la loro inadeguatezza nell’amministrare. Trascorso il tempo dell’euforia per la vittoria e quello del rodaggio e dell’apprendimento, poco o nulla possiamo raccontare di quella città “normale” che ci fu venduta dai palchi elettorali, ma che, a oggi, non ha ancora uno Statuto e un nome ufficiale. L’unica cosa che è evidente a chi guarda la nostra città oggi è un’inconfutabile assenza di programmazione e una totale mancanza di visione che sta portando, lentamente, tutti i cittadini a disaffezionarsi all’idea di poter vivere in una città nuova, unica e ridisegnata.

Crediamo sia tempo di valutare l’operato della Giunta e, magari, rivedere la posizione di chi non ha mostrato particolare attitudine con il ruolo affidatogli.
Dal momento del loro insediamento, Stasi e i suoi, ci hanno abituati a proclami autocelebrativi (negli ultimi tempi, autocommiserativi, però!) che, quando non sono fantasiose lucubrazioni, raramente finiscono per tradursi in fatti concreti. A eccellere in quest’arte, almeno fino a oggi, sembra essere l’assessore Novello che, per chi non la conoscesse ancora, detiene deleghe pertinenti ai settori nevralgici per la “risagoma” (restando in un linguaggio prettamente cantieristico) della città. È dal suo indirizzo politico che dipendono – tra le tante cose – l’Uso e assetto del territorio; la rigenerazione urbana; l’Integrazione del tessuto urbano; la riqualificazione degli spazi pubblici; o ancora lo Sviluppo costiero e delle località montane; quei settori, cioè, che maggiormente sarebbero dovuti essere al centro dell’azione politica. Ci saremmo aspettati di assistere a quei processi costruttivi, reali, della città; di cogliere nelle opere quei segnali tangibili di riqualificazione e decoro. Dopo due anni, ci saremmo aspettati di approdare, finalmente, a un PSA della Città di Corigliano – Rossano (sarebbe dovuto essere pensato, addirittura, per l’intera Sibaritide!) e via via a tutti quei procedimenti che regolamentano, nella realtà, “l’omogeneizzazione” (per usare un termine tanto caro all’Avvocato Novello) di quelle che, a distanza di due anni, sono ancora due aree urbane distinte e separate, private ormai anche dei loro originari connotati e che vivono in un perenne “…in attesa di…”.
L’assessore, invece di compiere questi passi propedeutici e necessari allo sviluppo e alla realizzazione del progetto di città – eccezion fatta per alcune necessarie demolizioni – si è preoccupata, solo, di informare i cittadini sul concretizzarsi di qualche progetto (omettendo di dire che era già in itinere) o sull’arrivo di finanziamenti (come per esempio quelli relativi all’ingegnerizzazione della rete idrica) avviati e intercettati da chi l’ha preceduta nei due estinti comuni , ma che l’assessore si guarda bene dal menzionare!
Il misterioso ritiro del bando pubblico per l’assegnazione di lotti demaniali liberi e del lotto “area dei pescatori”
Proprio in virtù di quanto appena detto, a noi di Civico e Popolare non sorprende se il bando voluto dall’amministrazione per procedere, “con un unico regolamento attuativo”, all’assegnazione del lotto individuato come “area dei pescatori” e di altri lotti liberi e disponibili, abbia avuto come epilogo quello del ritiro “in autotutela”! Non ci sorprende, dicevamo, perché, a chi è avvezzo a documentarsi e a muoversi con disinvoltura tra gli atti amministrativi, “le discordanze” tra l’atto d’indirizzo deliberato dalla giunta e quello licenziato dagli uffici, erano evidenti; inoltre, come fece notare già il presidente del Comitato Pescatori Calabria, in una nota stampa del 27 marzo scorso(due giorni prima del proclama dell’Assessore) in cui si chiamava a maggiore responsabilità l’amministrazione, non è la prima volta che l’area individuata con il nome “lido dei pescatori” viene messa a bando e anche nel primo caso ritirato con le stesse “motivazioni”. A questo punto verrebbe da chiedersi se i motivi del ritiro di questi bandi “in autotutela” siano da imputare, soltanto, all’evidente mancanza di interlocuzione tra la “politica” e gli “uffici”, cioè tra chi amministra la cosa pubblica, dando il proprio imprimatur e chi materialmente fa si che il tutto si possa attuare, secondo le normative vigenti, o se i motivi ostativi siano di natura ben più complessa. Siamo certi che l’assessore troverà il modo di spiegarlo alla città, unitamente ai motivi che le impediscono di assecondare la volontà di un’associazione di donare e istallare a proprie spese una passerella per consentire ai diversamente abili di accedere in sicurezza alla spiaggia scelta, risposte che, da quello che apprendiamo dalla stampa, l’Associazione sta ancora aspettando.
Cosa ci aspetta per la stagione balneare che per molte città costiere è già partita?
Chiariamo che le nostre critiche, mai rivolte alla persona, sono dettate dalla concreta preoccupazione che il fallimento del suo progetto politico possa determinare il fallimento dell’opportunità di rigenerazione che, grazie alla fusione, questa parte di Calabria aveva avuto. In questo immobilismo inaccettabile, visto anche per l’importanza del momento storico che stiamo attraversando, chiediamo al sindaco il massimo impegno nel governare quei processi che possano determinare la ripartenza estiva in termini di riattivazione dei circuiti socio-economici e quali linee abbia inteso intraprendere l’amministrazione per facilitare il rilancio delle attività imprenditoriali presenti sul territorio (Comunicato stampa).
Alessandra Capalbo coordinatrice di Civico e Popolare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: